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Videosorveglianza manomessa prima della scomparsa di Maria Chindamo: un arresto

Il 53enne Salvatore Ascone è finito in carcere per concorso in omicidio: è il proprietario del casolare situato di fronte all’azienda agricola dell”imprenditrice di Laureana di Borrello scomparsa …

Pubblicato il: 11/07/2019 – 6:55
Videosorveglianza manomessa prima della scomparsa di Maria Chindamo: un arresto

VIBO VALENTIA Prima svolta nella scomparsa di Maria Chindamo, l’imprenditrice di Laureana di Borrello scomparsa nel nulla il 6 maggio 2016. Il Gip del Tribunale di Vibo, su richiesta della locale Procura, che ha coordinato le indagini condotte sul campo dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Vibo Valentia, della Compagnia di Tropea e del Ros, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un soggetto già noto alle forze dell’ordine, ritenuto responsabile di concorso in omicidio. I dettagli saranno illustrati nella conferenza stampa prevista presso la Procura della Repubblica di Vibo Valentia successivamente alla conferenza annunciata nel precedente flash.
VIDEOSORVEGLIANZA MANOMESSA La persona finita in manette è Salvatore Ascone, 53 anni, di Limbadi, soprannominato “U Pinnularo”. L’uompo ha precedenti per armi ed è ritenuto dagli inquirenti vicino al clan Mancuso di Limbadi. Sarebbe il proprietario del casolare di campagna situato di fronte all’azienda agricola dove la Chindamo è scomparsa. Assieme ad Ascone sarebbe indagato un operaio romeno. I due, secondo l’accusa avrebbero manomesso il sistema di videosorveglianza la notte precedente alla scomparsa della Chindamo. Avrebbero, così, aiutato gli esecutori materiali dell’omicidio. Anche il pentito Emanuele Mancuso avrebbe parlato di Ascone con gli inquirenti.
TRE ANNI DI RICERCHE SENZA ESITO Di Maria Chindamo, dal 6 maggio del 2016, quando è scomparsa a Nicotera, non si è saputo più nulla. I controlli dei carabinieri scattati nell’immediatezza in abitazioni e aziende agricole in una vasta area del vibonese e nella zona di Laureana di Borrello, il centro del reggino in cui Maria Chindamo risiedeva con i tre figli, non hanno dato esito. In più occasioni i militari, coadiuvati dai cani molecolari della Polizia di Stato, hanno verificato la presenza di tracce sui terreni che potessero supportare le attività di ricerca finora svolte. Utilizzati anche mezzi meccanici dei vigili del fuoco per individuare eventuali ulteriori tracce anche nel sottosuolo dell’area in cui è avvenuta la scomparsa. Un particolare tenuto in considerazione da investigatori e inquirenti è che la scomparsa di Maria Chindamo è avvenuta nel giorno in cui ricorreva il primo anniversario del suicidio del marito dell’imprenditrice.

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