«Ho presentato in settimana, e molti colleghi del M5S l’hanno sottoscritta, una interrogazione a risposta orale in commissione rivolta al Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, avente ad oggetto gli interventi di bonifica delle discariche». È quanto si legge in una nota di Margherita Corrado (M5S Senato).
«Mi risulta – continua Corrado – che, a fronte di un esiguo numero di siti di discarica da bonificare sottoposti a procedura di infrazione comunitaria relativa alla Sentenza della Corte di Giustizia del 26 aprile 2007 (Causa C196/13), siano presenti sul territorio nazionale oltre 12mila siti potenzialmente contaminati individuati da Ispra, oltre ai 40 Siti di interesse nazionale (Sin) in cui rientra anche “Crotone, Cassano e Cerchiara”, che versano in situazioni ambientali di estrema gravità».
«Ho ritenuto dunque necessario – spiega la senatrice – porre l’attenzione sulle motivazioni e i criteri in base ai quali soltanto alcuni siti – pochi – sono diventati oggetto di tale procedura di infrazione, e dunque di interventi di bonifica a opera di un commissario straordinario di Governo, mentre non risulta ad oggi possibile attingere informazioni sullo stato di bonifica di tutti gli altri, né sui criteri di priorità degli interventi. Al riguardo ho anche richiamato, nel testo, scelte paradossali come la bonifica della discarica di Joppolo, nel Vibonese, non censita nel Piano Operativo Bonifiche della Regione né in altri elenchi ma indicata – da chi? – tra quelle da porre in procedura d’infrazione al posto dell’assai più pericolosa discarica di Nicotera. Come in Campania, dunque, anche in Calabria siti quasi insignificanti sul piano dell’allarme ambientale sono stati a suo tempo inspiegabilmente selezionati per la bonifica in luogo di altri dove l’inquinamento ha raggiunto livelli di allarme sociale riconosciuto univocamente».
«Ho chiesto – chiosa Corrado – chi provvederà ad attuare e monitorare la correttezza degli appalti e dei lavori nei numerosi siti italiani non interessati da alcuna sollecitazione di intervento da parte della UE, e con quali priorità d’intervento; come, in fine, vigendo il principio “chi inquina paga”, lo Stato intenda esercitare il diritto di rivalsa».
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