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«Il Parlamento indaghi sulle ombre della sanità in Calabria»

Iniziativa di Articolo 1 a Lamezia: «Far luce su tutto quello che è accaduto». Sul decreto Grillo: «Non cita l’obiettivo di far uscire la regione dal Piano di rientro»

Pubblicato il: 15/07/2019 – 14:45
«Il Parlamento indaghi sulle ombre della sanità in Calabria»

LAMEZIA TERME «Istituire una Commissione parlamentare di inchiesta sullo stato della sanità in Calabria». Lo prevede una proposta di legge di iniziativa del gruppo parlamentare di Articolo 1: la proposta, i cui firmatari sono i deputati Nico Stumpo, Michela Rostan e Federico Fornaro, è stata presentata in una conferenza stampa a Lamezia Terme dai vertici regionali del partito, tra cui lo stesso Stumpo.
PERCHÉ UNA COMMISSIONE D’INCHIESTA «Concentrazione di poteri, collusioni affaristiche e condizionamento mafioso – si legge nella relazione illustrativa al testo normativo – sono aspetti inquietanti che devono essere indagati e accertati anche attraverso un’azione parlamentare come la commissione di inchiesta. Lo stato della sanità in Calabria è disastroso e le conseguenze le pagano i cittadini con un livello delle prestazioni non sufficiente e con una spesa che pesa sui calabresi senza alcuna corrispondenza con i servizi erogati». Inoltre – è riportato ancora – «esiste in Calabria una grave situazione di disordine e di incertezza finanziaria si è assistito a un sistemico saccheggio di risorse delle Asp del quale si sono occupate anche indagini giudiziarie che avrebbero accertato casi di doppi pagamenti e transazioni false. Così come non è comprensibile come si sia ancora in ritardo rispetto al rientro del debito al 2012 con il dubbio che non si abbia neanche la consapevolezza dell’ammontare del debito. Problematiche evidenziate dal fatto che tra il 2016 e il 2018 si sono insediati 500 commissari ad acta, cosa che ha comportato persino un incremento del debito originario. Tavolo adempimenti e il Comitato Lea hanno rilevato che la Regione Calabria al quarto trimestre 2018, presentava un disavanzo di 169 milioni di euro. Nonostante il conferimento delle coperture il risultato di gestione evidenziava ancora un disavanzo di 62 milioni di euro. A detta dei due soggetti di controllo, con il disavanzo registrato si realizza la condizione per l’applicazione degli automatismi fiscali ovvero l’ulteriore incremento delle aliquote di Irap e addizionale regionale nella misura di 0,15 e 0,30 punti, nonché l’applicazione del blocco automatico del turnover nel Servizio sanitario nazionale regionale». Tutte queste ragioni – spiegano ancora da Articolo 1 – rendono quindi «necessario insediare una commissione parlamentare d’inchiesta che abbia il compito di indagare sulle cause e sulle responsabilità dello stato della sanità nella Regione Calabria, sull’attuazione del livelli essenziali di assistenza nelle strutture pubbliche e private, sulle cause di ordine normativo, amministrativo, gestionale, finanziario, organizzativo e funzionale ovvero attinenti al sistema di monitoraggio e di controllo che, nella Regione Calabria hanno contribuito alla formazione di un disavanzo sanitario non sanabile autonomamente dalla Regione Calabria, anche al fine di accertare le relative responsabilità».
LA CONFERENZA STAMPA Secondo Stumpo, con questa proposta di istituire una commissione parlamentare d’inchiesta «vogliamo far luce su tutto quello è successo, da sempre e non solo negli ultimi tempi, nella sanità calabrese, capire fino in fondo perché la sanità in Calabria è stata sempre un problema e mai un’opportunità, dare dignità alla Calabria non attraverso i commissariamenti ma attraverso uno stimolo per la costruzione ci un nuovo modello sanitario. La politica oggi deve fare di più. Auspico – ha detto il deputato di Articolo 1 che le forze di maggioranza, che hanno commissariato la sanità calabrese dicendo di voler attuare un cambiamento, recepiscano questa nostra iniziativa, altrimenti vorrà dire che saranno conniventi con un sistema che danneggia e i calabresi e che il commissariamento serviva loro solo per fini elettoralistici e non per dare risposte ai calabresi. E naturalmente – ha concluso Stumpo – auspichiamo che arrivino le firme anche degli altri gruppi parlamentari, a partire dal Pd». Alla conferenza stampa a Lamezia Terme hanno partecipato, oltre a Stumpo, il coordinatore regionale di Articolo 1, Pino Greco, il consigliere regionale Arturo Bova, presidente della Commissione antindrangheta della Regione, il dirigente nazionale di Articolo 1 Berto Liguori e il responsabile sanità di Articolo 1 Santo Gioffrè, in passato anche commissario dell’Asp di Reggio Calabria. Bova ha osservato: «Ho ancora in mente le parole che Gioffrè, commissario all’Asp di Reggio, scrisse nel 2015 al governatore Oliverio e all’allora commissario Scura: i 400 milioni di debito consolidato ma non certificabile per la mancata chiusura dei bilanci, i doppi pagamenti, insomma i primi segnali di decadenza della sanità calabrese. Purtroppo la sanità calabrese evidenzia il fallimento di un certo tipo di fare politica in Calabria e di una classe dirigente che va sostituita, ricomprendendo in questo anche me stesso, ci mancherebbe, ma la sanità – ha rilevato Bova – è anche il punto di svolta da cui ripartire, e la finalità di questa proposta è anche quella di trovare soluzioni». Secondo Greco «non è più accettabile assistere a una sorta di derby tra chi deve decidere cosa ma è necessario far emergere le responsabilità che hanno portato la sanità calabrese alla drammatica situazione attuale. È arrivato il momento di dire basta, di squarciare quel muro di ombre e omertà che hanno caratterizzato la sanità calabrese». Infine, Gioffrè: «L’obiettivo della proposta di una commissione d’inchiesta è soprattutto dare la cognizione vera di qual è la situazione sul piano assistenziale. Siamo rimasti colpiti dal fatto che il “Decreto Calabria” non cita l’obiettivo di far uscire la Calabria dal piano di rientro: il nodo è questo. Perché non si dice qual è lo stato dei conti e il livello del debito? Poiché nessuno si muove, è il momento di tornare a fare politica vera e non limitarsi all’improvvisazione e a una decretazione d’urgenza che non ha mai portato a nulla. La nostra proposta – ha concluso Gioffrè – punta a valutare tutti gli spetti sul tappeto e dia indicazioni utili al governo: se non si interviene all’antefatto e al cuore delle questioni, se non individua il perché sono successe certe cose, chi ne è la responsabilità e chi ne ha tratto enormi vantaggi anche economici non si andrà mai avanti». Alla conferenza stampa hanno assistito anche il presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, e il consigliere regionale del Pd Carlo Guccione. (acant)

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