CATANZARO Si attende il pronunciamento della Corte dei Conti sul piano di riequilibrio finanziario ma, all’uscita della camera di consiglio davanti ai magistrati contabili, Mario Occhiuto è animato da cauto ottimismo (ma anche da spirito di belligeranza dinnanzi alle Sezioni Riunite di Roma qualora da Catanzaro dovesse arrivare una sentenza negativa). «Ho esposto le nostre controdeduzioni – ha spiegato Occhiuto – sulla base della delibera emessa dalla Corte dei Conti. Il Comune è in una fase di dissesto dal 2011 e la mia amministrazione già otto anni fa ha presentato un piano di riequilibrio decennale che proprio questa Corte dei Conti aveva bocciato. Dello stesso parere non furono i giudici delle Sezioni Riunite che invece diedero il via libera al nostro piano». Le «buone pratiche messe in campo in questi anni» di governo nel capoluogo bruzio, Occhiuto le richiama come un mantra. «Abbiamo ridotto le spese – dice – e i costi di manodopera, lavoriamo con meno della metà di dipendenti, ma diamo servizi migliori. Giusto per fare un esempio, siamo tra le prime città per raccolta differenziata, abbiamo riconoscimenti da parte di Legambiente e abbiamo realizzato opere pubbliche aumentando il patrimonio del Comune. Tutti i lavori che abbiamo fatto sono stati realizzati ricorrendo fondi strutturali quindi senza nessun peso sulle casse comunali». Nulla di allarmante dunque, secondo il primo cittadino, che non ha risparmiato critiche ai suoi rivali politici. «È paradossale che chi ha causato il dissesto pubblicamente dichiari che siamo stati costretti ad accendere un mutuo di 160 milioni di euro con la Cassa depositi e presiti. I responsabili di questo deficit di bilancio sono stati gli amministratori che ci hanno preceduto, che hanno assunto persone e ricorrendo a pratiche clientelari e portando il Comune a alla situazione disastrosa di oggi, è assurdo che creino confusione dicendo che tutto dipenda da noi». Archiviata la parte di difesa dinnanzi ai giudici della Corte dei Conti, il primo cittadino ha spiegato i punti di maggiore interesse delle controdeduzioni depositate in udienza. «La città è migliorata anche da un punto di vista finanziario. Nel corso dell’udienza abbiamo ribadito come sia stata operata una riduzione delle spese di 26 milioni a fronte dei 23 previsti nel piano. Alla Corte abbiamo evidenziato come siano stati accertati 350 milioni di euro ma anche che purtroppo non si è verificato l’incremento nella riscossione. La lotta all’ evasione – ha aggiunto Occhiuto – rimane sempre la nostra priorità tanto è vero che abbiamo affidato con una gara d’appalto a Municipia il servizio di riscossione che prima veniva fatto invece dall’agenzia delle entrate». E sui mancati versamenti alla Regione dei contributi per il servizio idrico e quello dei rifiuti il sindaco di Cosenza precisa: «I debiti per l’acqua si riferiscono al periodo che va dal 1980 al 2004 e sono stati stralciati in quanto prescritti e lo stesso vale per i 15 milioni di euro riferiti alla tassa sui rifiuti».
https://www.youtube.com/watch?v=zRpAUynDIos
x
x