di Alessia Candito
REGGIO CALABRIA Testa nella Piana di Gioia Tauro, tentacoli in tutta Italia, persino nella lontana Val d’Aosta. Tredici persone sono state arrestate dai carabinieri di Reggio Calabria, con il supporto di militari del Comando Provinciale di Bologna e del Gruppo di Aosta, perché accusate a vario titolo di associazione mafiosa. Nel mirino della Dda reggina sono finiti i clan di San Giorgio Morgeto e Cittanova, per lungo tempo impegnati in una guerra (tra il locale sangiorgese e i Facchineri) per il controllo di Aosta e della sua provincia, così come della casa madre nella Piana di Gioia Tauro, mai abbandonata dai vertici delle due famiglie.
GLI ARRESTATI Su richiesta del procuratore aggiunto Gaetano Paci e del pm Gianluca Gelso, agli arresti per il clan di San Giorgio Morgeto, sono finiti lo storico patriarca Mario Gaetano Agostino, 75enne per questo finito ai domiciliari, già arrestato in Crimine, ma in seguito assolto dalle accuse, i nipoti Raffaele e Giuliano Sorbara, i fratelli Michele e Vincenzo Raso, ritenuti punto di riferimento della locale in Valle d’Aosta, i fratelli Vincenzo (anche lui arrestato in Val d’Aosta) e Giorgio Raffa, cognati dei Raso, e Tommaso Fazari. Del clan Facchineri sono stati invece arrestati il boss Giuseppe Facchineri, detto “il professore” e il fratello Vincenzo, Roberto Raffa, basista in Valle d’Aosta (dove è stato arrestato) e cognato dei Facchineri, Giuseppe Chemi, Salvatore Facchineri e Giuseppe Facchineri detto “scarpina”.
IL CONFLITTO TRA I CLAN Storico clan da tempo riconosciuto come tale quello dei Facchineri, più giovane e solo nel 2010 individuato come autonomo gruppo mafioso quello diSan Giorgio Morgeto, per lungo tempo hanno convissuto più o meno pacificamente in territori limitrofi, tanto in Calabria, come ad Aosta. «Sebbene il cuore dei clan sia rimasto qui, affari, interessi e persino alcuni degli esponenti di spicco erano stabilmente al Nord» ha sottolineato il procuratore capo della Dda, Giovanni Bombardieri.
LA MICCIA A far scoppiare le ostilità fra le due famiglie, l’intervento a gamba tesa dei clan di San Giorgio Morgeto, interessati a tutelare un “loro” imprenditore dalle pretese estorsive dei Facchineri. Un’ingerenza che la cosca di Cittanova non ha tollerato, convinta che dietro quella richiesta si celasse anche il tentativo di emancipazione di una famiglia da sempre considerata “satellite”.
L’OMICIDIO RASO Sarebbe questo, secondo gli inquirenti, il contesto in cui è maturato l’omicidio di Salvatore Raso, elemento di vertice delle famiglie di San Giorgio Morgeto, ucciso con dieci colpi di fucile a pallettoni nei pressi della sua casa in Calabria. «Il gip ha rigettato la nostra ricostruzione sui responsabili di quell’omicidio, ma è stata perfettamente d’accordo sulla ricostruzione del contesto» spiega Bombardieri. Per gli inquirenti quel delitto efferato nascondeva un messaggio. I Facchineri avrebbero voluto punire la famiglia rivale, “rea” di aver alzato troppo la testa.
I NOMI Gli arrestati Giuseppe Facchineri, nato a Cittanova, il 2 febbraio 1960; Giuseppe Chemi, nato a Taurianova, il 10 marzo 1960; Roberto Raffa, nato a Taurianova, il 6 dicembre 1975; Vincenzo Facchineri, nato a Cittanova, il 9 gennaio 1967; Giuseppe Facchineri, nato a Cittanova, il 16 maggio 1970; Michele Raso, nato a San Giorgio Morgeto, il 17 giugno 1962; Vincenzo Raso, nato a San Giorgio Morgeto, il 13 gennaio 1953; Giorgio Raffa, nato a San Giorgio Morgeto, il 19 aprile 1970; Vincenzo Raffa, nato a San Giorgio Morgeto, il 4 novembre 1976; Tommaso Fazari, nato a San Giorgio Morgeto, il 12 agosto 1960; Giuliano Sorbara, nato a San Giorgio Morgeto, il 14 aprile 1973; Raffaele Sorbara, nato a San Giorgio Morgeto, il 12 ottobre 1969; Mario Gaetano Agostino, nato a Carpanzano, il 6 maggio 1944 (arresti domiciliari). (a.candito@corrierecal.it)
https://youtu.be/qdFYO1zaBO4
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