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Per l’Anac la burocrazia regionale ha boicottato l’Anticorruzione

Una delibera analizza «omissioni» nel trasferimento dei dati sui dipendenti indagati e la mancata rotazione dei manager. E chiede l’avvio di procedimenti disciplinari. «Il responsabile dell’ufficio…

Pubblicato il: 18/07/2019 – 7:32
Per l’Anac la burocrazia regionale ha boicottato l’Anticorruzione

di Pablo Petrasso
CATANZARO
I rapporti tra la burocrazia della Cittadella e l’Anticorruzione regionale? Pessimi. La rotazione dei dirigenti? Insufficiente. Nel “viaggio” ideale compiuto dall’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) tra i corridoi del palazzo di Germaneto ci sono (quasi) soltanto brutte sorprese. La fine del monitoraggio è diventata pubblica grazie alla delibera pubblicata lo scorso 10 luglio. Delibera che, al solito, prevede omissis sui nomi dei manager e finanche su quello dell’amministrazione cui si riferisce. I dati, però, sono espliciti: si parla della Calabria. E in Calabria i problemi non sono pochi. Se sono arrivati sul tavolo di Raffaele Cantone è (anche) grazie a una segnalazione riservata arrivata all’indirizzo dell’Autorità il 19 dicembre 2018.
ANTICORRUZIONE DELEGITTIMATA Il successivo carteggio è servito a delineare inefficienze e difficoltà di comunicazione. Fino alla valutazione finale. Cioè «l’accertamento di condotte di contrasto al responsabile trasparenza e anticorruzione (Rpct); dell’omessa collaborazione con il Rpct pro tempore nell’attività di monitoraggio dei procedimenti penali e disciplinari per condotte di natura corruttiva; dell’omessa attuazione della rotazione straordinaria, sia in relazione ai provvedimenti di rotazione che alle attività ad essa propedeutiche». Firmata dal presidente facente funzioni Francesco Merloni, la delibera invita la Regione a fornire al manager anticorruzione «poteri di interlocuzione e controllo su tutta la struttura organizzativa» ed «evitare la delegittimazione» del suo ruolo. Non solo: l’Anac chiede all’amministrazione di «valutare l’opportunità di avviare un procedimento disciplinare per violazione delle misure di prevenzione della corruzione previste nei piani triennali di prevenzione della corruzione e della trasparenza nei confronti dei dirigenti». La Cittadella ha 30 giorni per adeguarsi.
«OSTRUZIONISMO DEL DIPARTIMENTO “RISORSE UMANE”» La storia dell’Anticorruzione regionale è costellata di dimissioni e “infortuni” da parte dei dirigenti. Nell’ottobre 2018, Francesca Palumbo lascia l’incarico. Lo fa nello stesso giorno in cui l’Ufficio procedimenti disciplinari della Regione (composto dai dirigenti del settore “Affari generali” e del settore “Gestione giuridica del personale”) «comunica l’impossibilità a fornire la relazione richiesta dal Rpct e i relativi atti nei termini assegnati». Non è un caso isolato, secondo quanto riporta la delibera dell’Anac, ma «l’ennesimo omesso riscontro alle richieste del Rpct per gli adempimenti dell’ufficio e per le attività di prevenzione della corruzione e della trasparenza, che lo hanno obbligato a un’attività “estenuante di solleciti” formali e informali che hanno aggravato le procedure». «Ciò – altro estratto della delibera – gli ha reso impossibile adempiere ai propri obblighi a causa del contesto interno dell’Amministrazione – connotato dall’ostruzionismo del dipartimento “Organizzazione e risorse umane” che ha vanificato il notevole impegno da questi profuso in tale gravosa attività, che svolgeva unitamente a quella di dirigente di Settore della Segreteria di giunta – e ha esposto l’amministrazione a rischi non preventivabili». Per il dg accusato di aver messo i bastoni fra le ruote al Rpct non si tratta di «omissioni» ma di «meri ritardi nella trasmissione di dati e informazioni, peraltro giustificati da difficoltà oggettive che non sarebbero fonte di responsabilità alcuna, tantomeno disciplinare». Ritardi dovuti anche al doppio ruolo di quel manager, Bruno Zito: la necessità di far fronte anche alla guida del dipartimento Tutela della salute avrebbe «determinato la sottrazione di tempo ed energie alle tematiche del Personale». La difesa, tuttavia, non convince l’Anac: «L’omessa trasmissione dei dati segnalata dal Rpct» non è «un mero ritardo ma costituisca un’omissione». La prova starebbe nel carteggio tra Anticorruzione regionale e Ufficio procedimenti disciplinari. La richiesta dell’elenco dei dipendenti coinvolti in procedimenti penali e disciplinari sarebbe stata invita nel luglio 2018. La risposta è arrivata nel gennaio 2019.
ANTICORRUZIONE IGNORATA Il responsabile trasparenza e anticorruzione è stato ignorato da quasi tutta la macchina burocratica regionale. «Dalle informazioni acquisite – certifica la delibera – è emerso che solo alcuni dipartimenti e strutture equiparate hanno collaborato spontaneamente con il Rpct nell’attuazione delle misure anticorruzione e di trasparenza mentre diversi dipartimenti hanno collaborato solo dopo ripetuti solleciti e, peraltro, in maniera parziale o insufficiente. Tra questi figura il Dipartimento “Organizzazione e Risorse Umane”, che ha condizionato notevolmente l’attività del Rpct a causa del ruolo centrale che riveste all’interno dell’Amministrazione e nelle attività del Rpct». Qualche esempio: «Il citato Dipartimento ha omesso di collaborare nella mappatura dei processi e nella rotazione del personale, nel monitoraggio della rotazione dell’anno 2018 e nella programmazione della rotazione per l’anno 2019». La lista delle inadempienze è lunga e comprende atti al confine tra l’inefficienza e il puro “dispetto” (come il fatto che l’informativa sui procedimenti penali a carico dei dipendenti regionali sia stata inviata dall’Ufficio procedimenti disciplinari al solo dipartimento Risorse umane quando l’Anticorruzione l’aveva richiesta da mesi ricevendo risposte negative). Stringata, invece, la descrizione di contesto con la quale l’Anac descrive «una situazione di completo isolamento del Rpct in cui questi si è trovato a operare, privo anche di un’adeguata struttura organizzativa». Ne segue che «le dimissioni del Rpct siano maturate in un contesto lavorativo difficile e di contrasto nei suoi confronti». (p.petrasso@corrierecal.it)

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