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L'assemblea Pd di Cosenza vuole Oliverio. «Altri candidati? Si facciano avanti»

Nella riunione provinciale a Rende diversi amministratori, consiglieri regionali e simpatizzanti dem accordano fiducia al governatore. «L’M5s è in calo ed il centrodestra non è compatto, abbiamo un…

Pubblicato il: 19/07/2019 – 22:26
L'assemblea Pd di Cosenza vuole Oliverio. «Altri candidati? Si facciano avanti»

di Michele Presta
RENDE Dal quartier generale dem la parola d’ordine è cautela, dall’assemblea provinciale di Cosenza invece le idee sono più che chiare: a Mario Oliverio si accordano tutte le fiducie per la prossima tornata elettorale. «È il candidato più forte. Se avete un’alternativa fatevi sotto». Il coro è unanime, i tanti che si sono avvicendati nel corso della discussione non sembrano avere dubbi. Nella lunga riunione cosentina, gli iscritti del Partito democratico, hanno messo in fila la sequela di quelle che a loro parere sono le buone pratiche e i risultati raggiunti dal governatore e le hanno consegnate nelle mani del responsabile del mezzogiorno Nicola Oddati e dell’eurodeputato eletto nella circoscrizione Sud Andrea Cozzolino. «Stiamo perdendo il vantaggio oggettivo che – ha dichiarato Mario Oliverio – indipendentemente da me, rappresenta la forza che governa la nostra regione. Noi siamo da una parte, dall’altra ci sono schieramenti come il Movimento 5 stelle e il centrodestra che, allo stato, possono essere solo antagonisti. I primi sono in fase calante il centrodestra è con il “culo per terra” ad oggi. Mario Occhiuto non mi pare abbia una coalizione così forte e questo perché c’è un malessere profondo nel centrodestra che ora come ora non è sanabile. Io questa cosa la segnalo, noi però piuttosto che lavorare per proiettare una iniziativa politica vincente, anche nell’attesa di una riunione rappresentiamo la flagellazione del Partito democratico». E sulla possibilità di altri candidati ha aggiunto: «Si ricorra alle primarie, quelle istituite con legge regionale da Agazio Loiero – spiega Oliverio – e dico questo perché io non voglio niente né chiedo niente. Ho sempre operato così, con Luigi Zingaretti mi sono schierato senza chiamare o tantomeno essere chiamato. È stata una semplice convinzione politica».
USCIRE DAL COMMISSARIAMENTO Sindaci, amministratori, iscritti al Pd. Tra i democratici la voglia di avviare una discussione in vista delle elezioni si scontra con i paletti imposti dalla situazione commissariale. «Usciamone, ve ne prego», dice il segretario regionale dei Gd Mario Valente. La sua non è una voce nel deserto. «Avete bisogno di un organismo eletto che possa liberamente indicare chi possa concorrere alla carica di presidente – spiega Oddati -. Ma più di tutto avete bisogno di avviare una serie di discussioni alle quali si debba brillare più per presenza che per assenza». E le assenze, quelle di Carlo Guccione e Franco Iacucci, si notano, eccome. Manca anche Domenico Bevacqua, mentre per Oliverio da Reggio Calabria s’è mosso il capogruppo in consiglio regionale Sebi Romeo e insieme a lui i colleghi di assise Mauro D’Acri, Giuseppe Giudiceandrea e Giuseppe Aieta. Gli altri “corazzieri” sono gli assessori: Franco Rossi, Francesco Russo e Maria Francesca Corigliano. «La direzione del partito è stata chiara nel dire che il candidato viene scelto dal territorio – spiega la deputata Enza Bruno Bossio -. È per questo che ad oggi il candidato è Mario Oliverio in modo indiscutibile».

L’ENDORSEMENT AL PRESIDENTE «Io non vedo alternative credibili in Calabria se non Mario Oliverio, in Puglia se non Michele Emiliano e in Campania se non Vincenzo De Luca. Non vedo le condizioni politiche tali da determinare nuovi scenari». L’eurodeputato Andrea Cozzolino si accoda ai compagni di partito cosentini. «Se avete alternative discutiamone ma Oliverio per me rimane il candidato più forte. Lo conosco da anni e ritengo sia stata una delle poche persone a cambiare il volto del potere e non ad essere stato cambiato dal potere». Dello stesso avviso sono i consiglieri regionali (Aieta e D’Acri) mentre Giudiceandrea rincara la dose: «Si faccia avanti chi pensa di poter essere il candidato del centrosinistra e che possa chiaramente anche fare a meno dei voti di Mario Oliverio». E il segretario provinciale, mentre si gode i ringraziamenti per aver dato vita all’assemblea, smorza le polemiche di un partito “balcanizzato” nel Cosentino. «Le nostre lotte intestine – dice Guglielmelli -sono i nostri nemici peggiori. I nostri avversari non riescono a trovare una sintesi e noi invece di veicolare i nostri risultati pensiamo ad altri».
LE BORDATE AL SENATORE MAGORNO All’ex segretario regionale del partito Ernesto Magorno, che si è detto disponibile a fare una lista (contro Oliverio) per le prossime Regionali i compagni di partito non le mandano a dire. «Mi sono tranquillizzato quando ho letto che avrebbe fatto una lista perché conosco molto bene le sue capacità in questo campo». Sebi Romeo introduce con amara ironia l’argomento. «L’ex segretario in questi anni di governo ci ha accompagnato solo con silenzio e trame tessute nell’ombra. Da parte del partito non abbiamo avuto nessun tipo di contributo». A “tirar le orecchie” a Magorno ci pensano anche il sindaco di Acri e Giudicenandrea. «Dovrebbe dimettersi dal partito», dichiara il primo cittadino, mentre il consigliere regionale aggiunge: «Non ha mai dato una mano a questo governo per dire ai nostri iscritti quello che come partito stavamo facendo». Il capogruppo del Pd in consiglio regionale, però, non risparmia frecciatine neanche al sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo. «Doveva essere l’alternativa, rottamare questa classe dirigente. Adesso milita stabilmente nel centrodestra».
I RISULTATI DA CAPITALIZZARE Le premialità di oltre 100 milioni di euro da parte dell’Europa, le performance in termini di fondi europei, i risultati raggiunti sul Psr ed il piano scuola. Il vicepresidente della giunta regionale e Leo Pangallo vanno al sodo della questione. «Abbiamo giocato una sfida in campo aperto e senza corazza – commenta Oliverio -. I risultati sono chiari e tutti gli investimenti hanno avuto ricadute in termini economici. Ad oggi gli aeroporti hanno problemi di contenimento dei flussi, non di voli che vengono soppressi. Le cose non sono semplici, ma noi abbiamo operato in un contesto anche nazionale che non andava sicuramente in nostro favore, con una indicazione da parte del governo nazionale di tenere il Sud sempre più ai margini. Spero che le discussioni come quella di oggi vengano fatte in tutta la regione anche perché non abbiamo molto tempo». (m.presta@corrierecal.it)
 

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