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Cotticelli: «Basta con la sanità “mammellone” da succhiare»

Il commissario traccia una sorta di rapporto sulla Calabria, ribadendo che «il passato non torna più». Il primo incontro operativo con la neo sub commissario Maria Crocco e il rinnovo della collabo…

Pubblicato il: 23/07/2019 – 16:53
Cotticelli: «Basta con la sanità “mammellone” da succhiare»

di Antonio Cantisani
CATANZARO «Mi sono posto un obiettivo ambizioso: cercare di far capire, a tutti coloro che hanno gestito finora la sanità, che il passato non torna più». Il commissario ad acta della sanità calabrese Saverio Cotticelli ribadisce la sua linea e la “mission” con cui si è calato nella trincea Calabria. Davanti alla folta platea di amministratori e cittadini del Pollino-Esaro, convenuti in massa alla Cittadella per denunciare le emergenze sanitarie nell’alto Cosentino, Cotticelli, che ieri ha iniziato operativamente la collaborazione con la neo sub commissaria Maria Crocco, tiene una sorta di “rapporto” all’intera Calabria, in una fase delicata caratterizzata da vecchie e nuove problematiche, ulteriormente aggravate dal “decreto Calabria” fortemente voluto dalla ministro 5 Stelle Giulia Grillo e dal conseguente inasprimento del conflitto istituzionale tra governo e Regione Calabria, alla quale comunque Cotticelli tende sempre la mano.
«IL PASSATO NON TORNA» La premessa, però, è sempre senza sconti, da parte del commissario: «Stiamo facendo – esordisce Cotticelli – tutta una serie di attività per concludere l’esame dei conti, che, come si può immaginare, drammatico. Voglio tornare indietro per far capire come intendo il mio ruolo. Anzitutto, dico che la parola di commissario è brutta, perché commissariale significa togliere autorità a chi ce l’ha e io non l’ho mai voluto fare. Sono venuto in Calabria con l’umiltà dell’uomo di servizio, di colui che mette a disposizione della comunità tutto quello che possiedo, e io – rimarca il commissario – possiedo una sola cosa, acquisita in 50 anni di servizio nell’Arma dei carabinieri: il mio senso di legalità». Il commissario specifica ancora: «Sono arrivato qui per tentare di modificare un sistema culturale fatto in modo tale che tutto era possibile anche se non c’errano i soldi o le possibilità, ma perché doveva essere fatto. Mi sono posto un obiettivo ambizioso: cercare di far capire, a tutti coloro che hanno gestito finora la sanità, che il passato non torna più, e che chi commette illegalità o manifesta incapacità o non funziona dev’essere avvicendato. Io ho iniziato il mio mandato con la vecchia regola, quella per cui i direttori generali erano scelti dalla politica e poi il commissario interveniva dal punto di vista tecnico. Ma questa – evidenzia Cotticelli – è una cacofonia, perché devi giocare con carte non tue e i risultati si sono visti. Cosenza, a esempio, è stata gestita in maniera drammatica, dobbiamo dire la verità, gestita in maniera drammatica sotto tutti i punti di vista». E ancora, in modo molto più diretto: «Molti dicono che la sanità è un problema politico, ma in questa terra, dove si sono alternate varie situazioni, non era più un problema politico, perché abbiamo accertato situazioni di gravissima irregolarità, di infiltrazioni e altre cose che – dice Cotticelli – sono di competenza dell’autorità giudiziaria. Non voglio scendere nei particolari, ma, a parte cattiva organizzazione, disordine amministrativo, ci sono delle cose molto brutte e molto gravi che stiamo accertando e che praticamente hanno fatto della sanità un “mammellone” da cui succhiare ininterrottamente per anni le risorse. Vogliamo dirci la verità o girare intorno alle cose? E’ un succhiare continuo da un fondo senza fine, e quel fondo senza fine finirà, e quei soldi male amministrati o rubati alla fine li pagano gli utenti».
AL LAVORO CON LA NEO SUB COMMISSARIO Adesso la situazione è questa, dice poi il commissario: «Ieri ho conosciuto la sub commissaria Maria Crocco, dopo le dimissioni di Schael. E’ di Cosenza, è una donna e di questo sono felice perché le donne sono eccezionali: ha grandissima esperienza nella sanità, ha risanato l’Abruzzo, viene in Calabria con spirito davvero missionario, mi coadiuverà. La prima cosa che le ho delegato, ieri al Mef, è un piano di assunzioni certo, preciso, chiaro, da fare subito. Uno dei problemi che ho incontrato – rimarca Cotticelli – è che c’era un certo numero di assunzioni autorizzate con decreto commissariale e un altro numero autorizzato con lettera, e c’era una grande confusione tra precari, non vincitori di concorso e altre figure. Per evitare lotte tra poveri, ho fatto un provvedimento con cui ho prorogato i precari prima fino al 30 giugno e poi fino al 31 dicembre. Adesso rifaremo il fabbisogno del personale, e scorreremo le graduatorie di coloro che non hanno vinto il concorso forse perché non avevano l’amico a New York, e scorreremo con le graduatorie fino alla copertura dei posti, e non abbandoneremo i precari e troveremo il modo legale perché tutto si fa in maniera trasparente, alla luce della legge, e provvederemo a vedere come sanare le altre soluzioni, e non abbiamo avuto problemi di ordine pubblico. Io ho ricevuto tutti, ragazzi, sindaci, c’è la processione nel mio ufficio».
MANO SEMPRE TESA AL GOVERNATORE OLIVERIO Nelle prossime ore – riferiscono fonti della Regione – Cotticelli dovrebbe incontrare il presidente della Regione Mario Oliverio e i prefetti calabresi, chiamati dal governatore al “capezzale” della sanità calabrese per le difficoltà che in questi giorni si starebbero determinando, anche sotto l’aspetto delle forniture di beni e servizi, nelle aziende calabresi. Dopo aver fatto presente che «stiamo facendo il Programma operativo per il prossimo triennio», Cotticelli osserva: «Al Dipartimento e al presidente della Regione ho messo a disposizione tutta la mia collaborazione per invertire una vecchia tendenza che voleva la contrapposizione, ma di fronte alla salute e al bisogno non ci si contrappone. La mia posizione – ribadisce il commissario – è stata sempre quella della collaborazione. Dal primo giorno in Calabria non mi sono arroccato su una torre né ho voluto nascondermi dietro i poteri. Ho cercato dal primo momento di collaborare perché – conclude Cotticelli – ritengo che la cooperazione e la condivisione degli obiettivi e degli sforzi siano un fattore di successo».

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