CATANZARO «Il volume di attività della medicina generale – affermano le organizzazioni sindacali Fimmg Calabria, Intesa Sindacale Calabria (FP Cgil Medici, Cisl Medici, Sumai, Simet) e Fisum – sta incrementando il proprio peso a causa dell’evoluzione demografica della popolazione assistita e delle cronicità, per cui l’attuale sistema organizzativo non potrà più garantire per tutti la presa in carico attraverso modelli di medicina d’iniziativa, né la possibilità di accesso libero e tantomeno l’accessibilità domiciliare. Inoltre, ad oggi manca una riorganizzazione della continuità assistenziale e della Medicina Penitenziaria; le aziende sanitarie disattendono l’accordo integrativo regionale vigente da ben 13 anni, negando il riconoscimento delle giuste indennità economiche al personale medico convenzionato nell’emergenza sanitaria territoriale».
«Occorre ricordare – sottolineano i sindacati nella nota firmata dai segretari Giuseppe Varrina, Francesco Masotta e Francesco Esposito – che la sanità calabrese versa in una gravissima situazione assistenziale e alla chiusura degli ospedali non ha corrisposto un potenziamento del territorio, così come previsto dai piani regionali. A tutto ciò si aggiunge che la sanità territoriale e la medicina generale si trovano in uno stato di abbandono, i Medici di Medicina Generale subiscono continue vessazioni burocratico amministrative e senza una riorganizzazione non possono esercitare al meglio le proprie potenzialità professionali a favore dei cittadini».
«Fimmg, Intesa Sindacale e Fisum – proseguono – evidenziano i gravi ritardi nell’applicazione dell’Accordo integrativo regionale e di quelli Aziendali già definiti, accordo che permetterebbe una riorganizzazione dell’assistenza territoriale, con la presenza di ambulatori medici aperti h/12 / 24, distribuiti in modo capillare ed omogeneo su tutto il territorio, finalizzati alla gestione delle patologie croniche, dei codici bianchi, della medicina d’iniziativa e di prevenzione. Inoltre, sottolineano la mancata di un Dca che renda operativo nelle Aziende Sanitarie quanto già stabilito in una serie d’incontri con il direttore del dipartimento della Salute della Regione Calabria». «Pertanto – concludono – i sindacati proclamano lo ‘“stato di agitazione” della categoria che, in assenza di risposte rapide e concrete, nella risoluzione della controversia, sarà seguito da ulteriori azioni di protesta sino allo sciopero generale».
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