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«Sanità, servono fatti e non discussioni inutili»

di Ettore Jorio*

Pubblicato il: 24/07/2019 – 17:57
«Sanità, servono fatti e non discussioni inutili»

Alcuni giorni fa, esattamente il 18 luglio scorso, sono stato invitato dal presidente Mario Oliverio ad una riunione da tenersi alla Cittadella, finalizzata a rilanciare l’azione politica regionale in materia di diritto alla tutela della salute e di quella assistenza socio-sanitaria negata vissuta in Calabria in condizione di assoluta disperazione.
Vi ho partecipato entusiasmato dalla presenza di tanti professionisti della sanità calabrese, molti dei quali allievi dei corsi master in diritto e management che l’UniCal organizza da 16 anni consecutivamente.
Il tenore della discussione ivi svoltasi, attese le importanti presenze rappresentative di tutta la migliore sanità regionale, è stato proficuo e di buon spessore scientifico. Non fosse altro per le iniziative messe in campo, invero programmate e sviluppate con almeno quattro anni di ritardo: sono state previste azioni politico-istituzionali tali da (ri)nobilitare il consiglio regionale, (ri)attribuendogli il ruolo di legiferare la programmazione regionale con ad essa preposta la riforma strutturale del servizio sanitario calabrese. Tutto è stato deciso nell’entusiasmo generale e riassunto in un cronoprogramma accennato dal presidente Oliverio stesso, con l’affidamento ad un gruppo tecnico della elaborazione degli atti consequenziali.
Questo è quanto stabilito in via teorica, a margine delle corrette lamentele rappresentate dagli illustri “camici bianchi” presenti alla riunione e delle sottolineature di inefficienze sistemiche generate dal provvedimento “salva-Calabria”, impeditive tra l’altro del perfezionamento degli appalti attraverso i quali assicurare le più urgenti forniture, farmaci salva vita compresi, alle aziende della salute calabresi.
Diversamente è accaduto nella pratica. Tutto continua come prima, con l’accentuazione delle vecchie logiche che fanno dell’attuale governance regionale la peggiore di sempre. Di quella aziendale nessun giudizio solo perché ancora colpevolmente latitante ovvero non ancora nominata.
Anziché ricercare le migliori soluzioni, la giusta contrattazione con il governo per acquisire dal medesimo la collaborazione necessaria anche in termini di un condiviso esercizio della competenza legislativa del Consiglio regionale a deliberare una riforma strutturale e la relativa programmazione, si procede au contraire. Si tenta di ricucire, a fine legislatura, i rapporti con il commissario ad acta, invero inadeguato a svolgere il ruolo così come si converrebbe, e a dire e ridire le stesse cose all’insegna di una totale ignoranza di quanto occorrerebbe fare per dare un minimo di dignità ad una sanità indegna di essere definita tale.
La manifestazione svoltasi ieri alla Cittadella, per iniziativa dei sindaci del Pollino, ha dimostrato (finalmente) la forza e la formazione dell’istanza collettiva e la solita debolezza della risposta. Giustificazioni di un passato anche prossimo pieno zeppo di vergogne, proposte aleatorie e disegnate da chi di assistenza territoriale non ne sa e non ne saprà mai nulla (con il dubbio che ne sappia poco anche di quella ospedaliera) hanno fatto la parte del leone. Il tutto, nonostante gli accurati interventi di sindaci e di consiglieri regionali, dimostratisi sensibili alla problematica. Le cose rimarranno quindi tali e quali, a meno che a seguito della riunione appena terminata con i cinque Prefetti calabresi esca fuori dal cilindro qualcosa di diverso del solito inutile coniglio bianco.
A legislazione vigente, a meno di una pronta modifica di quello che è stato il provvedimento normativo per il quale sarà ricordata (malissimo dai calabresi) l’attuale ministra Grillo, i problemi rimarranno tali. I calabresi continueranno ad essere a rischio della loro vita. La politica continuerà a discutere inutilmente su quel da farsi che non è neppure capace di immaginare.

*docente Unical

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