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Truffa in agricoltura, sequestro da 350mila euro nel Reggino

Scoperto l’illecito conseguimento di erogazioni pubbliche di una cooperativa di Scilla. Coinvolte 11 persone e due società. Tramite false documentazioni venivano certificate spese inesistenti

Pubblicato il: 25/07/2019 – 9:42
Truffa in agricoltura, sequestro da 350mila euro nel Reggino

REGGIO CALABRIA Sono stati sottoposti a sequestro dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria oltre 350mila euro per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni in tutto o in parte inesistenti. Coinvolte 11 persone e due società. Le indagini sono state avviate nell’aprile del 2017 e svolte dai finanzieri della Compagnia della guardia di finanza di Villa San Giovanni. L’attività investigativa è stata orientata all’individuazione di eventuali profili di illiceità nella concessione di un finanziamento pubblico nel settore dell’agricoltura pari a 690.857 euro in relazione al Psr Calabria – misura 223 – primo imboschimento di superfici non agricole, a beneficio di una cooperativa del Comune di Scilla (Reggio Calabria).
L’indagine si è basata sulla analisi della documentazione acquisita presso la Regione Calabria e, successivamente, su perquisizioni domiciliari e personali, acquisizioni documentali e bancarie, accertamenti tecnici operati con droni di ultima generazione unitamente ai funzionari del Sistema Informativo nazionale per lo Sviluppo dell’agricoltura. All’esito degli approfondimenti investigativi si è accertato che l’azienda sottoposta a controllo aveva provveduto ad eseguire solo parte dei lavori per i quali aveva precedentemente ottenuto il finanziamento producendo falsa documentazione amministrativa e fiscale atta a comprovare l’avvenuta spesa. Nello specifico, è stato rilevato che, in relazione a determinate voci, i lavori non sono stati per nulla eseguiti mentre, in altri casi, è stata accertata la loro esecuzione parziale su di una porzione della superficie oggetto di finanziamento.
Per ottenere, poi, il pagamento delle varie tranche del finanziamento pubblico e, quindi, documentare l’esborso finanziario, gli indagati non hanno avuto remora a produrre alla Regione Calabria una serie di fatture per operazioni in tutto e/o in parte inesistenti attestanti l’acquisto dei beni finanziati con la complicità di funzionari incaricati della Regione Calabria che hanno attestato in maniera falsa i collaudi propedeutici alla concessione del finanziamento. Per di più, le indagini condotte hanno consentito di accertare che i costi relativi all’acquisto delle piantine da utilizzare per il rimboschimento del terreno erano stati “cartolarmente” triplicati, mediante l’interposizione di un’ulteriore azienda compiacente.

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