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Il M5S va alla guerra: «Non discutono la “Taglio privilegi”, ora ricorso al Tar»

Deputati e senatori del Movimento passano alle vie legali e denunciano l’inerzia dell’assemblea: «A 8 mesi dal deposito delle firme la legge non è ancora all’ordine del giorno». Bordate sul contrib…

Pubblicato il: 26/07/2019 – 16:01
Il M5S va alla guerra: «Non discutono la “Taglio privilegi”, ora ricorso al Tar»

REGGIO CALABRIA «Abbiamo presentato un ricorso al Tar perché il consiglio regionale, contravvenendo alle norme, non vuole discutere la legge di iniziativa popolare Taglio Privilegi, sottoscritta da più di 5mila cittadini calabresi». Questo l’annuncio di tutti i deputati del M5S di Camera, Senato e Parlamento Europeo, che continuano il loro pressing sulla riduzione dei costi della politica.
«Questo consiglio regionale rimane insensibile alla voce dei tanti che chiedono un gesto di equità sociale. Dopo aver legiferato per reintrodursi i vitalizi e le indennità di fine mandato, adesso agiscono addirittura contro la legge, pur di non discutere della nostra proposta che consentirebbe un risparmio di 3 milioni di euro all’anno, tagliandole dai loro ricchi emolumenti. Il consiglio regionale – continuano i pentastellati – aveva l’obbligo di iscrivere la Taglio Privilegi all’ordine del giorno della prima seduta consiliare per poterla discutere con precedenza su ogni altro argomento. Lo impone la legge regionale n. 13 del 1983, che stabilisce che un progetto di iniziativa popolare deve essere esaminato dal consiglio entro sei mesi dalla data di presentazione. Lo statuto della regione parla addirittura di tre mesi. Ma, pur essendone passati otto dal deposito delle firme, la Taglio privilegi non risulta ancora all’ordine del giorno delle sedute consiliari. Ma d’altronde sappiamo bene che la casta politica regionale dà il suo meglio solo quando si tratta di deliberare a favore dei propri portafogli».
«Anche quest’anno, infatti, il consiglio regionale – continuano – ha destinato la cifra di 80mila euro all’Associazione degli ex Consiglieri della Regione Calabria (qui la notizia pubblicata dal Corriere della Calabria, ndr). Ancora soldi alla casta, non contenta dei vitalizi percepiti. Ebbene, possiamo annunciare che questo è l’ultimo anno per queste vergognose regalie. Appena entreremo in consiglio regionale, dopo le prossime elezioni, abrogheremo immediatamente la legge regionale n. 3 del 2001 che consente questo vero e proprio furto ai danni dei cittadini calabresi, oltre ad approvare la nostra legge di iniziativa popolare Taglio Privilegi».
«Per intanto sarà il Tar – concludono i parlamentari 5 stelle – ad imporre a questa vergognosa classe politica la discussione in Consiglio sulla riduzione dei costi della politica. Presto ci penseranno i cittadini a liberarci di tutti questi pessimi politicanti attaccati solo ai soldi e alle poltrone».
I CONTENUTI DEL RICORSO Nel ricorso del Movimento 5 Stelle, elaborato dall’avvocato Francesco Pitaro, si chiede al Tribunale amministrativo regionale di «annullare l’atto impugnato che è illegittimo e immotivato ed ingiusto e illogico», accertando «l’inadempimento della Regione Calabria e del Consiglio regionale che non hanno esaminato la proposta di legge di iniziativa popolare “Taglio privilegi” 398/10^ e non hanno proceduto all’iscrizione di questa proposta di legge all’ordine del giorno della prima seduta consiliare». Inoltre, con l’impugnazione, l’avvocato Pitaro chiede che «il Tar accerti e riconosca l’obbligo della Regione Calabria e del Consiglio regionale di esaminare e discutere la proposta di legge e di iscriverla all’ordine del giorno della prima seduta consiliare affinché venga discussa con precedenza su ogni altro argomento», e che «il Tar condanni, anche in via cautelare, la Regione Calabria e il Consiglio regionale della Calabria a iscrivere la proposta di legge all’ordine del giorno della prima seduta consiliare affinché venga discussa con precedenza su ogni altro argomento». Nel ricorso del M5S, che contiene la domanda di sospensione del provvedimento con cui l’ufficio di gabinetto dell’Assemblea legislativa calabrese ha negato l’esame della proposta, inoltre è richiesto che «in caso di perdurante omissione e inadempimento della Regione Calabria e del Consiglio regionale, il Tar proceda alla nomina di un commissario ad acta che agisca in sostituzione della Regione Calabria e del consiglio regionale». In una dichiarazione, l’avvocato Francesco Pitaro ha spiegato di aver «proposto ricorso nell’interesse di alcuni deputati e attivisti del M5S dinanzi il Tar Catanzaro contro il Consiglio regionale della Calabria che non ha proceduto all’esame della proposta di legge di iniziativa popolare diretta a ridurre le indennità dell’intera classe politica regionale. Si tratta – ha aggiunto il legale – di condotta contra ius che si pone in contrasto con la legge regionale 13/1983 che attribuisce al Consiglio regionale il termine massimo di sei mesi per l’esame della proposta di legge».

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