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Viscomi: «Il Pd scende in campo sul regionalismo differenziato»

Il deputato annuncia un documento approvato dalla direzione nazionale. Diffusa una bozza per chiedere ai Comuni di unirsi alla protesta

Pubblicato il: 27/07/2019 – 13:35
Viscomi: «Il Pd scende in campo sul regionalismo differenziato»

GIZZERIA È dalla piazza di Gizzeria che arrivano novità per il Partito democratico nel dibattito sul regionalismo differenziato. Dopo mesi di impasse (con qualche imbarazzo, perché l’Emilia Romagna, a guida dem, fa parte delle Regioni che appoggiano la cosiddetta – per i detrattori della proposta – “autonomia dei ricchi”). È nel dibattito pubblico sull’autonomia differenziata e il decreto Calabria che il parlamentare dem Antonio Viscomi annuncia «la decisione della direzione nazionale del Pd di assumere come proprio un documento elaborato, già nel mese di febbraio scorso, dai deputati meridionali del gruppo parlamentare sul tema dell’autonomia differenziata, in una prospettiva che rifiuta ogni logica di contrapposizione tra Nord e Sud, per segnare invece l’esigenza di una rinnovata alleanza tra Nord e Sud per un nuovo regionalismo, indicando puntualmente i presupposti necessari per l’applicazione dell’articolo 116 della Costituzione». È su questo crinale che vuole muoversi il Partito democratico. No ai contrasti di campanile, ma i punti fermi ci sono. Viscomi li riassume: «La definizione preliminare dei costi per i fabbisogni standard, la definizione preliminare dei livelli essenziali delle prestazioni e di assistenza, che devono essere integralmente finanziati dallo Stato perché costituiscono il cuore dei diritti di cittadinanza e rendono effettive le dichiarazioni scritte sulla carta, la perequazione e le risorse per superare il gap infrastrutturale che il Mezzogiorno paga, e a caro prezzo, da molto tempo».
«Un vecchio slogan – spiega Viscomi – diceva “Nord e Sud uniti nella lotta”; oggi di fronte agli egoismi territoriali di chi dice “prima gli italiani”, ma dimentica che prima viene l’Italia, di fronte alla debolezza culturale e amministrativa di chi immagina di poter affrontare il problema del mezzogiorno in chiave di mera assistenza e non di innovazione produttiva, economia e sociale, occorre riscoprire il senso stesso di un partito nazionale e popolare, quale è, e vuole essere il Partito democratico. Anche per questo, la discussione sul regionalismo non può restare chiusa nelle stanze delle istituzioni ma deve coinvolgere tutte le piazze della nostra regione. Anche per questo ho suggerito agli amici sindaci di convocare il consiglio comunale e di assumere una deliberazione sul punto».
Il parlamentare del Pd si riferisce a un’altra iniziativa partita nei giorni scorsi, che lo ha visto diffondere «una bozza di deliberazione elaborata con alcuni colleghi del Pd, per esprimere la contrarietà ad ogni proposta di autonomia regionale differenziata che non preveda: la preventiva definizione dei “livelli essenziali di prestazioni” e la conseguente misurazione dei fabbisogni e dei costi standard, così come previsto dalla normativa vigente; la preventiva definizione dei meccanismi di creazione di un fondo di perequazione necessario ad promuovere l’autonomia regionale differenziata nell’unità del territorio nazionale; la preventiva valutazione dell’effettivo riparto di risorse ordinarie per gli investimenti pubblici nelle diverse regioni e la conseguente individuazione di adeguati indici di perequazione infrastrutturale necessari a colmare il gap infrastrutturale dei territori più deboli maturato negli ultimi 20 anni; la preventiva definizione di meccanismi di coordinamento e monitoraggio degli eventuali trasferimenti di competenze e funzioni dallo Stato alle Regioni che ne fanno domanda da parte del Parlamento, unico titolare delle risorse pubbliche il cui finanziamento – attraverso compartecipazione al gettito di tributi erariali – è richiesto per la copertura delle relative spese».
La questione «è troppo importante – dice Viscomi – per chiuderla nelle segrete stanze. In gioco è la stessa idea di paese e di comunità nazionale che vogliamo costruire. Di fronte a chi pensa di chiudere il mondo nei confini ristretti del proprio cortile, noi riaffermiamo il valore di una comunità inclusiva, solidale, integrata nella dimensione europea: la storia insegna che i ponti non i muri costruiscono il futuro di un popolo».
Nei mesi scorsi era stato il governatore della Regione Mario Oliverio a chiamare all’adunata i propri colleghi meridionali per mettere in campo un’azione comune di contrasto ed evitare «una grave frattura sociale ed istituzionale».

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