di Michele Presta
COSENZA La metafora è semplice: il Movimento 5 stelle è un albero, gli eletti sono la chioma, le radici sono la base. Ma c’è un però e Luigi Di Maio agli attivisti calabresi lo ha detto chiaro. «La chioma del nostro albero sono tutti i nostri eletti, la base del movimento invece sono le radici. In questo momento la chioma è folta ma le radici sono deboli, così non possiamo affrontare la tempesta». Il vice-premier però fa mea culpa: «La colpa è nostra perché non siamo stati in grado di inglobare altre persone nonostante il numero di votanti nei nostri confronti sia aumentato». Sta tutto qui il problema organizzativo del Movimento 5 Stelle e su questo prova a lavorare il leader del movimento fondato da Beppe Grillo. Sei ore di assemblea all’Auditorium Guarasci del liceo Telesio, più di cento iscritti hanno preso la parola, diverse le critiche sparuti i «ben fatto». Sembrerebbero essere rimasti in 8mila gli attivisti che reggono le sorti su tutto il territorio nazionale (dato che a parere di Luigi Di Maio non è mai cambiato ndr), poche migliaia a fronte dei quasi 10 milioni di italiani che nel 2018 hanno votato per il M5s. Dalla assemblea calabrese gli attivisti pentastellati ammettono di avere come tutti i partiti politici, «i mal di pancia interni». Fuoriusciti rimasti scottati per la mancata elezione, altri invece che hanno abbandonato la scialuppa del cambiamento dopo le scelte sulle candidature nei collegi dell’uninominale.
USCIRE DALLA CRISI CON I FACILITATORI Sono i “facilitatori” la ricetta alla fuga degli attivisti dal Movimento 5 Stelle. «Sarà una figura professionale che traduce gli input di un progetto organico che si dovrà discutere in una assemblea come questa». Come già spiegato nelle altre assemblee nazionali, nessun “facilitatore” può essere un Presidente di Commissione, Sottosegretario, Ministro, presidente di un’assemblea. A questo va aggiunto che l’eletto dovrà dimostrare una comprovata esperienza come attivista all’interno del movimento. In Calabria dovrebbero essere 3. Le regole per l’elezione sono state già votate sulla piattaforma Rousseau il 25 e 26 luglio e questo avrebbe mandato sui gangheri non solo gli attivisti calabresi, ma anche gli altri delle regioni in cui Luigi Di Maio non ha organizzato l’assemblea. «Mi chiedete sempre se ho bisogno di una mano –ha detto Di Maio-, sì adesso lo potrete fare ma prendendovi oneri e responsabilità».
PROFETA E FACILITATORE «Abbiamo permesso ad una generazione di entrare nelle istituzioni, ma non ci possiamo fermare qui». A questo dovranno lavorare i “facilitatori”, soprattutto quelli dedicati ai rapporti interi o esterni. «Quando nuovi attivisti arrivano nei nostri meet-up con guerre fratricide è logico che si tirano indietro. Dobbiamo fare in modo che il movimento diventi accogliente, non respingente» Di Mario spera nell’anno zero del M5s e per questo vuole reclutare linfa nuova. «I nostri consiglieri comunali sono la nostra forza, sono sul territorio a differenza nostra che abbiamo molti impegni istituzionali. Ma al momento non abbiamo i numeri per votare una regola che stabilisca il mandato in comune prima di arrivare in Parlamento. Siamo in 8mila»
LO SFOGO DELL’ATTIVISTA «Siamo partiti contro il sistema, oggi siamo diventati il sistema. Eravamo contro le accozzaglie e oggi ce le troviamo dentro –ha detto un’attivista nel corso dell’assemblea-. In Calabria abbiamo avuto eletti di ex parlamentari che hanno distrutto la Calabria. Ci avete imposto lo statuto e al collegio uninominale abbiamo eletto persone che con il Moviamento 5 Stelle non c’entravano niente lasciando fuori tutti gli attivisti che lavoravano sul territorio. Siamo partiti contro la Tav, la Tap e l’Iva e adesso siamo a favore di tutte queste cose. Eravamo contro l’immunità parlamentare e ci siamo ritrovati a dover votare Salvini Si o No. Non ho più voglia e forza di lottare per il M5s mi sento delusa e tradita».
CON LE CIVICHE MA CONTRO LE ACCOZZAGLIE All’assemblea calabrese “Riorganizziamoci Calabria” insieme a Luigi Di Maio sono stati presenti tutti i rappresentanti istituzionali pentastellati ma non hanno partecipato alla discussione. Voce solo all’assemblea che ha toccato tutti i temi relativi al mondo pentastellato calabrese e ai problemi di natura politica calabrese. Ancora tabù l’argomento regionali. Di Maio ha assicurato come il movimento ci stia lavorando e che si concorrerà per vincere. Ed in vista dei prossimi appuntamenti elettorali si è parlato anche delle alleanze con le liste civiche. «Le liste civiche –sostiene Di Maio- sono serbatoi di voti che finiscono sempre il giorno dopo le elezioni. Ma bisogna fare una precisazione. Io non voglio fare ammucchiate, ma ci sono delle associazioni, dei comitati e delle realtà territoriali con cui abbiamo lavorato e lavoriamo per raggiungere un obiettivo comune. Con queste realtà si può dialogare ed evitare che i voti non vengano dispersi».
L’INCONTRO CON I PRECARI DEI CALL CENTRE Fuori dall’assemblea ma presenti all’esterno della struttura dalla mattinata diversi operatori del comparto delle telecomunicazioni (qui la notizia). Terminato l’incontro il Ministro del lavoro e dello sviluppo economico li ha incontrati insieme ai precari dei Vigili del Fuoco che aspettano la stabilizzazione. Luigi Di Maio ha colloquiato con due rappresentanti sindacali e a loro ha confermato come l’attenzione del Governo sul tema sia massima. (m.presta@corrierecal.it)
x
x