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«Basta con progetti faraonici e inutili. Vi spiego come aiuteremo la Calabria»

Intervista al ministro per il Sud Lezzi. La logica dei Cis che saranno presentati domani a Catanzaro. Le idee per Gioia Tauro («sarà allacciata alla linea ferroviaria»). La subalternità del Sud «gr…

Pubblicato il: 29/07/2019 – 10:37
«Basta con progetti faraonici e inutili. Vi spiego come aiuteremo la Calabria»

di Pablo Petrasso
LAMEZIA TERME Il ministro per il Sud Barbara Lezzi arriva in Calabria in un momento delicato per il governo. Tanti i dossier sul tavolo, tanti gli scontri nella maggioranza. Temi come la dotazione infrastrutturale del Paese e il regionalismo differenziato chiamano in causa direttamente la distanza tra Nord e Sud. Distanza sulla quale il “suo” dicastero è chiamato a intervenire. Martedì il ministro presenterà i Contratti istituzionali di sviluppo (Cis): un modo per colmare quel gap.
Il Mezzogiorno e la Calabria hanno visto susseguirsi, nel corso degli anni, una serie di misure ad hoc per lo sviluppo. Tutti gli interventi sono stati presentati come risolutivi; nessuno, però, ha portato reali benefici. Perché i Cis dovrebbero funzionare?
«Quelli che troppo spesso sono naufragati nel corso di decenni sono stati piani eccessivamente ambiziosi, progetti faraonici completamente decontestualizzati rispetto alle caratteristiche dei territori nei quali dovevano essere realizzati. Sono serviti più come vetrine per la politica e per dare un po’ di lavoro che per il bene delle comunità. I Contratti istituzionali di sviluppo sono altra cosa: non si tratta di interventi risolutivi, ma prevedono la realizzazione di progetti mirati, in tempi più rapidi rispetto al normale, che si vanno ad aggiungere e a integrare con le altre politiche che il governo sta mettendo in campo per il Mezzogiorno. È uno dei tasselli del nostro piano per il Sud, insieme al rilancio delle infrastrutture, sostegno alle imprese, al lavoro e alla ricerca».
Può tracciare un quadro delle risorse e degli interventi strategici individuati?
«Interventi e risorse verranno definiti dopo l’insediamento dei tavoli dei due Cis Calabria, che avverrà domani a Catanzaro. Intanto partiamo: chiederò alle amministrazioni locali di presentare i progetti che ritengono utili per i loro territori nei tempi più rapidi possibili, in modo che poi possano essere vagliati e selezionati. Riguardo al capitolo risorse, stiamo ancora valutando l’entità da mettere sul piatto: la quota principale del finanziamento avverrà attraverso il Fondo sviluppo e coesione, di cui presiedo la cabina di regia».
Quali progetti per la Calabria si impegna a chiudere entro la fine della legislatura?
«Rispetto a quelli del Cis, l’obiettivo è di portarli a termine tutti. C’è poi la questione del rilancio del porto di Gioia Tauro, anche attraverso la Zes: è una grande opportunità che io e tutto il governo vogliamo concretizzare».
Quando si parla di investimenti al Sud – ma il discorso ormai si può estendere a tutto il Paese – si agita spesso (e non a torto) lo spettro delle infiltrazioni mafiose nell’erogazione dei fondi e nella realizzazione delle opere. Quali strumenti avete previsto per prevenirle?
«La presenza domani a Catanzaro del presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra  vuole essere un segnale molto chiaro: sappiamo dove ci apprestiamo a intervenire, l’attenzione sarà massima. Le leggi vigenti e gli organismi di controllo rappresentano già strumenti adeguati. Certamente effettueremo un monitoraggio rigoroso. Gestiremo la cabina di regia dei due Cis a livello centrale: i territori saranno giustamente coinvolti e avranno un ruolo attivo, ma tutto verrà supervisionato».
A proposito del dibattito politico recente: il sì del premier Conte alla Tav è stato un duro colpo per il M5S. In Calabria, invece, si legge dell’Alta Velocità al Nord mentre il porto di Gioia Tauro non è neppure collegato alla rete ferroviaria, così come l’aeroporto di Lamezia Terme. Chi dice che il Paese procede a due velocità non ha proprio torto…
«Non solo non ha torto, ha ragione. Questo non è più accettabile, perché cittadini del Nord e Sud devono avere gli stessi diritti e servizi. Sul Tav, che vede d’accordo tutti i partiti tranne noi, comprendo i cittadini calabresi e del Sud: a loro, giustamente, questa vicenda deve apparire surreale. Gioia Tauro deve assolutamente essere allacciata alla rete ferroviaria e con il presidente Conte stiamo studiando un collegamento su ferro che riguardi tutti i principali porti del Sud. Sono convinta che in passato c’è stata la volontà di mantenere il Mezzogiorno in una condizione di subalternità e la politica locale ha giocato un ruolo decisivo. Un Sud arretrato ha fatto comodo a molti, soprattutto in termini di bacini elettorali “ricattabili”. Questo governo ha invertito la rotta e il Mezzogiorno è realmente una priorità: basta guardare all’entità degli investimenti che stiamo mettendo in campo. Per rendere efficace questo percorso però serve anche anche uno “scatto” da parte dei cittadini. Il Sud merita di essere aiutato e al contempo deve dare dimostrazione di cosa è capace se messo nelle giuste condizioni».
C’è una distanza tra Nord e Sud che il suo ministero è, in qualche modo, chiamato a colmare. Eppure un altro motivo di scontro con i vostri alleati della Lega è la riforma costituzionale sul regionalismo differenziato, che rischia di trasformare quella distanza in un baratro. Quanto siete lontani da Salvini su questo punto? E sareste pronti a rompere il patto di governo se non si trovasse una sintesi davanti alle rivendicazioni dei governatori leghisti?
«L’autonomia è un diritto previsto dalla Costituzione, che al contempo fissa anche dei paletti ben precisi come l’obbligo di garantire il principio di solidarietà. Inoltre, nel contratto di governo è letteralmente previsto l’impegno a “colmare il gap tra Nord e Sud”. Come Movimento 5 Stelle ci siamo fatti garanti della coesione nazionale e dunque questi due aspetti, autonomia e riduzione del divario, devono necessariamente camminare insieme. Va trovato un punto di equilibrio tra queste esigenze. Alla sintesi si può certamente giungere e senza particolari problemi, se c’è la buona volontà di tutti e si rispetta fino in fondo la Costituzione. Noi siamo assolutamente favorevoli e disponibili a portare a termine il percorso dell’autonomia, a condizione che per farla non ci si chieda di spaccare il Paese. Su questo siamo irremovibili». (p.petrasso@corrierecal.it)

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