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Buone pratiche contro il digital gap, il "modello" calabrese

*di Concettina Scopelliti

Pubblicato il: 30/07/2019 – 21:23
Buone pratiche contro il digital gap, il "modello" calabrese

«Le scelte di oggi hanno profonde implicazioni sul domani e questo la Regione Calabria lo ha compreso, dimostrando grande lungimiranza nella propria strategia di trasformazione digitale. […] Siamo sicuri che grazie alle nuove tecnologie, saprà mettere in moto un meccanismo virtuoso che parta dai dipendenti e approdi ai cittadini e alle aziende del territorio».
Sembrerebbe ossimorico pensare che a fronte di statistiche indicanti gli indici di sviluppo sul piano del funzionamento di servizi e dell’efficienza possa sposarsi con una tale dichiarazione rilasciata da Simonetta Moreschini, Direttore della Divisione Pubblica Amministrazione di Microsoft Italia. Ebbene, è questo uno dei caratteri della Regione Calabria, come probabilmente di molte regioni dell’Italia: la capacità di contraddirsi, anche nel meravigliare le aspettative di chi si basa sui pronostici. È tale idea che, in vario modo, forse dovrebbe declinarsi come un modello esportabile. Le parole del comunicato stampa Microsoft non sono altro che una conferma del fatto che la strada tracciata dall’evoluzione digitale è un doveroso percorso per ogni istituzione e per ogni cittadino. Ognuno di noi è ben consapevole di quanto l’uso della tecnologia sia pervasivo nella vita quotidiana ed ormai le nuove generazioni crescano di pari passo con la cultura digitale. Il punto di partenza è allora sempre lo stesso: il potenziamento dell’istruzione. Ma già prima dell’interesse mostrato dal colosso Microsoft le scuole calabresi hanno saputo mostrarsi in possesso di questa consapevolezza e lungimiranza che il Direttore Microsoft ha elogiato. Pensando alle esperienze del Liceo Scientifico – Linguistico Statale “Pitagora” di Rende, nell’ambito del progetto “La Scuola anticipa il Futuro”, finanziato ai sensi dell’Azione #25 del Piano Nazionale Scuola Digitale, alla progettualità che in questa direzione, da diversi anni, mostra il Liceo Leonardo da Vinci di Reggio Calabria e svolgerà in settembre con i fondi europei PON/POR un modulo di implementazione gestionale nel campo della digitalizzazione intitolato “Safe and Clever in Internet”, alle esperienze degli studenti dell’Ite Piria di Reggio Calabria che si sono qualificati lo scorso maggio per la finale della “Championship di Informatica” 2019.
Team building e team working, sviluppo di competenze trasversali e specifico-tecniche, educazione alla responsabilità e al confronto all’interno di una competizione a squadre sull’applicativo Office della Microsoft, sono solo alcuni esempi di buone pratiche diffuse.
Negli anni il Ministero della Pubblica Istruzione e l’Europa hanno promosso lo sviluppo delle infrastrutture tecnologiche di rete (LANs) come un piano nazionale per la formazione nel campo della docenza e della pubblica amministrazione, anche mediante l’uso di piattaforme elearning come quella della National Agency for the Development of’ School autonomy (ANSAS) attualmente denominata INDIRE. Guardando agli esempi citati non si può che pensare ad un futuro proiettato su un’idea di comunicazione di conoscenza aperta, che investa ogni ambito e che riesca a coinvolgere i giovani in un uso sapiente della tecnologia. Sarebbe infatti auspicabile per l’intera nostra Penisola riuscire a connettersi su un piano di spinte positive alla omogeneizzazione dei sistemi migliorativi. Conoscere la carta come risorsa e saperla globalizzare, affinchè ciascuno possa giovarsene. La digitalizzazione entra nei Musei e consente di rendere la cultura veramente democratica e inclusiva. Si potrebbe citare in tal senso il possibile uso a scuola dello Speaky Facile, che il Segretario generale del Polo Digitale Calabria Alfredo Andrieri ha descritto come sistema di ausilio per ipovedenti a comandi vocali in cui, insieme ad altri software, integrano un sintetizzatore vocale ed un sistema ICR, di elevata qualità.
Occorre allora focalizzare la riflessione sulla possibilità di rendere gli oggetti intelligenti, farli pensare, parlare e interagire, Internet of Things (IoT), e sui limiti etici di questa opportunità. Il docente è ancora una volta un perno importantissimo che aiuterà le giovani generazioni a discernere e scegliere anche in base alla salvaguardia della “sicurezza”. Le leggi e le norme, in questa direzione, tendono ad adeguarsi al contesto, come la società e la scuola che devono avere un forte alleato nella intelligenza artificiale. “Internet of Things”, applicazioni didattiche dell’IoT, Industria 4.0 e ambiti applicativi dell’IoT, Elettronica, sensori, 5G, apps, domotica e progettazione di prototipi sono le nuove sfide per far sì che gli ultimi dati resi disponibili dal Digital Agenda Scoreboard possa mutare le prospettive della propria analisi, non evidenziando più una situazione di estrema debolezza nell’utilizzo dei servizi in rete da parte di cittadini e imprese italiani.
L’agenda digitale prevederebbe classi 3.0, le Interactive Whiteboards (IWB) come strumento di potenziamento comunicativo, e-book e digital book, sperimentazioni di nuovi modelli di organizzazione scolastica e insegnamento. E da qui, si sa, il passo potrebbe essere quasi automatico per il propagarsi di questa onda positiva sull’intero contesto sociale. Basterebbe non lasciare isolate le buone pratiche, ma diffonderle e migliorarle con idee nuove e progettuali che partano da un solco tracciato e lo rendano ampio quanto l’intera Penisola, azzerando così il divario segnalato per l’Italia rispetto agli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea.

*Docente e PhD in Italian studies

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