COSENZA Gli esiti della perizia del medico legale avrebbero confermato i sospetti iniziali. Saverio Ferrarelli, deceduto il 15 novembre 2018, all’ospedale Civile dell’Annunziata si sarebbe potuto salvare. Ferrarelli era stato operato per un lipoma inguinale e l’intervento era stato eseguito nell’ospedale di San Giovanni in Fiore nella prima settimana di novembre. Nelle fasi post operatorie, però, le condizioni dell’uomo sono, progressivamente, peggiorate. La corsa disperata al nosocomio di Cosenza, le cure dei medici in rianimazione, poi il decesso per un arresto cardiaco da edema polmonare. La famiglia dell’uomo a quella morte però non si è arresa e dopo aver denunciato l’episodio alla Procura della Repubblica di Cosenza è rimasta in attesa dello svolgimento dell’indagine. A distanza di circa un anno e mezzo, l’esame autoptico eseguito dal medico legale Emilio Perfetti avrebbe evidenziato delle criticità in relazione all’operato dei medici dell’ospedale di San Giovanni in Fiore. Il consulente incaricato dal pubblico ministero Bianca Biattini, nella sua perizia depositata il 19 luglio ha evidenziato come «il ritardo dell’intervento dei sanitari ha causato il peggioramento delle condizioni del Ferrarelli, invece un intervento medico tempestivo lo avrebbe salvato». A rappresentare i familiari del deceduto l’avvocato Sabrina Rondinelli che, fin dalle fasi iniziali della denuncia, si è avvalsa della collaborazione del medico legale Isabella Aquila. «Avevo denunciato il caso alla Procura della Repubblica di Cosenza perché dagli elementi che mi aveva dato la dottoressa Isabella, avevo capito fin da subito che c’erano degli aspetti della vicenda da sottoporre all’attenzione e alla valutazione della magistratura, ora aspettiamo fiduciosi che si faccia chiarezza sul caso». (mipr)
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