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Si autosospendono 14 dirigenti del Pd di Crotone: «Spettacolo indegno»

Tra loro ci sono l’ex sindaco Peppino Vallone e l’ex candidata a primo cittadino Rosanna Barbieri. Nel mirino Graziano e «la sceneggiata» del commissariamento durato cinque giorni

Pubblicato il: 31/07/2019 – 14:58
Si autosospendono 14 dirigenti del Pd di Crotone: «Spettacolo indegno»

di Gaetano Megna
CROTONE Si autosospendono dagli organismi del Partito democratico 14 dirigenti del circolo cittadino di Crotone. Non vogliono più far parte del gruppo dirigente, ma restano nel partito da semplici tesserati. Tra i 14 ci sono nomi importanti quali l’ex sindaco Peppino Vallone e gli ex assessori comunali Manuela Asteriti, che tra l’altro era presidente dell’assemblea cittadina, Sergio Contarino, Vincenzo Mano e Anna Melillo. Tra gli autosospesi c’è anche Rosanna Barbieri, che tre anni fa è stata la candidata a sindaco del Pd. A fare da battistrada è stata Asteriti, che ieri ha diffuso un duro documento contro il commissario regionale Stefano Graziano, accusandolo di avere messo in atto «la sceneggiata» del commissariamento del partito cittadino e di avere ritirato l’atto dopo soli cinque giorni. Asteriti parla di «spettacolo indegno». Oggi l’esempio del presidente dell’assemblea è stato seguito da altri 13 dirigenti, che chiedono a Graziano «di consegnare nelle mani di Zingaretti le sue dimissioni, magari dopo avere chiesto scusa ai crotonesi». Graziano ha commissariato il partito di Crotone lo scorso 20 luglio, perché la segretaria cittadina, Antonella Stefanizzi, non aveva ottemperato alle indicazioni del commissario regionale di non realizzare accordi al Comune di Crotone con la maggioranza che sostiene il sindaco Ugo Pugliese. La segretaria cittadina non ha tenuto conto delle indicazioni di Graziano e l’accordo lo ha fatto. Il Pd non esprime rappresentanti nella giunta comunale pitagorica, ma sostiene la maggioranza in consiglio comunale. L’apporto dei consiglieri comunali del Pd è fondamentale, perché Pugliese ha perso diversi consiglieri eletti nelle sue liste, che sono passati nei banchi dell’opposizione. Il commissariamento del circolo cittadino di Crotone ha sollevato una fortissima polemica non solo nella città pitagorica. Il braccio di ferro aveva messo al centro dello scontro la vicenda della ricandidatura a governatore della Calabria di Mario Oliverio. Ecco perché nella città pitagorica è anche arrivato Sebi Romeo, capogruppo in consiglio regionale oggi finito agli arresti domiciliari perché coinvolgimento nell’indagine “Libro nero” della Dda Reggio Calabria. Romeo si era schierato contro la decisione di Graziano di commissariare il partito pitagorico. E sotto la spinta dei calibri più grossi Graziano ha dovuto alzare bandiera bianca e ritirare il provvedimento. Non è mancato l’intervento del partito nazionale, che lo ha costretto ad ingoiare il rospo. Il cambio di rotta non è stato gradito dagli autosospesi di Crotone che oggi scrivono: «Per noi la misura è colma», e «non ci sono più le condizioni politiche per continuare». «Ci autosospendiamo dagli organismi politici cittadini, usciti dal congresso del 2017, – aggiungono – mettendoci i nomi e la faccia». Usano la frusta gli autosospesi quando parlano delle famose 300 tessere che sarebbero state restituite dai militanti crotonesi che non avevano gradito il commissariamento. Chiedono dove e chi abbia consegnato le tessere e chiariscono che l’ultimo tesseramento effettuato a Crotone risale a qualche anno fa. Un tesseramento simile a «quello dell’elenco telefonico approvato dall’organismo regionale e non provinciale, senza alcun controllo e con defunti inclusi». Gli autosospesi si riferiscono ad una votazione delle primarie, dove tra gli elettori sembra siano state inserite alcune persone decedute. Scrivono in politichese, ma il messaggio è chiaro: in alcune elezioni sono stati utilizzati vecchi elenchi, perché a votare non erano andati in tanti e i livelli regionali del Pd hanno, poi, ratificato tutto. (redazione@corrierecal.it)

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