Per oltre un anno e mezzo (di cui soltanto 6 nei quali mi è stato consentito di amministrare) ci siamo limitati a leggere e ad ascoltare, da parte delle minoranze sociali e consiliari, continue offese, sistematico dileggio, ripetute ed infondate insinuazioni, tante cattiverie ed una propensione costante alla volgarità ed alla violenza verbale; con aggettivi di ogni tipo destinati sistematicamente alla sottoscritta, nel suo ruolo di sindaco, eletto e rieletto dalla stragrande maggioranza dei cariatesi.
Un anno e mezzo di fango al quale, per stile, formazione e rispetto della dignità di tutti, non abbiamo mai risposto col fango, limitandoci a dare doverose risposte istituzionali alla comunità ed impegnandoci a governare emergenze ed opportunità nell’interesse generale.
Chiedo, quindi, scusa anzi tutto ai miei concittadini se, ormai definitivamente amareggiata da tanta incapacità di confronto politico, stufa di essere offesa insieme ai miei famigliari nella dignità personale e nauseata da questa squallida macchina dell’odio messa in piedi nei miei confronti e che, di fatto, danneggia la stessa immagine della Città, da questo momento in poi non starò più in silenzio. Su nulla.
A partire dal ribadire la diffusa esigenza di trasparenza pubblica rispetto alla gravità di fatti e circostanze emerse nell’inchiesta giornalistica, dal titolo “Leonardo Trento, il politico che in Germania lavorava con l’associazione dell’inchiesta Stige”, a firma non del sindaco di Cariati ma del direttore di una nota testata giornalistica regionale; una normalissima esigenza di chiarezza che, in assenza di una normalissima smentita da parte dello stesso interessato (Leonardo Trento) a distanza di oltre due settimane dalla pubblicazione di quell’inchiesta, sentiamo il dovere di ribadire.
E lo facciamo, ancora una volta, nel rispetto assoluto del principio costituzionale della presunzione di innocenza che vale per tutti, a garanzia – così come abbiamo già spiegato – anzi tutto dei soggetti coinvolti e, soprattutto, con toni istituzionali e senza nessuna delle volgarità lette invece nelle violente dichiarazioni attribuite ancora una volta a Cariati Unita e diffuse sui media.
Quelle che Cariati Unita, col tentativo di disinformare e confondere, definisce congetture e supposizioni attribuendole falsamente alle dichiarazioni del sindaco sospeso di Cariati sono, invece, ricostruzioni precise e puntuali contenute in una intervista-inchiesta giornalistica, pubblicata due settimane fa e rispetto alla quale nessuno ha mai letto repliche e smentite da parte dell’ex candidato a sindaco mai eletto Leonardo Trento.
Così come non sono mai state attribuite (salvo diverse interpretazioni della lingua italiana) indagini ed inchieste a Cariati Unita.
Al gruppo politico di minoranza sociale e consiliare, guidato dal non eletto sindaco Trento, avevamo soltanto chiesto di indicare e denunciare gli eventuali nomi dei committenti ai quali Cariati Unita aveva fatto allusione.
Domanda alla quale, nel vortice di volgarità delle ultime dichiarazioni, in effetti quel gruppo politico risponde costruendo ancora una volta una gravissima allusione di cui i mittenti se ne assumono ogni responsabilità, nella consapevolezza che le querele si fanno, non si annunciano né si ri-annunciano!
I cariatesi hanno avuto modo di esprimersi democraticamente per ben due volte consecutive negli ultimi anni. E lo hanno fatto sostenendo un progetto complessivo di buon governo della Città purtroppo ostacolato con ogni mezzo da quanti, per decenni, sono stati gli attori protagonisti di quello che la stragrande maggioranza dei cittadini ha percepito e subito come l’unico vero cerchio magico sul quale bisognerebbe probabilmente fare maggiore luce; un cerchio asfittico ed auto-referenziale che ha tenuto sotto una cappa ogni respiro della macchina comunale e della società, costruendo purtroppo quel buco finanziario nel quale stanno anche i tanti soldi pubblici destinati al comunicatore seriale preferito dall’attuale opposizione quando essa amministrava, un buco nero che – lo ripetiamo – oggi Cariati eredita come una pesantissima ipoteca sul futuro.
*sindaco Cariati
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