COSENZA «Il Re è nudo. Anche il Collegio dei Revisori dei conti si è accorto che la manovra finanziaria del Comune di Cosenza appare troppo “ottimistica” con aumento dei costi e scarsa attendibilità della capacità di riscossione delle entrate». Lo sostengono, in una nota congiunta, gli esponenti del gruppo consiliare al Comune di Cosenza del Partito Democratico, della “Grande Cosenza”, del Psi e di “Uniti per la città” che annunciano la decisione di non partecipare al prossimo consiglio comunale e di spingere per lo scioglimento dell’Assise. «Il parere dei Revisori, su salvaguardia degli equilibri di bilancio e assestamento generale – sottolineano – certifica l’ennesima bocciatura della finanza “creativa” del sindaco e l’incapacità dell’amministrazione Occhiuto di gestire le casse comunali. Basta! Finiamola, dunque, con questa storiella che si pagano i debiti delle passate amministrazioni».
«Questo è vero solo in parte – affermano ancora gli esponenti dell’opposizione – quello che infatti ha accertato la Corte dei Conti che ha attivato la procedura di dissesto per il Comune di Cosenza, è ciò che noi abbiamo sostenuto in tutti questi anni attraverso atti ufficiali trasmessi non solo alla Corte dei conti, ma anche al ministero dell’Economia e all’ufficio ispettivo del Mef. Abbiamo più volte denunciato che non venivano rispettati gli Equilibri di Bilancio per come previsto dal cronoprogramma stabilito dal Comune di Cosenza e dalla Corte dei conti per ripianare i debiti».
«Ma la cosa più grave (che è stata verificata e certificata) – denunciano – è che le amministrazioni Occhiuto hanno aumentato i debiti di oltre 200 milioni di euro. Addirittura, come ha sottolineato la Corte “nella spesa vanno incluse tutte le passività non formalizzate nel bilancio, in quanto fuori bilancio o occulte. Su questi aspetti, le controdeduzioni del Comune non smentiscono le osservazioni di cui alla deliberazione 66/2019 ed anzi si è potuto ricostruire, a seguito dell’attività istruttoria svolta, che oltre 30 milioni di euro di debiti sono allo stato non contemplati nel bilancio di Cosenza per ammissione dello stesso Comune”».
«Per tali ragioni – annunciano – abbiamo deciso che martedì non saremo presenti in Aula, affinché possa decretarsi la fine di una esperienza amministrativa nefasta. La sola presenza in Consiglio, nonostante il Voto contrario, significherebbe far continuare la consiliatura. Ecco perché non vogliamo garantire il numero legale nella speranza che anche altri consiglieri, che amano la città di Cosenza, facciano lo stesso».
«Ciò magari – concludono gli esponenti della minoranza in Consiglio comunale – servirà anche a smascherare, ancora una volta, l’atteggiamento di alcuni consiglieri che a parole criticano, almeno fino ad oggi, l’operato del sindaco, ma poi nei fatti sostengono gli atti di questa amministrazione comunale. Nessun attaccamento alla poltrona può giustificare la prosecuzione di questa fallimentare amministrazione. Si torni presto alle urne e si ridia la parola ai cittadini per dare alla città un nuovo sindaco».
LA REPLICA DI GISBERTO SPADAFORA «Se Cosenza da 7 sette anni vive il baratro del dissesto la colpa è di coloro che oggi, con troppa disinvoltura, puntano il dito contro questa amministrazione». Lo afferma il consigliere comunale di maggioranza Gisberto Spadafora replicando a una nota diffusa dal gruppo d’opposizione “La Grande Cosenza”. «Ancora oggi – aggiunge Spadafora- siamo costretti ad affrontare manovre, con senso di responsabilità, per far fronte a debiti ereditati da tanti anni di cattiva gestione. Basti pensare che ogni qualvolta vi sono stati consigli comunali che prevedevano all’ordine del giorno l’approvazione di debiti fuori
bilancio l’opposizione, irresponsabilmente, non ha inteso partecipare laddove, invece, proprio a causa delle proprie responsabilità, avrebbe dovuto essere in prima linea a votare per il riconoscimento. Responsabilità scritte chiaramente nella deliberazione della corte dei conti n. 97 del 2012 che, dopo aver esaminato il conto consuntivo del 2010, di fatto decretava l’avvio delle procedure di dissesto. Non accettiamo, pertanto, lezioni da coloro che si sono contraddistinti in passato per una scellerata gestione della cosa pubblica. I dati evidenziano chiaramente come la mole debitoria del comune è stata notevolmente ridotta in questi ultimi sette anni. Basta analizzare i rendiconti di bilancio per verificare come i residui passivi (ossia i debiti) siano passati da 376 milioni del 2011 a 123 del 2018. Anche parificando gli stati patrimoniali adeguando quello del 2011 ai nuovi criteri con i quali è stato redatto quello del 2018 si registra una riduzione di circa 60 milioni di euro. Inoltre, la passività di 30 milioni a cui fa riferimento l’opposizione, in buona parte prevista dal piano di riequilibrio e quindi non occulta e che trova piena copertura nella manovra di bilancio, riguarda nella quasi totalità pendenze prodotte in anni antecedenti il 2011 che responsabilmente vanno ripianati. È bene, inoltre, precisare che le riserve dei revisori non riguardano gli aspetti formali e tecnici che sono stati certificati come rispettosi del dettato normativo bensì gli obiettivi della manovra. Si tratta, pertanto, solo e soltanto di una valutazione prospettica. Non vi è pertanto alcuna forzatura ma la definizione di previsioni che siamo convinti di riuscire a rispettare. Basti pensare che a fronte di 18 milioni di euro di emissioni per avvisi di accertamento e ingiunzioni di pagamento sono stati iscritti in bilancio nell’ultimo triennio meno di 9 milioni di euro secondo una logica di elevata prudenza al fine di non determinare tensioni negli equilibri economico-finanziari dell’ente. È importante, inoltre, sottolineare come a seguito di affidamento del servizio di riscossione, nel secondo semestre si è conclusa la fase di start up organizzativa che produrrà i principali effetti in termini di miglioramento delle perfomance di riscossione nel secondo semestre del 2019 e nell’esercizio 2020. La manovra prende atto delle ulteriori precisazioni della Corte dei Conti e – conclude il consigliere Gisberto Spadafora – rappresenta una fase fondamentale nel percorso di risanamento che verrà presentato alle Sezioni riunite al fine di scongiurare il dissesto deliberato nel 2012».
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