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Le copie del libro di Mieli, il paparazzo, i coprisedie: paga tutto la Regione

Dalle carte dell’inchiesta in cui Oliverio è indagato per peculato emergono i dettagli delle fatture sostenute dalla Cittadella (con i fondi del turismo) per il talk show a Spoleto. Compresa una ce…

Pubblicato il: 05/08/2019 – 18:33
Le copie del libro di Mieli, il paparazzo, i coprisedie: paga tutto la Regione

di Sergio Pelaia
CATANZARO Ovviamente, come sempre, è compito della magistratura stabilire le eventuali responsabilità penali. Tanto più che il caso in questione, quello dell’indagine per peculato che coinvolge il presidente della Regione Mario Oliverio (qui i dettagli e qui la difesa del governatore), ha delle evidenti conseguenze sul piano politico. Ma leggendo le carte messe insieme sulla vicenda dalla Procura di Catanzaro e dalla Guardia di finanza, viene da farsi più di qualche domanda sull’opportunità politica di certe scelte. Che c’entra, per esempio, con la promozione turistica della Calabria, l’acquisto di 500 copie del libro di Paolo Mieli per un importo di 6.999,99 euro? E che c’entra, ancora, pagare l’ufficio stampa, il paparazzo e perfino i coprisedie per il talk show dello stesso Mieli a Spoleto? E il vitto e l’alloggio di Raffaella Carrà, Ennio Fantastichini, Carlo Freccero e altri, per un importo complessivo pari a 17.686,87, cosa avranno mai prodotto per promuovere l’immagine della nostra regione? In attesa che qualcuno dalla Cittadella sciolga questi dubbi, i contenuti dell’inchiesta che ha portato al sequestro di 95mila euro a Oliverio e al titolare della società di comunicazione che organizza il talk di Mieli stanno già rimbalzando sulle cronache nazionali. Non producendo, almeno questo è certo, un’immagine edificante della Regione Calabria.
LA REGIONE FINANZIA IL TALK MA NON IL FESTIVAL Il format “I dialoghi di Paolo Mieli”, interamente curato dalla società Hdrà di cui è titolare Marco Lucchetti, è solo uno dei tanti eventi inseriti nel cartellone del Festival dei Due mondi di Spoleto ma le due cose, come invece si farebbe intendere negli atti della Regione Calabria, non sono affatto sovrapponibili. Lo spiega bene alla Guardia di finanza la responsabile amministrativa del Festival, Falvia Massetti: la Fondazione Festival dei Due mondi, dice Massetti, ha negato alla Hdrà di inserire il logo della Regione Calabria sui materiali della rassegna perché «la promozione di un soggetto istituzionale quale un ente territoriale come la Regione Calabria per una manifestazione come il Festival poteva essere fonte di equivoci e ambiguità». Invece, la delibera che Oliverio ha proposto alla sua giunta, per rimodulare il Piano del turismo sostenibile, finanzia «la partecipazione della Regione Calabria alla manifestazione Festival dei Due mondi in programma a Spoleto». Un riferimento «ingannevole», secondo la Procura di Catanzaro, perché la Regione, più che partecipare al Festival, ha avuto un ruolo di «vero e proprio finanziatore» del talk di Mieli. D’altro canto anche il direttore artistico della prestigiosa rassegna, il presidente della Fondazione e il sindaco di Spoleto all’epoca hanno pubblicamente preso le distanze dai “dialoghi” di Mieli sottolineando come la Regione Calabria non avesse dato alcun contributo alla Fondazione che organizza il Festival.
VITTO E ALLOGGIO PER VIP, POLITICI E BUROCRATI Secondo i magistrati del capoluogo, insomma, «non vi è stata promozione turistica regionale, ma una operazione di mero tornaconto politico per Oliverio (che ha avuto un vero e proprio endorsement per la sua immagine, propagandata con i soldi pubblici) ed un corrispettivo guadagno della Hdrà spa che ha avuto un finanziatore per il suo talk show». Una conclusione, ovviamente ancora tutta da dimostrare sul piano giudiziario, a cui gli inquirenti arrivano analizzando nel dettaglio le fatture presentate da Hdrà e pagate dalla Regione. Che riguardano, tra le altre cose, anche la retribuzione, per il mese di luglio 2018, di un’assistente del presidente della società e il pernottamento e il vitto degli ospiti vip del talk. Ma anche, per esempio, dell’ex parlamentare del Pd Ferdinando Aiello, dello stesso Oliverio e del capostruttura della direzione generale del dipartimento Turismo della Regione Calabria.
ANCHE I COPRISEDIE E IL PAPARAZZO Tra le spese per «progettazione e realizzazione materiale informativo», poi, c’è una fattura da 600 euro relativa a 100 «coprisedie con stampa a più colori» utilizzati proprio per le poltrone del pubblico del talk di Mieli, difficilmente associabili alla promozione turistica della Calabria. Poi ci sono, nelle carte dell’inchiesta, due fatture da 1.000 euro ciascuna relative alla pubblicazione di altrettanti pubbliredazionali (spazi a pagamento su un giornale online): uno è intitolato “Il governatore della Calabria ospite degli incontri di Paolo Mieli a Spoleto”, l’altro “Sviluppo sostenibile, l’accelerazione green del Gruppo A2A”. Cosa c’entri la presunta svolta ambientalista di un colosso dell’energia col turismo calabrese resta evidentemente un mistero. Come incomprensibile è anche il pagamento, sempre da parte della Regione Calabria, della fattura che secondo gli inquirenti sarebbe relativa al pagamento di un “paparazzo” che ha fatto delle foto durante i talk di Mieli poi pubblicate su riviste di gossip.
I LIBRI DI MIELI E LA CENA DA 7.500 EURO Altre spese fatturate e pagate dalla Regione risultano, come detto, quelle legate all’ufficio stampa del format di Mieli, per un importo che gli inquirenti indicano in 12mila euro, nonché per le copie del libro “Il caos italiano” (acquistate dalla Regione e in parte distribuite gratuitamente a Spoleto) dell’ex direttore del Corriere della Sera. Infine c’è anche la cena (da 7.500 euro) con enogastronomia calabrese, a cui ha partecipato uno chef del Cosentino e durante la quale non sarebbe stato fatto alcun riferimento alla Calabria, a eccezione della spiegazione delle portate da parte dello stesso cuoco. «Anche la cena – scrive la Procura – si è trasformata in un contributo alle attività del format di Mieli, rappresentando un costo incompatibile con le finalità per le quali le somme regionali erano state stanziate». Secondo i magistrati di Catanzaro, in conclusione, dei 100mila euro destinati dalla Regione all’evento di Spoleto solo una pubblicazione sul Messaggero dell’Umbria, costata 4.500 euro, sarebbe coerente con la finalità di promozione turistica per cui quei soldi dovevano essere spesi. (s.pelaia@corrierecal.it)

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