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«Lega di lotta e di governo»

di Franco Scrima*

Pubblicato il: 05/08/2019 – 11:22
«Lega di lotta e di governo»

Oggi, o al più domani, potrebbe essere la giornata del “redde rationem” per il Governo. Stamattina al Senato comincia l’iter per l’approvazione del “Decreto sicurezza bis” proposto dalla Lega sul quale, a quanto si dice, avrebbe intenzione di porre “la fiducia”. I 5 Stelle, come si sa, sono contrari al decreto, ma non intendono rischiare, almeno per il momento, l’ipotesi di una crisi. Conoscendo come vanno le cose nella galassia politica, non è difficile ipotizzare che alla fine si trovi l’escamotage che eviti l’irreparabile. Comunque sia rimane nella sua imponenza la montagna che il Governo dovrà scalare tra alcuni mesi e che, inutile nasconderlo, presenta molte asperità: la Legge di Bilancio che sarà il vero test per la tenuta di questo Governo.
Per restare comunque all’oggi, c’è da dire che la maggioranza, se fosse unita, potrebbe prevalere sia pure di stretta misura, ma la situazione lascia pensare che il “testo caro a Salvini” possa passare con uno scarto più alto. Si vorrebbe che il gruppo di Fratelli d’Italia (che però lo ha smentito!) insieme ad altri senatori (di Forza Italia? E dei 5 Stelle) possano uscire dall’aula, motu proprio, facendo così abbassandosi il quorum e il decreto potrà essere approvato in sicurezza. 
La Lega, come si sa, va predicando che «l’Italia ha bisogno di “si” e non di “no”» e non solo per quanto riguarda il Decreto Sicurezza, ma anche per “l’autonomia differenziata” presentata dal Veneto, dalla Lombardia e dall’Emilia Romagna e per il completamento del Tav. Tutti e tre i progetti costituiscono per i leghisti cavalli di battaglia sui quali “il Capitano” non ammette altro se non la loro approvazione essendo provvedimenti che, a suo dire, recherebbero benefici al Paese.
Proviamo a capire quale giovamento porterebbero all’Italia. Il “pezzo forte” delle proposte sembra essere il “Decreto sicurezza bis”. Esso contiene disposizioni in materia di ordine e sicurezza pubblica. Per essere convertito in legge dovrà completare l’iter parlamentare entro il 13 agosto. Si occupa, neanche a dirlo, di soccorso in mare e di codice penale in tema di ordine pubblico durante le manifestazioni.
P
er ciò che attiene l’immigrazione il disegno di legge darebbe facoltà al ministro dell’Interno (cioè a Salvini) di limitare o vietare il transito, la sosta e l’ingresso nelle acque territoriali alle navi, soprattutto quando si suppone che abbiano violato norme del testo unico sull’immigrazione oppure che sia stato commesso il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Per la gestione dell’ordine pubblico, sia in occasioni di manifestazioni di protesta che di quelle sportive, sono previste aggravanti nel caso si configurasse un pericolo per le persone o per le cose.
Tav, acronimo di Treno ad alta velocità, richiede infrastrutture sulla tratta che unirebbe Torino a Lione. L’opera ha diviso non solo gli abitanti di quelle “Valli” in due grandi tronconi: i favorevoli ed i contrari, ma anche il Paese. I primi sostengono che l’opera completata metterà il Piemonte al centro dell’Europa e consentirà una crescita pari all’1,5 punti di Pil all’anno e settemila nuovi posti di lavoro; gli altri, compresi gli abitanti dei 23 comuni di quelle zone, mettono sotto accusa i lavori di scavo perché determinerebbero la fuoriuscita di scorie di uranio e di amianto presenti nelle rocce con potenziali gravi rischi per la salute.
Un secondo cavallo di battaglia del Carroccio è rappresentato dall’“Autonomia differenziata” o, come viene definita, “secessione morbida”. Quel che è certo è che l’Italia non può permettersi un “lusso” di tal tipo. I motivi sono tanti, ma quello che più di altri fa capire l’azzardo della proposta, come tutte le cose terrene, sono i capitali. Una gestione in proprio di qualsivoglia regione presuppone, infatti, l’utilizzo di fondi che andrebbero sottratti alle entrate dello Stato. Sarebbe come creare un nuovo, importante, buco nei conti pubblici che rappresenterebbe un vero disastro per il Paese. La spietatezza dimostrata, ad ogni piè sospinto, soprattutto contro i meridionali, non rappresenta un’eccezione del pensiero politico del Lombardo-Veneto. Esso è semmai rinnovato, me è antico e sta a significare il modo in cui le politiche leghiste intendono trattare i popoli delle altre regioni: come ai tempi delle popolazioni sottomesse. Una rivalità, checché se ne dice, che va persino oltre ogni virtù umana che da sola fa grande l’uomo. 
Il segretario della Lega taglia corto sull’argomento e definisce “surreale” una possibile mozione sulle sue proposte. Sarà! Tuttavia tanta sicurezza, fa venire in mente una celebre frase di Giovanni Falcone: «Se poni una questione di sostanza, senza dare troppa importanza alla forma, ti fottono nella sostanza e nella forma».
*giornalista

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