Da questa mattina, 5 agosto, il Punto nascita dell’ospedale di Cetraro è chiuso. Lunedì prossimo stessa sorte toccherà a quello del nosocomio di Soverato. Una decisione sofferta ma necessaria, a rischio c’è la vita della mamma e del nascituro per mancanza dei minimi standard di sicurezza. La decisione, drastica, è stata presa dal Comitato Percorso nascita (regionale e nazionale) dopo la verifica congiunta della qualità e della appropriatezza degli interventi assistenziali e validata dal ministero della Salute. Cetraro, già dal 2017, non rispetta gli standard minimi di 500 parti annui. Il decesso di una mamma di 36 anni, il 17 luglio scorso, dopo aver dato alla luce un bambino, ha fatto scattare, la verifica ministeriale. Nell’ospedale del Tirreno cosentino nel 2018 sono nati 460 bimbi ed è l’unico centro nascita rimasto in un vasto territorio che va da Tortora ed Amantea dopo le chiusure disposte dal piano di rientro. Nel nord Calabria, dopo la chiusura dei punti nascita privati di Belvedere, decine di mamme danno alla luce i propri bimbi nell’ospedale di Lagonegro, in Basilicata. Complessivamente, secondo i dati Agenas, nel 2017 sono stati quasi 500 i nati da mamme residenti in provincia di Cosenza, fuori dalla Calabria.
Nel 2010 sono stati chiusi 11 Punti nascita in attuazione nel piano di rientro. Ad oggi le chiusure totali sono 13, si cui 10 privati e a questi si aggiungono Cetraro e Soverato. Il ridimensionamento è la conseguenza del calo delle nascite, nel 1986 2.682 bambini sono nati in 47 punti nascita, oggi sono circa 15 mila, con un calo accentuato dalla forte migrazione di giovani.
Il Comitato nei prossimi giorni completerà il lavoro e secondo quanto trapela, la situazione riscontrata ad oggi non è delle migliori, in molti centri mancano medici, infermieri, ostetriche puericultrici. Situazione al limite del collasso. Il blocco dei concorsi, i pensionamenti con “quota 100”, stanno facendo il resto. In provincia di Reggio Calabria, ad esempio, sono già note le criticità dell’ospedale di Polistena a causa della mancanza di personale e l’aumento del numero di ricoveri dopo la chiusura del centro nascita di Villa Elisa, clinica di Cinquefrondi.
Nel periodo estivo, come ogni anno, la situazione diventa maggiormente critica per assicurare le ferie al personale. Sempre a Cetraro, nel 2017, il direttore sanitario, a causa di ferie e malattia, era stato costretto a chiudere il reparto di Ostetricia e Ginecologia. Soluzioni a breve non se ne vedono e il “Decreto Calabria”, voluto e imposto alla tutta la maggioranza dal ministro della Salute Giulia Grillo, si sta dimostrando un boomerang per i cittadini calabresi. Da tre mesi si aspettano i commissari straordinari ma, a quanto pare, nessuno vuole venire in Calabria per un periodo ristretto e la aziende sono lasciate allo sbando, senza guida apicale.
*Giornalista
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