di Gaetano Megna
CROTONE Ci sono questioni da chiarire nella diffida emanata per smantellare “ad horas” le strutture mobili realizzate allo stadio “Ezio Scida” (qui la notizia). Mario Pagano firmatario del documento, inviato al Comune e alla società di calcio, ha il contratto scaduto e il direttore generale del Mibac, Gino Famiglietti, che ha autorizzato il provvedimento, è andato in pensione lo scorso 31 luglio. Pagano, pur avendo il contratto scaduto ha, però, una proroga di 45 giorni. Un provvedimento della portata della diffida non lo poteva firmare un dirigente scaduto ed ecco perché Pagano ha chiesto lumi al direttore generale del Mibac, che dall’1 agosto è stato sostituito da Federica Galloni. Il provvedimento di Pagano è scattato in quanto, lo scorso 11 luglio, il Comune ha chiesto la proroga per le opere mobili realizzate al tempo della promozione in A della squadra del Crotone. Nella diffida inviata al Comune di e alla Fc Crotone, il soprintendente scrive: «Sentita la Direzione generale competente, si comunica il diniego al mantenimento delle strutture amovibili, insistenti su aree a vincolo archeologico diretto e indiretto». Le motivazioni del diniego vengono rappresentate in tre punti: «Il termine ultimo per lo smontaggio delle stesse è da lungo tempo scaduto e qualsiasi proroga comprometterebbe il principio della temporaneità dell’autorizzazione stessa, nella prospettiva della conoscenza, scavo e valorizzazione del sito archeologico, per il quale è in corso un articolato programma di valorizzazione (Antica Kroton ) che già è stato avviato e che sarà esteso all’area provvisoriamente occupata dalle tribune temporanee». La novità che Pagano racconta nella diffida, riguarda l’intervento archeologico nel sito delle tribune dello stadio. E’ una novità che è disconosciuta allo stesso Comune di Crotone. Antica Kroton è un progetto che prevede una serie di interventi, che sono stati contemplati nell’Apq sottoscritta tra Comune, Regione e Mibac . L’investimento complessivo impegna la somma di 61,700.000 euro. Il Mibac finora, secondo quanto dicono al Comune, non aveva comunicato interventi nel sito dove è stata allocata la tribuna mobile dello stadio. A questo punto dovrebbe rendere noto il proprio programma e informare gli altri partner impegnati nella realizzazione del progetto. Negli altri due punti Pagano evidenzia che « né il Comune di Crotone e né la società richiedente hanno ottemperato in alcun modo alle prescrizioni indicate nella prescrizione originaria nonostante il lungo tempo trascorso (oltre tre anni): l’inadempimento alle prescrizioni prefigura infrazione di natura penale rispetto al Codice dei beni culturali»; e infine «la retrocessione in serie B del Crotone ha fatto del tutto venire meno i requisiti di necessità ed urgenza dell’autorizzazione provvisoria a suo tempo concessa né può invocarsi per il suo rinnovo la questione dei servizi igienici e degli spogliatoi, arbitrariamente spostati dalla collocazione originaria». Il soprintendente conclude il documento di diffida avvisando i destinatari, che se entro 60 giorni non si procederà allo smantellamento delle opere realizzate si procederà in danno. Significa che la soprintendenza smantellerà le opere e manderà la bolletta da pagare a Comune e Società. C’è un accordo tra Comune e società per la realizzazione di un nuovo stadio in un’altra area. Lo stadio è previsto nell’ipotesi del Psc messa in campo dal Comune. Siamo, però, ancora alle ipotesi e se ne parla da tre anni. Intanto, comune e società, sentito il parere dei legali, ricorreranno alla giustizia amministrativa per ottenere la sospensiva del provvedimento, ma non si esclude che si possa intentare la richiesta di risarcimento e l’azione penale nei confronti di Pagano.
x
x