CATANZARO «Il dado è tratto. Abbiamo chiarito al presidente Oliverio e al gruppo dirigente regionale del partito calabrese le ragioni per le quali gli abbiamo chiesto di condividere e aiutare un percorso di rinnovamento». Il responsabile Mezzogiorno del Pd, Nicola Oddati, torna con una nota sulle comunicazioni rese ieri a Lamezia in una tesa riunione dei vertici dem nella segreteria regionale (qui l’anticipazione del Corriere della Calabria). E lo fa dopo la “risposta” non troppo conciliante di Mario Oliverio (anch’essa anticipata giovedì dal Corriere). Il governatore si sente «ancora in corsa» e chiede che siano i calabresi a decidere del suo futuro e del candidato scelto dal partito per guidare il Pd alle regionali. Oddati parte dal delicato momento politico nazionale: «Il Paese – spiega – si appresta ad affrontare una dura campagna elettorale per eleggere il nuovo Parlamento della Repubblica. Saremo impegnati tutti insieme ad impedire una svolta populista e leghista. Lo stesso dovremo fare nelle regioni che vanno al voto». Poi ribadisce uno dei temi affrontati nell’incontro di ieri: «Non c’è spazio per iniziative personalistiche e guerre intestine. Ricordo che il Pd calabrese è commissariato e sarà la direzione nazionale a decidere. Dunque si sta all’interno delle scelte che compirà il gruppo dirigente, o si sta fuori». Sono toni più perentori di quelli emersi a margine della riunione lametina. Anche se il dirigente nazionale si dice certo che «una figura del valore e della storia di Mario Oliverio saprà interpretare questa fase e dare il suo contributo all’unita del partito e alla battaglia politica che ci apprestiamo a combattere, nel Paese e in Calabria”». Se le cose dovessero andare diversamente, però, Oliverio e i suoi saranno considerati fuori dal progetto del Partito democratico.
x
x