di Michele Presta
SANTO STEFANO DI ROGLIANO Lastre di amianto, la Calabria ne è piena. Residui di edilizia, a volte spregiudicata, degli anni del boom economico e oggi un’eredità da smaltire a caro prezzo. Spesso capita che se i metri quadri di copertura in amianto sono tanti, rimuoverli in sicurezza raggiunga un costo che supera il valore stesso dell’intero edificio. Pubblico o privato, non c’è differenza. Nord o sud della Calabria su questi problemi si accomunano.
L’amianto è ovunque, anche a Santo Stefano di Rogliano. Tra gli abitanti della piccola cittadina nella valle del Savuto la protesta monta da diverso tempo.
A preoccupare i residenti, la copertura della stazione ferroviaria. È grazie al treno che passa sul binario unico dove si trova la stazione che i pendolari raggiungono la città di Cosenza, nonostante il traffico ferroviario negli anni sia stato ridotto all’osso.
La stazione rimane comunque in vita, geometricamente incastrata tra le case e il verde delle colline del Savuto. Ad interrogare il sindaco Lucia Nicoletti sulla necessità di intervenire per smaltire l’amianto di cui è fatto il tetto dello scalo ferroviario nell’ultimo consiglio comunale, il gruppo di minoranza “Comune in Comune”, che ha presentato anche un esposto alla Procura della Repubblica di Cosenza per avviare un’indagine specifica sulla vicenda e per appurare eventuali responsabilità.
L’INTERROGAZIONE E LA DENUNCIA È dal 2015 che la mancata bonifica della stazione di Santo Stefano turba gli animi dei residenti. Esattamente da quando, Ferrovie della Calabria, ha smantellato le coperture dei due vicini scali ferroviari di Piano Lago e Rogliano. «Ho chiesto perché il nostro sito non sia stato oggetto di interventi – spiega il sindaco -. Mi risposero che le altre due erano quelle messe peggio e avevano bisogno di un intervento urgente».
Ma sulla salubrità dell’area il gruppo di minoranza in consiglio comunale nutre forti dubbi. Sfaldamenti, crepe, rotture superficiali, detriti negli scoli d’acqua e nei canali di gronda, muschi, fibre di amianto. Tutti dettagli che sono finiti nella denuncia presentata alla Procura di Cosenza. «Lo stato di deterioramento in cui versano le coperture degli immobili della stazione ferroviaria – è scritto nell’esposto – sono fonte di serio pericolo per la salute pubblica ed in modo particolare per le famiglie che abitano nelle vicinanze della medesima stazione ferroviaria».
C’è anche un altro aspetto che viene messo nero su bianco nella denuncia. «Non sarà un caso che proprio alcuni abitanti della zona soffrano di gravi patologie polmonari e deficit delle vie respiratorie tali da richiedere l’ossigenopatia. Nelle vicinanze si sono verificati casi di decessi a causa di gravi insufficienze respiratori che potrebbero essere collegati a situazioni ambientali che andrebbero approfondite con moderne tecniche e strumenti a disposizione delle autorità competenti». La richiesta di chiarimenti sul sito – che potrebbe essere inquinato – nel 2015 sortì un primo effetto: il censimento delle abitazioni dove è presente amianto. Quella presentata quasi 4 anni dopo è in stallo, nell’attesa di un nuovo sopralluogo.
VERSO UN NUOVO INCONTRO CON FERROVIE «Non siamo insensibili al problema dell’amianto – spiega Lucia Nicoletti al Corriere della Calabria – ma nell’ipotesi della stazione ferroviaria le interlocuzioni con i proprietari dello stabile sono ricominciate da poco e al termine del periodo estivo faremo un sopralluogo per capire in che condizioni si trova quella copertura. Anche Ferrovie della Calabria deve intercettare i fondi per lo smaltimento, ma se dovessero esserci problemi di salute per i nostri cittadini ci attiveremo subito con gli uffici dell’Asp di Rogliano». Un punto a favore e uno contro. «Abbiamo fatto quanto di nostra competenza, nonostante i trasferimenti statali siano diminuiti siamo riusciti a rimuovere l’amianto dai nostri edifici pubblici e avviato un censimento per capire concretamente che quantità di materiale è presente sul territorio comunale. È vero non abbiamo un piano comunale sull’amianto non è una giustificazione dire che ne sono sprovvisti quasi tutti i comuni calabresi ma siamo sempre in contatto con l’assessore regionale all’ambiente per avere notizie su possibili bandi che finanziano questo tipo di attività». (m.presta@corrierecal.it)
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