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«Incarichi oltre il limite e "autonomine", ecco cosa deve sapere l'Anac»

Le segnalazioni del sindacato Csa-Cisal sulla burocrazia regionale. «Finalmente l’Anticorruzione ha acceso i fari sulla Cittadella, ma i dirigenti devono raccontare tutto»

Pubblicato il: 11/08/2019 – 18:42
«Incarichi oltre il limite e "autonomine", ecco cosa deve sapere l'Anac»

CATANZARO Nei giorni scorsi il Corriere della Calabria ha anticipato l’apertura da parte dell’Autorità nazionale anticorruzione di un’istruttoria per verificare se la Regione Calabria abbia rispettato i principi di rotazione dei dirigenti secondo quanto sancito dal Piano triennale della prevenzione della corruzione e della trasparenza. L’udienza è fissata per i primi giorni di settembre. E il sindacato Csa-Cisal interviene per «fornire ulteriori elementi di valutazione» ora che l’Anac «ha acceso i riflettori sull’amministrazione regionale» con «un modesto contributo per consentire all’autorità indipendente di assumere decisioni con una prospettiva più ampia».
«L’approfondimento dell’Anac – scrive il sindacato – nasce dalle segnalazioni della responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT) pro tempore dell’epoca, Francesca Palumbo, che aveva accusato alcuni settori del dipartimento del Personale di scarsa collaborazione. Ebbene, se su questo spetta all’Anticorruzione giudicare, sarebbe bene che la stessa autorità fosse informata di altre cose che non sappiamo se siano allegate al fascicolo. La stessa RPCT è tuttora una dirigente di lungo corso della Regione Calabria. Nello specifico, Palumbo, oltre a essere stata responsabile dell’Anticorruzione regionale è, ancora oggi, dirigente del settore “Segreteria di Giunta e Rapporti con il Consiglio regionale”».
«Siamo sicuri – si domanda innanzitutto il sindacato – che la durata di questo incarico non abbia superato il limite temporale (di 5 anni) oltre il quale scatta l’obbligo di rotazione? Non sarebbe il massimo se la RPCT stessa accusasse di scarsa cooperazione colleghi di altri dipartimenti regionali quando è lei stessa a non aver assolto agli adempimenti del Piano dell’Anticorruzione».
«Altro elemento che – osserva il Csa-Cisal – potrebbe tornare utile all’Anac per elaborare una più completa analisi di quanto accade in Regione Calabria è fornito dagli atti amministrativi che hanno portato all’ultima conferma di Palumbo nelle vesti di dirigente del settore Segreteria di Giunta. Ripercorrendo la storia, è stato il segretario generale dell’ente, Ennio Apicella, a prolungare l’incarico con le medesime funzioni con un suo decreto (il n. 12653 del 16 novembre 2017). Un conferimento, peraltro, in deroga alla delibera di Giunta regionale n. 26 del 17 febbraio 2017. Dunque, abbiamo l’assegnazione a un settore secondo una struttura organizzativa mai entrata in vigore. L’incarico assegnato, in deroga, dal segretario generale aveva una durata di tre anni (fino al 2021). Ancor più singolare è l’ultimo passaggio burocratico, ossia quando teoricamente la Giunta regionale ha ratificato il “decreto” del segretario generale. Agli atti risulta un estratto del verbale della sessione di Giunta del 21 dicembre sulla nomina della Palumbo a dirigente del settore Segreteria di Giunta che è controfirmata da Apicella e, udite udite, dalla stessa Palumbo. Non è la prima volta che accade in Regione, ma potremmo essere di fronte all’ennesima “autonomina” da parte di un alto dirigente. È evidente che il buon senso (e forse qualcosa di più) – incalza il Csa-Cisal – avrebbe dovuto indurre l’interessata ad astenersi dal firmare il verbale in quanto non solo portatrice di interesse diretto, ma anche personale in questo caso. Per dirla in breve, la RPCT regionale ha ottenuto il prolungamento dell’incarico di dirigente della Segreteria di Giunta ben al di là del limite dei 5 anni per la rotazione, per di più per una struttura individuata in una delibera mai effettivamente entrata in vigore e con degli atti in cui la stessa ha messo la firma in potenziale conflitto di interesse».
«Se non bastasse questo – continua la nota –, possiamo ricordare all’Anac che la regola per cui il dirigente alla cui struttura vengono aggiunte funzioni decade automaticamente non è stata sempre rispettata. Ci sono stati almeno due casi, documentabili dal sindacato, rispetto ai quali la Giunta regionale avrebbe deciso in maniera discrezionale se procedere o meno con la decadenza. Evidentemente dipendeva dal nome del direttore generale interessato. Non il massimo della linearità e trasparenza. Speriamo di aver fornito ulteriori elementi di valutazione all’Anac che siamo convinti andrà a fondo sulla questione della RPCT. Per il momento, come sindacato attivo in Regione Calabria, ci è parso doveroso inserire questi appena esposti. Magari nel corso dell’audizione, prevista per i primi giorni di settembre, sarà utile affrontare tutti questi temi. A partire dalla RPCT dell’epoca, sarebbe il caso che lei stessa spieghi le modalità con cui le è stato prolungato l’incarico in Segreteria di Giunta. Non fosse altro per una questione di trasparenza».

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