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«Verità per Sissy». Sit-in al ministero della Giustizia

I colleghi dell’agente di polizia penitenziaria di Taurianova non si arrendono. «La sua morte non trova colpevoli». Presente anche la famiglia

Pubblicato il: 13/08/2019 – 9:14
«Verità per Sissy». Sit-in al ministero della Giustizia

Un sit-in il 30 agosto a Roma, davanti alla sede del ministero della Giustizia. In piazza Cairoli scenderà il Sindacato Polizia Penitenziaria (Spp) e la richiesta sarà sempre la stessa: «Verità per la morte della nostra collega». La collega è Sissy Trovato Mazza, l’agente di polizia penitenziaria di Taurianova in servizio al carcere femminile della Giudecca morta lo scorso gennaio dopo 26 mesi di agonia.
Nel novembre 2016, durante un servizio all’ospedale Civile, era stata colpita da un proiettile sparato dalla sua pistola di ordinanza mentre si trovava in ascensore. Da allora era finita in coma, non svegliandosi più. In Procura è aperto un fascicolo senza indagati per istigazione al suicidio. Fascicolo che, a maggio 2018 (prima che la ragazza morisse), la pubblico ministero Elisabetta Spigarelli aveva chiesto di archiviare. Ma la famiglia Trovato Mazza si era opposta e la gip Barbara Lancieri a fine ottobre aveva disposto ulteriori indagini su alcuni dei punti sollevati dagli stessi familiari, dando quattro mesi di tempo (salvo proroghe) per procedere. Nel frattempo Sissy è morta e dunque la pm ha disposto come da prassi l’autopsia sulla salma. Il fascicolo è ancora aperto: nei mesi scorsi gli accertamenti sulla pistola di ordinanza di Sissy e sul computer portatile non hanno fatto avanzare il caso. Nulla si sa degli esiti dell’autopsia e nemmeno dei risultati sull’analisi delle celle telefoniche del cellulare dell’agente agganciate il giorno del dramma. «La morte della nostra collega non trova colpevoli, vergogna», dice a La Nuova Venezia Aldo di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria, che ha promosso il sit-in davanti al Ministero della Giustizia per tenere viva l’attenzione sul caso. «Per noi», prosegue Di Giacomo, «questo, purtroppo, è solo uno dei casi di totale disinteresse del Governo e della politica sulle condizioni di lavoro e di vita del personale penitenziario». All’iniziativa in piazza parteciperanno anche i familiari di Sissy e il comitato civico che dal giorno dello sparo lotta per sapere cosa sia successo alla ragazza.

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