CATANZARO «Mi vedo costretto ad intervenire, mio malgrado, atteso che nella mia ricostruzione non ho mai fatto riferimento alcuno alla Questura di Catanzaro ovvero al personale in servizio nella Questura di Catanzaro. Ho riferito semplicemente quanto accaduto e mi assumo tutte le responsabilità del caso. Oltre a confermare la mia precedente dichiarazione a mezzo stampa sull’intervento dell’agente della Celere».
È quanto afferma, in una lunga dichiarazione, Francesco Noto, l’attivista sociale del comitato Prendocasa che ha provocato il black-out durante l’intervento del leader della Lega e Ministro dell’Interno Matteo Salvini a Soverato sabato scorso in riferimento alle affermazioni della Questura di Catanzaro che aveva escluso l’intervento di un operatore della polizia.
«Ho riferito – prosegue Noto – delle aggressioni subite in primis da addetti dell’entourage del Ministro, o per meglio dire del segretario della Lega. E qui, operatori della Polizia di Stato in servizio nel retropalco, non sono intervenuti per l’identificazione dei soggetti. Ho riportato la correttezza e la professionalità dei militari dell’Arma dei Carabinieri intervenuti. Ho riferito diverse volte circa le aggressioni subite da parte di un soggetto in divisa della celere, di cui ignoro chiaramente l’ufficio di appartenenza. Ed anche qui nessuno è intervenuto per l’identificazione del soggetto».
«Questi i fatti – prosegue Noto – che verranno comunque riportati in una denuncia formale all’autorità giudiziaria, cosciente del fatto che la verità è quella della strada, già cristallizzata e indelebile. Se poi dovesse aggiungersi anche quella del palazzo, tanto meglio. Rifarei altre mille volte questo gesto, fosse anche inserito come reato nel Decreto Sicurezza Ter, oppure meglio dire Tris, come il gioco, perché di questo stiamo parlando, di personaggetti che giocano su
disgrazie e disperazione della popolazione».
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