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Regionali, nel Pd calabrese si schiera il fronte anti-Oddati

Alle esternazioni del dirigente nazionale e dei suoi sostenitori si oppongono altre voci. Da Giuseppe Belcastro che si scaglia contro il “centralismo democratico”, a 12 componenti dell’assemblea na…

Pubblicato il: 18/08/2019 – 20:15
Regionali, nel Pd calabrese si schiera il fronte anti-Oddati

Alle recenti esternazioni di Magorno e dei suoi sostenitori  (ne abbiamo scritto qui) si oppongono altre voci. Tra queste quella del sindaco di San Giovanni in Fiore Giuseppe Belcastro (in foto): “Appartengo, orgogliosamente e con fierezza, alla cultura del cattolicesimo democratico – scrive in una nota -. Il mio trascorso è parte, dunque, di una formazione culturale assai diversa da quella da cui provengono Zingaretti e Oddati. Il cosiddetto “centralismo democratico” non mi è mai appartenuto. La democrazia, da sempre, è nel mio Dna. Grandi politici come Aldo Moro e Benigno Zaccagnini sono stati il mio punto di riferimento, la mia stella polare. Vedere oggi personaggi come Ernesto Magorno (si ritrova senatore della Repubblica solo perché era segretario regionale del Pd, partito che proprio lui ha affossato in Calabria); leggere dell’amico Giuseppe Mazzuca, pasdaran di Carlo Guccione, che nel 2014 si è battuto strenuamente per le primarie e che oggi si compiace con questo ‘Signore degli Anelli’, tale Nicola Oddati, è davvero stupefacente. Leggere, poi, la nota della cosiddetta area “franceschiniana” (?) a cui si rifà Bevacqua (per gli immemori Mimmo Bevacqua è stato vice presidente di Oliverio per nove anni alla Provincia di Cosenza senza mai passare dal giudizio del popolo sovrano. Bocciato, sempre dal popolo sovrano, nel 2010 alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale, è ritornato a fare il vice presidente proprio con Mario Oliverio. In questa legislatura alla Regione è Presidente di una importante Commissione Consiliare) è, addirittura, allucinante.  Bevacqua chiede rinnovamento e responsabilità a Mario Oliverio ma lui (Bevacqua), di grazia, dov’è stato in questi anni?”
“Si abbia almeno il pudore politico di rispettare i calabresi. Si abbia la dignità di difendere e valorizzare il lavoro importante – prosegue la nota – che il Presidente Oliverio e la sua giunta hanno portato avanti in questi anni con risultati significativi mai visti prima in molti campi della vita regionale. La si smetta di unirsi al coro di quanti in modo roboante, propagandistico e superficiale puntano il dito sulle difficoltà, dimenticando volutamente che non esistono bacchette magiche per risolvere i problemi; dimenticando volutamente che la Calabria nel 2014 era nella “merda” da tutti i punti di vista ed Oliverio, con grande fatica, ha spalato la “merda”, l’ha ripulita e l’ha messa sul binario giusto, come confermano tanti indicatori. C’è tanto cammino ancora da fare ma è innegabile che in questi ultimi anni si è imboccata la strada giusta. Bloccare il processo avviato dal Presidente Oliverio è da irresponsabili e sarebbe dannoso per la Calabria. I calabresi devono poter decidere senza imposizioni. Io voglio decidere e nessuno potrà mai farlo per me! Se il Pd sbarrerà la strada alla democrazia partecipata ed ordinerà di seguire scelte cervellotiche, io mi riterrò libero di non accettare tali “comandi ”romanocentrici”.
C’E’ CHI DICE NO A stretto giro di boa dalle note inviate da Insardà, Capua, Gagliardi, Lauria arrivano quelle dei componenti dell’assemblea nazionale del Pd: Giuseppe Fortugno, Angela Martino, Marco Rotella, Carmen Latella, Luigi Guglielmelli , Carmine Quercia, Eleonora Ienaro, Pino Capalbo, Enzo Bruno, Simona Mancuso, Antonella Stefanizzi, Maria Canduci.
“I sottoscritti componenti della Assemblea nazionale del Pd fanno appello al senso di responsabilità di tutti i gruppi dirigenti del Pd affinché si eviti una deriva verso una condizione che potrebbe fare registrare addirittura la cancellazione del Pd e della coalizione di centrosinistra alle prossime elezioni regionali in Calabria. Mai nella storia del nostro partito avevamo letto una intervista così intrisa di miopia, protervia ed arroganza politica come quella rilasciata in questi giorni da Nicola Oddati. La posizione di Oddati è contraddittoria quando riconosce il buon governo di Oliverio per poi proporne il superamento; è  illogica quando afferma che la stessa è divisiva senza considerare che al punto in cui ci ha portato alcuna candidatura può essere unitaria; è fuori dalle regole statutarie quando nega le primarie e propone soluzioni non previste da alcuna norma interna al partito; è sbagliata nel merito perché non da alcuna prospettiva al centrosinistra, anzi ne determina l’implosione e il suicidio forzato; annulla nei fatti ogni ipotesi di coalizione ampia e civica riportandoci all’anno zero. Le primarie sono l’unico strumento democratico previsto per selezionare le candidature a Presidente di Regione, né le stesse possono essere superate in caso di commissariamento del partito regionale. Alcuna norma infatti prevede la sospensione delle primarie interne o di coalizione, nè sono previste forme diverse di selezione della candidatura, tantomeno il ritorno alle riunioni segrete delle correnti.
Nel nostro caso, inoltre, avendo il Presidente Oliverio scritto al Segretario Nazionale (come svelato dallo stesso Oddati), manifestando l’interesse ad una ricandidatura, le primarie sono un obbligo per come espressamente previsto dallo Statuto nazionale e un diritto insopprimibile per gli interessati. Non esistono altre procedure e non c’è modo di sfuggire alle regole che tutti noi ci siamo dati al momento di sottoscrizione della tessera del Pd. Anche il ragionamento politico di Oddati è del tutto sbagliato. Se si riconosce il buon governo di Oliverio, chiedergli un passo indietro significa impedirci perfino di fare campagna elettorale. Non è pensabile dire ai calabresi che il rinnovamento è buttare alle ortiche anni di duro lavoro e difficile governo e allo stesso tempo chiedergli di nuovo il voto. Saremmo presi per pazzi nella migliore delle ipotesi. Allo stesso tempo sarebbe solo un pregiudizio personale verso Oliverio se non si procedesse al rinnovamento completo di tutti gli attori di questa legislatura regionale. E anche ciò sarebbe sbagliato perché anche dal lato del Consiglio Regionale abbiamo vissuto anni di riformismo autentico ed inaspettato per questa terra. Insomma secondo Oddati dovremmo azzerare tutto per rinnovare, non comprendendo che il vero rinnovamento, che si vuole impedire di continuare, è proprio quello messo in campo in questi anni. La verità è che non si esprimono i motivi ostativi alla candidatura di Oliverio, non esiste uno straccio di argomento politico a sostegno di questa tesi. Ci dica Oddati il motivo per cui in Calabria gli stessi elettori che hanno eletto Zingaretti segretario nazionale non possono concorrere a scegliere il proprio candidato alla presidenza della Regione Calabria, ci spieghi perché un Presidente uscente non possa riproporre la propria candidatura se ha lavorato bene anche sul fronte del contrasto alla illegalità, ci renda edotti del perché si è deciso non solo di bruciare il vantaggio temporale rispetto a centrodestra e Movimento 5 Stelle ma addirittura si voglia impedire al centrosinistra di rafforzarsi ed aprirsi a forze civiche che già da tempo si esprimono a sostegno dell’attuale esperienza di governo insieme al PD, ci spieghi perché abbiamo deciso di suicidarci. In nome e per conto di quali interessi si sta agendo? Cui prodest? A chi interessa cancellare l’unica esperienza di governo che ha con coerenza contrastato pratiche clientelari, affaristiche e corruttive? A chi si vuole consegnare la Calabria sottraendola ai calabresi?A queste domande si dia immediata risposta poiché il popolo calabrese punirà severamente tentativi trasformistici e politicisti e condannerà ogni forma di espropriazione di diritti ed opportunità che nulla hanno a che fare con il cambiamento.
VALENTE VS MAGORNO “In riferimento alla nota pubblicata dagli organi di stampa firmata dal senatore Ernesto Magorno in cui afferma che l’azione di governo della giunta regionale calabrese degli ultimi cinque anni non può che essere giudicata in maniera negativa, rafforzata successivamente dalle dichiarazioni del segretario Pd di Catanzaro Gianluca Cuda; vorrei far notare la poca credibilità che hanno queste affermazioni. In questi ultimi quattro anni, in ogni assemblea o iniziativa, tutti hanno ascoltato le dichiarazioni sia del Senatore Magorno che del segretario Cuda che affermavano, in ogni loro discorso, il buon lavoro di questa esperienza guidata da Mario Oliverio. Quindi un cambio di parere, in un arco di tempo limitato, senza una vera motivazione oggettiva. Per questo motivo le loro affermazioni non possono essere credibili.” Il segretario Valente commenta la nota diffusa sugli organi di stampa ed aggiunge: “E’ paradossale che il rinnovamento possa passare solo ed esclusivamente dalla presenza o meno del Presidente Mario Oliverio. Vorrei far ricordare che questa esperienza governativa è composta dal Presidente Oliverio ma anche dai consiglieri regionali e dai vari presidenti delle commissioni consiliari. Questa discussione contorta, avviata anche dalle dichiarazioni del Commissario del PD Calabria Graziano e dal Responsabile nazionale Oddati, non entra nel merito del dibattito. Io penso che questa esperienza di governo, con tutti i limiti ereditati dalle gestioni passate, ha dato i suoi frutti. Vorrei ricordare che fino a cinque anni fa eravamo fanalino di coda nella spesa europea, nella gestione del Psr, nella politica ambientale, nel settore universitario. Invece da questa esperienza targata Partito Democratico c’è stato un cambio di marcia in positivo.” Ed infine Mario Valente afferma: “Di rinnovamento non è possibile che se ne parli a correnti alternate, senza mai puntare sulle tante capacità presenti nel Partito. Per questo motivo è importante far celebrare il congresso regionale del Partito Democratico calabrese e per la scelta del Candidato alla carica di Presidente della regione Calabria si adotti lo stato del nostro Partito che prevede la celebrazione delle Primarie”.

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