COSOLETO A Cosoleto erano 26 gli aspiranti portatori della statua di San Rocco che avrebbero avuto precedenti penali e di polizia: il 90% del totale. Si arricchisce di nuovi particolari, e di un distinguo, la storia della processione bloccata nel Reggino per “eccesso di pregiudicati” (qui la notizia). Il distinguo arriva dal sindaco di Cosoleto Antonino Gioffrè: «Nella nota contenente i nomi dei portatori inviata dal parroco don Giovanni Bruzzì al Commissariato di Polizia, al fine di verificare se fossero idonei a portare la sacra effigie in processione, non figura nessun cittadino di Acquaro né dell’intero comune di Cosoleto, dove qualche mese fa si è svolta una processione regolarmente», racconta alla Gazzetta del Sud. Una precisazione che nulla toglie alla gravità del fatto ma serve, nelle intenzioni del primo cittadino, «a evitare strumentalizzazioni e soprattutto fugare l’idea che la nostra comunità sia pervasa da una così alta densità mafiosa». Tuttavia il numero è notevole ed era inevitabile che arrivasse uno stop, viste le restrizioni imposte rispetto alle processioni dalla diocesi. L’annullamento della processione è stato comunicato dal parroco poco prima della prevista uscita della statua dal santuario. «Ho ricevuto un’ indicazione o suggerimento verbale, da parte del Commissariato di Polizia di Palmi – spiega il parroco don Giovanni Bruzzì – che per motivi di ordine pubblico non era possibile concedere l’autorizzazione per lo svolgimento della processione ai portatori che avevano presentato richiesta di poter portare il Santo a spalla. Trovandomi davanti a una folla immane di persone, ho fatto fare 10 metri alla statua all’interno del santuario e l’ho fatta poggiare a terra davanti al sagrato del portone della chiesa, invitando le persone a pregare».
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