ROMA «Trovo grave e offensivo che il presidente della commissione Antimafia, il senatore Nicola Morra, approfittando del suo ruolo istituzionale, possa affermare impunemente in Senato che esibire simboli sacri in Calabria equivarrebbe ad un messaggio inequivocabile alla ‘ndrangheta (qui abbiamo raccontato la vicenda). Io stessa indosso un rosario al collo, io stessa sono andata in pellegrinaggio al Santuario di Polsi e non mi sento minimamente vicina ad organizzazioni criminali. Al contrario, le combatto e le combatterò sempre con forte convinzione. Che poi a farlo sia un ministro o una persona comune poco cambia, alla gente arriva comunque un messaggio decisamente sbagliato e distorto». Lo afferma Giusy Versace di Fi.
«Vero che esiste la ‘ndrangheta, e non solo in Calabria, ma è anche vero che questa terra ha nel suo Dna una forte dose di cultura, storia e tradizioni che la gente perbene porta avanti con orgoglio. Il ministro avrà forse pure esagerato, ma è anche vero che non si possono offendere tutti i calabresi, né è consentito trasformare un gesto di fede, forse troppo ostentato, in un messaggio mafioso. Piuttosto – continua la deputata di Forza Italia – perché svegliarsi proprio adesso? Bizzarra coincidenza. Non è certo la prima volta che Salvini mostra rosari su tutti i palchi d’Italia». E conclude: «Più lecito domandarsi: cosa ha fatto la commissione Antimafia per contrastare davvero le mafie? Il presidente Morra pensi a questo, invece di scadere nell’offesa e nel dileggio nei confronti dei cittadini della mia regione. Auspico che tutti i colleghi, calabresi e non solo, del M5S come degli altri partiti, prendano le distanze in modo netto e rigoroso».
CANNIZZARO: «PAROLE INQUALIFICABILI» «Trovo assolutamente surreale e fuori luogo che in un momento così delicato per il Paese e nel bel mezzo di una grave crisi di governo, si possano dedicare anche solo pochi minuti di intervento in Senato su crocifissi, madonne, rosari e quant’altro, così come ha fatto – evidentemente irritato per la caduta del suo governo – il senatore Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia, in piena esaltazione grillina». Lo afferma, in una nota, Francesco Cannizzaro, deputato calabrese di Forza Italia.
«Le parole di Morra, che ha attaccato Salvini sull’esibizione di simboli sacri in Calabria che equivarrebbe ad un messaggio alla ‘ndragheta, sono inqualificabili, un’offesa alla mia regione e a tutti i calabresi, alle nostre tradizioni culturali millenarie, agli uomini e donne che in quei simboli credono fermamente e ritengono il santuario un luogo di fede, cultura e storia. In modo particolare il Santuario della Madonna di Polsi è una meta di pellegrinaggio in cui ogni anno si ritrovano migliaia di fedeli, calabresi e non, assolutamente onesti e genuini che nulla hanno a che fare con le dinamiche della criminalità organizzata. Piuttosto, il senatore Morra, che farebbe bene a dimettersi ci ragguagli su quanto fatto dalla Commissione da lui presieduta finora e quali misure abbia messo in campo per contrastare le mafie. È tempo di bilanci per il governo Conte, aspettiamo il suo, augurandoci che anche i suoi colleghi deputati 5 stelle Calabresi prendano le distanze da queste offese così pesanti nei confronti dei cittadini della Calabria», conclude.
FERRO: «IMMAGINE DISTORTA DELLA CALABRIA» «Le parole pronunciate in Senato dal presidente Nicola Morra trasmettono un’immagine distorta della Calabria». È quanto afferma il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, segretario della Commissione antimafia. «Sostenere che ostentare il rosario e votarsi alla Madonna significa mandare un messaggio di vicinanza alla ‘ndrangheta – aggiunge – è fuori dalla realtà, e mi meraviglia che una espressione simile provenga dal presidente della Commissione antimafia, una figura istituzionale che riveste una certa autorevolezza nell’analisi dei fenomeni criminali». «Voglio credere che quello del presidente Morra – prosegue Ferro – sia un semplice scivolone nella corsa alla ricerca di un attacco ad effetto che i rappresentanti del Movimento Cinque Stelle, scottati dall’amore tradito, hanno avviato nei confronti del ministro Salvini. Il sentimento di devozione nei confronti della Madonna in Calabria non può essere inteso come una sorta di adesione alla ‘ndrangheta». «È un’espressione offensiva nei confronti dei calabresi – conclude – che manifestano la propria fede, e che non possono essere accostati ai pochi criminali che utilizzano in maniera deviata e sacrilega l’iconografia religiosa per i propri macabri cerimoniali».
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