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Lucano: «Non chiedo commiserazione, ma giustizia»

L’ex sindaco di Riace in un’intervista al Manifesto commenta la misura che gli impedisce di stare al capezzale del padre gravemente malato: «La considero profondamente ingiusta. Ma la rispetterò f…

Pubblicato il: 22/08/2019 – 12:16
Lucano: «Non chiedo commiserazione, ma giustizia»

RIACE Anche il Garante nazione dei detenuti, Mauro Palma, si è schierato contro il divieto di dimora imposto all’ex sindaco Mimmo Lucano. Una misura che impedisce a Lucano – ormai un privato cittadino – finanche di andare a trovare il padre Giuseppe gravemente malato nella “sua” città natale. Proprio per questo Palma ha scritto una lettera per segnalare come quella misura «ha un sapore punitivo, non corrisponde al modo in cui i provvedimenti sono stati pensati e istituiti, come il confinamento. Sono preoccupato di questa distorsione».
«Quando alcuni provvedimenti – aggiunge il Garante – raggiungono dei livelli così forti da toccare uno dei principi della Convenzione europea dei diritti dell’uomo nell’ambito del diritto al mantenimento dei rapporti affettivi, acquistano una fisionomia e un significato diversi rispetto a quello che dovrebbero avere». Ed è proprio su quelle parole che Il Manifesto ha ascoltato lo stesso ex sindaco per conoscere la posizione anche alla luce della raccolta di firme lanciato dalla piattaforma Change.org (l’abbiamo raccontata qui) che in pochi giorni ha accumulato oltre 23mila sottoscrizioni. «Io non ho mai chiesto – ha affermato al quotidiano comunista Lucano – ne mai chiederò, alcuna deroga al divieto di dimora. Non utilizzo strumentalmente il sentimento della pietà. Considero profondamente ingiusta la misura specie alla luce di ciò che sui fatti di reato che mi vengono addebitati ha scritto la Cassazione».
«Per il resto vado avanti a testa alta – ha aggiunto -. Ho visto mio padre all’ospedale di Catanzaro, dove era ricoverato, e poi in quello di Locri. Quando l’hanno dimesso ci siamo guardati negli occhi, ci siamo abbracciati e abbiamo capito che forse sarebbe potuta essere l’ultima volta che ci vedevamo». «E sia chiaro – ha precisato l’ex sindaco – io non andrò a Riace neanche nella malaugurata ipotesi dei suoi funerali. Io reclamo giustizia non commiserazione». E a proposito del processo che lo vede imputato per presunte irregolarità nella gestione dell’accoglienza dei migranti, Lucano si è detto «fiducioso che i giudici sapranno leggere e interpretare i fatti così come realmente accaduti, fuori dall’odiosa campagna denigratoria che alcuni media hanno imbastito contro di me». Su quest’ultimo aspetto, rispondendo alla domanda del cronista del Manifesto sulle ultime vicende che riguardano Salvini e la fine del governo, Lucano ha affermato: «Martedì seguendo la seduta al Senato ho pensato e mi sono chiesto se un giorno Salvini risponderà di tutto ciò che ha fatto di fronte a un giudice. Io l’ho fatto e mi sento oggi una persona sconfitta, lui voglio vedere se risponderà per le sue politiche odiose, per le persone innocenti che ha sequestrato sulle navi». Ed infine una riflessione sull’ipotesi di un ritorno di Minniti al Viminale: «spero che non sia lui a prendere il posto perché quando era ministro ha contribuito a distruggere Riace con il blocco dei fondi». «E ancora – ha concluso – non so spiegarmi il perché».

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