NAPOLI «Sono schifata, ma come ho detto a mia madre che mi ha chiamato dalla Calabria, non ho paura e spero di tornare presto a riempire la mia casella dei turni del pronto soccorso perché siamo in pochi e lavoriamo al limite». Adelina Laprovitera pensa già a tornare al lavoro. La dottoressa di Praia a Mare è a Napoli dal 1986. Nel 1992 la laurea in medicina e l’inizio della trafila nel mondo della sanità pubblica. Prima di approdare al San Giovanni Bosco ha lavorato negli ospedali di Torre Annunziata e Boscoreale, altre realtà di frontiera. Nei giorni scorsi, il medico è stato aggredito dai familiari di un paziente nell’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli. Laprovitera era intervenuta nel pronto soccorso per una “consulenza” su un giovane sul quale era stata praticata una sutura per una ferita abbastanza estesa. Quando ha chiesto ai quattro parenti del ragazzo di lasciare la stanza in cui stava visitando è finita male: prima gli insulti, poi schiaffi e pugni al volto. «Ho una frattura delle ossa del naso – ha raccontato a quotidiano.net –, per fortuna non vanno operate, ma con l’aggravante di un’altra piccola frattura al maxillo-facciale e di una lesione parziale di due denti di cui non mi ero neppure accorta perché il dolore aveva fatto sparire anche la fame e non avevo neppure mangiato. Tutto guaribile in trenta giorni, anche se alla fine mi toccherà sedermi sulla sedia del dentista». Provata per la brutta esperienza, ma non demoralizzata, la dottoressa non pensa di arretrare: «Sono schifata per quello che è successo. Ma io vivo per il mio lavoro e lo amo, e queste cose non mi intimoriscono. Io sono un’impavida, una “braveheart”. Qualcuno può pensare che sono un po’ pazza, ma va bene così». E giura che non si arrenderà alla deriva di «chi visita i pazienti come se si trovasse in spiaggia. Continuerò a fare il chirurgo, chiedendo agli altri quel rigore che io pretendo ogni giorno da me stessa».
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