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A Tropea con il maestro Franco Azzinari

Nel corso della serata inaugurale della mostra dedicata al pittore verrà assegnato il Premio “Mare pulito-Bruno Giordano”

Pubblicato il: 26/08/2019 – 11:30
A Tropea con il maestro Franco Azzinari

TROPEA «La suggestiva cornice della “Perla del Tirreno”, incastonata nella Costa degli Dei, è un magnifico scenario in cui la leggenda incontra la storia in un crocevia di popoli e mito, fu proprio Ercole dopo aver sconfitto i giganti e superato le dodici fatiche a giungere su questa rupe per riposare». È quanto si legge in una nota degli organizzatori della mostra di pittura “Tra vento e mare” del maestro Franco Azzinari che si terrà dal 27 agosto al 5 settembre 2019 al Museo Diocesano di Tropea. In occasione di questo evento, verrà attribuito un riconoscimento alla città di Tropea che meglio ha saputo conservare i colori del suo mare senza macchiarlo: Premio 2019 mare pulito, Bruno Giordano, procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, che ha speso la propria vita per contrastare i reati ambientali e salvaguardare la sua Calabria. La premiazione, fa sapere Francesca Mirabelli Giordano curatrice dell’evento con il patrocinio del Comune di Tropea.
«Per omaggiare questa terra splendida e accogliente – aggiunge la nota – decise di fondare una città, menzionata da storici e geografi quali Dionigi di Alicarnasso, Plinio il Vecchio e Strabone, col nome di (Porto di Ercole) Forum Herculis prima ancora di chiamarsi Tropea, nome attribuitole successivamente da Scipione l’Africano che per omaggiare gli Dei per averlo favorito nella vittoria sui cartaginesi, erse sulla rupe la città dei trofei (trophea in latino) da cui il nome attuale. Che si voglia fare riferimento al mito o alla storia Tropea è sicuramente un luogo magico, tra i suoi vicoli si può ancora avvertire un’atmosfera surreale, un misto fra la salsedine del mare e la freschezza delle colline che sovrastano il borgo, forse è per questo che ogni anno tanti turisti la scelgono per trascorrere il proprio soggiorno o, forse, anche loro subiscono il magico richiamo del vento e del mare che secoli fa affascinò Ercole».
«Proprio queste caratteristiche uniche – aggiunge – nel loro genere per un borgo, richiamano l’interesse di molti artisti a livello Nazionale ed internazionale. Non poteva mancare, quindi, un incontro d’arte con il maestro Azzinari “pittore del vento”…». 
«Personalità complessa e poliedrica – è detto ancora – contiguo alle grandi personalità del ‘900, da Hemingway a Marquez, da Fidel Castro a Soldati e a Francis Ford Coppola. Eppure, sempre così presente a se stesso ed alle proprie origini, specularmente espresse dagli assolati paesaggi, dalle torsioni dell’erba, dai colori vibranti del sole meridionale. Pennellate forti , espressive, ricche di comunicazioni. Archetipi che riemergono dal passato per illustrare il presente, con quel senso di continuità che solo la natura, ed un suo meraviglioso interprete, riescono a dare. Per Schopenauer l’artista è tale in quanto riesce a cogliere l’universale nel particolare. Il messaggio del tempo e della vita, filtrato dal vento fra l’erba, è quell’universale in grado di irretire ogni coscienza. Il maestro Azzinari riesce a coniugare benissimo i diversi periodi dell’arte moderna, dall’Impressionismo all’Espressionismo, fino all’Astrattismo contemporaneo». 
«Una sintesi quanto mai armonica – prosegue il comunicato – fatta di spunti e di ispirazioni, che l’artista riesce a tradurre in mirabili immagini, in una coerente ed unitaria rappresentazione. Ciò è palese nei volti scavati dei personaggi cubani, nelle raffigurazioni plastiche dei pastori Masai, nelle perdute ma intense desolazioni delle atmosfere greche. Non trascurando gli straordinari ritratti di Castro, Marquez ed Hamingway, nei quali l’introspezione psicologica affiora prepotente dalle pennellate asciutte dell’artista». 
«Una personalità composita, quella dell’Azzimar – conclude la nota -. Per tanti versi metafora della cultura contemporanea. Attinge al passato metabolizzandolo in un prodotto nuovo ed originale, in cui tutti i temi del suo retroterra formativo trovano adeguate forme espressive. Un calabrese autentico, incisivo, essenziale, dalla profonda espressività, dalle tinte forti, poco indulgente al superfluo. Nel solco della tradizione che da Alvaro a Placanica, anche prima ed anche dopo, ha connotato l’arte e la cultura di questa regione».

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