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Guccione insiste: «Asp di Cosenza paralizzata, servono farmaci salvavita»

Nuovo allarme del consigliere regionale: «C’è una vera e propria vacatio: nessuno può adottare delibere né prendere decisioni»

Pubblicato il: 02/09/2019 – 12:47
Guccione insiste: «Asp di Cosenza paralizzata, servono farmaci salvavita»

COSENZA «Stamattina mi sono recato alla Direzione generale dell’Asp di Cosenza per verificare di persona quello che sta accadendo. Ho avuto modo di constatare che la gestione dell’Asp è lasciata alla buona volontà di dipendenti e dirigenti ma, di fatto, nessuno ha le funzioni di direttore generale. Siamo in presenza di una vera e propria vacatio visto che non possono essere adottate delibere e nessuno è nelle condizioni di prendere decisioni». È quanto sostiene il consigliere regionale Carlo Guccione, che già nei giorni scorsi ha lanciato l’allarme sulla situazione dell’Azienda sanitaria cosentina.
«Ci troviamo davanti a una condizione di emergenza – prosegue Guccione – che coinvolge l’Asp di Cosenza, chiamata a gestire tre ospedali Spoke, l’assistenza territoriale di 151 comuni, con oltre 750mila abitanti e un bilancio di circa un miliardo e 300 milioni di euro. Ho chiesto al commissario Saverio Cotticelli e al direttore generale del dipartimento Salute della Regione Antonio Belcastro di assumere atti tesi a nominare nell’immediatezza un facente funzioni della carica di direttore generale con pieni poteri, per evitare che ci possano essere interruzioni della continuità assistenziale e di pubblico servizio».
«Bisogna agire subito – è l’appello del consigliere regionale – non possono prolungarsi situazioni di stallo. È necessario che vengano adottati atti e delibere per garantire l’acquisizione di farmaci salvavita e oncologici, così come il corretto funzionamento degli ospedali Spoke, il pagamento di fornitori e di prestazioni sanitarie. La mancata nomina di un commissario – conclude Guccione – o di un direttore generale facente funzioni da parte di chi è deputato a farlo e non ha agito per inerzia, omissioni o negligenza rischia di aggravare l’emergenza sanitaria in atto nella provincia di Cosenza e metterebbe in discussione il diritto costituzionale alla salute dei cittadini».

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