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Riace, la maggioranza perde pezzi. Si dimette il leghista Claudio Falchi

Ufficialmente “per motivi familiari”. Ma per il sindaco è un brutto colpo da digerire. Mentre si avvicina la data dell’udienza sull’incandidabilità del primo cittadino

Pubblicato il: 02/09/2019 – 22:22
Riace, la maggioranza perde pezzi. Si dimette il leghista Claudio Falchi

di Alessia Candito
RIACE
A pochi mesi dall’insediamento, perde pezzi la maggioranza che a Riace sostiene il sindaco Antonio Trifoli, a capo della lista a trazione leghista che il 26 maggio scorso ha sconfitto la lista di Mimmo Lucano. E si tratta di pezzi importanti. A rassegnare le dimissioni è stato proprio il segretario locale di “Noi con Salvini”, Claudio Falchi, uno dei campioni di preferenze alle ultime consultazioni. Ufficialmente – ha fatto sapere con una nota l’ormai ex consigliere comunale – la decisione di rinunciare all’incarico in Consiglio si deve a «motivi familiari». Ma la defezione ha a che fare solo con il lavoro nell’assemblea comunale, per il resto – assicura – «non verrà meno l’impegno come coordinatore della Lega, assolvendo all’incarico attribuito per costruite una rete di coordinamento sul territorio». Un distinguo che a detta di alcuni potrebbe avere a che fare con i malumori che da tempo – si mormora – agitano la maggioranza.
FALCHI PRESENTA IL CONTO  Di certo, andando via, il segretario leghista di Riace ha presentato il conto della propria attività, lasciando (pubblicamente) ai colleghi in consiglio l’onere di portare a termine i progetti già avviati. A partire – ci ha tenuto a specificare – dall’avvio dell’iter necessario per il riconoscimento Ipg dei piselli locali «che dovrà essere seguito attentamente o sarà lavoro perso» al recupero di «cinque immobili» di privati cittadini Falchi «accompagnati» nel percorso burocratico necessario per accedere ai finanziamenti pubblici statali  per ristrutturazione e messa in sicurezza. «A fine lavori – ha sottolineato nella sua nota il segretario della Lega – «saranno fruibili 40 posti letto per turisti che arriveranno non in funzione della politica come in passato ma per visitare la Locride». Quanto meno al momento, una speranza più che una previsione. Negli ultimi mesi infatti, la maggior parte del flusso turistico è stato legato agli eventi nati negli anni del “borgo dell’accoglienza” e del “modello Riace”, dai mondiali antirazzisti al Riaceinfestival.
IL DEBITO CON IL “MODELLO LUCANO” Appuntamenti più tollerati che sostenuti dall’amministrazione, che al festival ha addirittura ritirato il patrocinio, minacciando – con tanto di delibera – addirittura l’intervento della Digos in caso di “fuori programma” troppo politici. Minacce – dicono alcuni – necessarie per tacitare malumori di parte della maggioranza, che dopo la sconfitta di Lucano pensavano (o speravano) di non sentir più riecheggiare i “Bella ciao” nelle notti del borgo, ma totalmente inefficaci. D’altra parte, si fa notare, sarebbe stato difficile per l’amministrazione giustificare la cancellazione degli unici eventi che hanno fatto muovere l’asfittica economia del paese e dato ossigeno ai riacesi. La resa dei conti – ha annunciato alla chiusura del festival il sindaco Trifoli – è rimandata all’anno prossimo quando «il Riaceinfestival certo che si farà… ma sarà organizzato direttamente dall’amministrazione comunale… con nuove idee, nuovi direttori artistici, nuovi ospiti e nuovi eventi!». Sempre che non si presentino altre sorprese all’orizzonte.
LE GRANE DELL’AMMINISTRAZIONE Trifoli ha infatti più di una grana da gestire. E la defezione di Falchi è solo una di queste. Il posto dell’ormai ex consigliere leghista verrà ricoperto per surroga dal primo dei non eletti della lista, ma politicamente la sua uscita dalla maggioranza potrebbe avere un peso che va al di là dei rapporti di forza in assemblea. E poi c’è il nodo dell’incandidabilità del primo cittadino. Per Maria Spanò, candidata sindaco dei “lucaniani” e altri tre riacesi, Trifoli è ineleggibile perché all’epoca delle consultazioni dipendente precario del Comune di Riace, dunque impossibilitato a chiedere l’aspettativa per motivi elettorali. Contestazioni sempre respinte al mittente dal diretto interessato, che urbi et orbi ha rivendicato la propria condizione di ex Lsu- Lpu, dunque dipendente regionale, sebbene un regolare contratto lo legasse al Comune. Una questione su cui il prossimo 1 ottobre sarà il tribunale di Locri a pronunciarsi, mentre la prefettura – in teoria deputata a verificare i requisiti dei candidati – sembra non aver ancora concluso le verifiche avviate nel luglio scorso. (a.candito@corrierecal.it)

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