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Fondi per il teatro, chiesto il processo per la compagna di Oliverio

L’udienza preliminare avrà inizio il prossimo 18 novembre. Tra gli imputati vi sono dirigenti regionali, un critico d’arte, avvocati dell’Avvocatura regionale, componenti della commissione di valut…

Pubblicato il: 04/09/2019 – 15:19
Fondi per il teatro, chiesto il processo per la compagna di Oliverio

di Alessia Truzzolillo
CATANZARO Avrà inizio il prossimo 18 novembre l’udienza preliminare a carico di nove persone implicate nell’affaire sull’illecita gestione dei fondi per il teatro (la vicenda è stata portata alla luce dal Corriere della Calabria nel 2016). Le accuse sono di turbata libertà degli incanti, con riguardo all’assegnazione del contributo per la realizzazione di iniziative culturali, da finanziare nell’anno 2016, nell’ambito della selezione indetta dal dipartimento regionale “Turismo e beni culturali, istruzione e cultura”, e di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, con riguardo all’affidamento, da parte del dipartimento regionale “turismo e beni culturali, istruzione e cultura”, nell’anno 2017, di contributi gravanti sul fondo unico cultura.
Imputati in questo procedimento sono Adriana Toman, 61 anni, accusata di entrambi i reati commessi «sfruttando la posizione goduta in seno alla regione Calabria per essere la compagna del presidente della Regione Gerardo Mario Oliverio (i due sono ritratti insieme nella foto di Emilio Grimaldi, sopra)»; Sonia Tallarico, 61 anni, dirigente generale del dipartimento regionale “Turismo e beni culturali, istruzione e cultura”;  Antonio Sicoli, 71 anni, critico d’arte, direttore del Maon, Museo d’arte dell’Otto e Novecento di Rende”; Gianclaudio Festa, coordinatore dell’avvocatura regionale; Dario Borruto, avvocato dell’Avvocatura regionale; Pasquale Giorgio Piraino, Angela Rotella, e Giacinto Gaetano (rispettivamente presidente e componenti della commissione di valutazione); Marco Silani, direttore artistico della compagnia “Porta Cenere”.
L’ACCORDO TRA LA TOMAN E SICOLI Secondo le accuse formulare dalla Procura di Catanzaro – titolari del fascicolo sono il pm Veronica Calcagno e il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla – Toman, Tallarico e Sicoli avrebbero turbato il procedimento per l’affidamento di contributi gravanti sul Fondo unico cultura, eludendo l’affidamento di tali contributi tramite avviso pubblico, come previsto dalla legge. In particolare, a godere della somma di 20mila euro, direttamente affidata, sarebbe stato il Centro per l’arte e la cultura “Achille Capizzano”, diretto da Antonio Sicoli. Tutto sarebbe partito da un «accordo collusivo» tra la Toman e Sicoli. La prima aveva chiesto al direttore artistico il materiale di una mostra sui futuristi, già organizzata da Sicoli, al fine di proporre al Moma di New York di creare un collegamento tra gli artisti calabresi e l’esposizione al Maon di Rende. In cambio la compagna di Oliverio avrebbe segnalato il direttore artistico e la sua struttura alla dirigente Tallarico, organizzando anche incontri negli uffici della Regione durante i quali Sicoli avrebbe chiesto alla dirigente dei contributi per l’organizzazione di alcune mostre, concordando, infine, la cifra di 20mila euro. La somma, affidata senza alcun avviso pubblico ma con decreto dirigenziale, era diretta al Centro “Achille Capizzano” per la realizzazione della mostra “Maon Art Hub la Calabria dal primo 900 ad oggi”. Il tutto, stando alle accuse, in barba alla legge regionale 15 del 2009 che prevede che i contributi del Fondo Unico Cultura devono essere affidati, mediante un programma annuale, con l’adozione di uno o più avvisi pubblici.
L’AFFAIRE TEATRI E QUEI 220MILA EURO Secondo le indagini condotte dal Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Catanzaro – cristallizzate nel reato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente – Sonia Tallarico, Gianclaudio Festa, coordinatore dell’avvocatura regionale, Dario Borruto, avvocato dell’Avvocatura regionale, Pasquale Giorgio Piraino, Angela Rotella, e Giacinto Gaetano (rispettivamente presidente e componenti della commissione di valutazione) su «istigazione» della Toman e con il concorso morale di Marco Silani, direttore artistico della compagnia “Porta Cenere”, avrebbero turbato la selezione indetta per la realizzazione di iniziative culturali relativa ai circuiti teatrali, suddivisi per Area Nord, Centro e Meridionale.
Per l’area Centro era risultata assegnataria di un contributo di 220mila euro l’Associazione culturale “Officina Teatrale”. Secondo l’accusa, «su impulso di Adriana Toman, investita della questione da Marco Silani» la commissione di valutazione aveva accolto l’istanza di rivalutazione del punteggio assegnato ai vincitori. Il contributo veniva così definitivamente assegnato all’associazione di Silani. Allo scopo venivano interessati Festa e Borruto affinché l’Avvocatura regionale rendesse un nuovo parere che si mostrava contrario ad ammettere l’istanza di rivalutazione presentata da “Officina Teatrale”. Allo stesso tempo, la dirigente Tallarico, in accordo con la Toman, «attraverso plurimi contatti con la Commissione di valutazione, definiva i contenuti della nota da inviare all’Avvocatura regionale» facendo sì che su quest’ultima pesasse la «responsabilità della decisione che la Commissione si limitava a recepire» per assegnare i 220mila euro a “Porta Cenere”.
PARTI OFFESE Il gip ha individuato quali parti offese, la Regione Calabria – che dovrà decidere se costituirsi contro la compagna di Oliverio e avvocati dell’Avvocatura regionale – e l’associazione “Officina teatrale”, rappresentata dall’avvocato Michele Gigliotti. Nel collegio difensivo gli avvocati Sergio Rotundo, Massimo Petrone, Leonardo Maria, Francesco Gambardella, Carlo Morace, Rita De Aloe e Ida Mannarino. (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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