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Conte bis, parte la corsa dei calabresi per il sottogoverno – I NOMI

Fervono le trattative dopo il giuramento del nuovo esecutivo. Dieni e Nesci in pole tra i 5 stelle. Il Pd potrebbe schierare Viscomi e ottenere la casella dell’Agricoltura. Per Oliverio una possibi…

Pubblicato il: 05/09/2019 – 13:39
Conte bis, parte la corsa dei calabresi per il sottogoverno – I NOMI

di Pietro Bellantoni
LAMEZIA TERME I vertici calabresi di M5S e Pd non hanno digerito affatto lo sgarbo. Perché se è vero che il Conte bis schiererà ben 11 ministri del Sud su un totale di 21, è altrettanto vero che la Calabria è rimasta praticamente a bocca asciutta. Dopo l’ipotesi, tramontata ben presto, di un secondo giro di Marco Minniti al Viminale, l’unico in corsa fino alla fine è stato Nicola Morra. Il cui nome è stato depennato dall’elenco dei ministri all’ultimo momento.
Risultato: nel nuovo esecutivo, per adesso, questa regione non è rappresentata.
I POSSIBILI SOTTOSEGRETARI Ecco perché, subito dopo lo scioglimento della riserva da parte del premier Conte, e soprattutto dal giuramento dei nuovi ministri davanti al presidente della Repubblica, avvenuto stamattina, sono partite le trattative incrociate tra Pd e 5 Stelle per compensare lo sgarbo di rappresentanza legato alla composizione del governo.
La Calabria, è opinione comune di analisti e addetti ai lavori, potrà contare almeno su un paio di sottosegretariati, più o meno equamente divisi tra dem e pentastellati.
TRATTATIVE Le aspirazioni più grandi riguardano il M5S, che in Calabria – tra Camera e Senato – ha eletto ben 18 rappresentanti. Ogni deputato e senatore grillino sta provando a ottenere il suo personale posto al sole, ma la competizione è altissima. In ogni caso, allo stato attuale sono due i nomi che hanno più probabilità di farcela rispetto agli altri. Due donne: Federica Dieni e Dalila Nesci.
I 5 STELLE La prima, deputata eletta a Reggio, al secondo mandato, segretaria del Copasir, è indicata da più fonti come possibile sottosegretario all’Interno, il cui dicastero è guidato da un’altra donna, una “tecnica”, il prefetto Luciana Lamorgese.
Quanto a Nesci, anche lei al secondo mandato parlamentare, sarebbe in pole position per il sottosegretariato alla Salute, casella che pare destinata ai 5 stelle, sia perché il ministro (Roberto Speranza) è stato indicato da Leu, sia perché i pentastellati non intendono fare passi indietro rispetto al Decreto Calabria.
La sanità, dal 2013 in avanti, è stata in effetti il terreno di battaglia privilegiato della parlamentare vibonese.
Per adesso Dieni e Nesci sembrano le uniche favorite nel ballottaggio tutto interno ai 5 stelle calabresi. Quanto a Morra, che era stato indicato per il ministero dell’Istruzione e per quello del Lavoro, non sarebbe disponibile ad accettare alcun “contentino”, ma avrebbe già manifestato l’intenzione di continuare a fare il presidente della commissione Antimafia.
IL PD Non meno incerto il quadro in casa pd. Così come non meno aspra è la lotta interna per occupare una delle (poche) postazioni di sottogoverno rimaste.
I franceschiniani calabresi, secondo fonti qualificate, potrebbero occupare la casella del sottosegretariato all’Agricoltura. I nomi in lizza sono quelli di due specialisti in materia: Franco Laratta e Nicodemo Oliverio, entrambi ex parlamentari.
Uno dei principali “indiziati” dem è però il deputato Antonio Viscomi. Da sempre ben visto dall’area renziana, il prof della Magna Graecia di Catanzaro ed ex vicepresidente della giunta Oliverio potrebbe essere indicato dal capogruppo alla Camera Graziano Delrio, a cui è legatissimo.
Delrio non ha accettato di fare il ministro nel nuovo governo Conte e proprio per questo ha la possibilità di avere una forte voce in capitolo nella scelta di almeno uno o due sottosegretari. È solo il caso di ricordare che la sua moral suasion, nella scorsa legislatura, aveva spalancato le porte del ministero degli Affari regionali all’ex sindaco di Monasterace, Maria Carmela Lanzetta.
Le novità potrebbero riguardare anche il senatore di confessione renzian-lottiana Ernesto Magorno. Con il passaggio di Lorenzo Guerini al ministero della Difesa e il cambio di maggioranza in Parlamento, il Copasir (di cui il sindaco di Diamante è un componente) dovrebbe essere guidato da un rappresentante di un partito d’opposizione (forse la Lega). Magorno avrebbe allora la possibilità di diventare il vice del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. In caso contrario, con i buoni uffici di Renzi, il senatore dem proverebbe a conquistare un sottosegretariato.
Il governo giallorosso potrebbe anche mettere fine alla sperequazione di rappresentanza determinata dal voto del 4 marzo 2018, quando la provincia di Reggio Calabria rimase senza alcun parlamentare del Pd. In questa chiave, secondo alcuni dirigenti nazionali di rango, potrebbe partire l’opera di convincimento nei confronti di Demetrio Battaglia, affinché accetti un ruolo da sottosegretario. Missione difficile, considerato che l’ex deputato ha più volte dichiarato di non voler più avere alcun ruolo istituzionale.
IL GRUPPO OLIVERIO La nuova composizione dell’esecutivo potrebbe anche determinare – a parere degli osservatori più smaliziati – una via d’uscita rispetto all’impasse legata alla scelta del nuovo candidato governatore di Pd e centrosinistra.
Il possibile, ma ancora nemmeno programmato, accordo elettorale tra dem e 5 stelle alle prossime Regionali avrebbe, tra gli altri, un effetto di rilievo: il governatore Oliverio dovrebbe rinunciare alla propria candidatura sotto il simbolo del Pd. Questo significa che una eventuale apertura di dialogo da parte dell’area del presidente della Regione potrebbe sparigliare le carte e accelerare l’intesa, anche in Calabria, tra i due partiti azionisti del nuovo governo.
Oliverio, secondo questa prospettiva, potrebbe condizionare il suo passo indietro alla nomina di un sottosegretario della sua area politica e, in aggiunta, a una sua indicazione rispetto al nome del nuovo candidato alla presidenza. Le prossime ore saranno decisive per tutti. (p.bellantoni@corrierecal.it)

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