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Il ritorno di Mimmo a Riace: «E ora ripartiamo» – VIDEO

L’ex sindaco rientra nella “sua” città e riabbraccia il padre. Ad accoglierlo tanti compagni di lotta: «Sì papà, sono tornato, ora sto qua»

Pubblicato il: 05/09/2019 – 20:04
Il ritorno di Mimmo a Riace: «E ora ripartiamo» – VIDEO

di Alessia Candito
RIACE Dopo quasi 11 mesi, è finito l’esilio di Mimmo Lucano. A deciderlo, i giudici di Locri, che hanno accolto l’istanza depositata dai legali dell’ex sindaco di Riace, gli avvocati Antonio Mazzone e Andrea D’Aqua, e respinto l’ennesimo parere negativo della Procura, revocando il divieto di dimora che dal 16 ottobre scorso ha impedito a Lucano di tornare a casa (lo abbiamo raccontato anche qui). A Riace, Lucano è arrivato attorno alle 16. Una brevissima fermata in piazza, dove lo aspettava un gruppo degli amici di sempre, poi subito si è recato dal padre.
«CERTO CHE CE LA FAI, PAPÀ» Provato dalla malattia, ma ancora lucido, Roberto Lucano aspettava con ansia il ritorno del figlio. «Ma sei libero, libero o è un permesso? Puoi stare qua sempre?» gli chiede dopo il primo abbraccio. Commosso, Mimmo riesce solo ad annuire e ripetere «si papà, sono tornato, ora sto qua». Il braccio magro teso per stringere la mano di quel figlio ribelle, gli occhi vivi nel viso provato dalla sofferenza delle ultime settimane, Roberto sembra quasi non credere che quel figlio che da mesi non può incontrare se non lontano da casa sia lì, accanto al suo letto, a Riace. A casa. «Ora speriamo che ce la faccio», mormora. «Certo che ce la fai, papà – ribatte subito Lucano jr, lottando contro le lacrime che si affacciano agli angoli degli occhi – che fai, te ne vai ora che sono tornato io?». Accanto, su un divano che sa di notti passate a vegliare il malato, ci sono i fratelli, Giuseppe e Alessandro. Tutti insieme nella casa di famiglia a Riace. Come non succedeva da undici mesi.  Poi la casa si riempie.
LA FESTA DEL RITORNO Arrivano gli amici di Mimmo, gli ex consiglieri, i compagni di strada e di lotta. Dai balconi vicini, si affacciano alcune ragazze dalla pelle scura. «Domenico, Domenico è tornato. Papà è tornato». Ed  è festa in strada, quando l’ex sindaco si avvia verso il centro del paese. Guarda le case, le strade, accarezza gli alberi come se mancasse da un secolo. «Quella lì – dice indicando una palazzina gialla – non era vuota». Passa veloce vicino al municipio che è stato casa sua, va giù verso il borgo dell’accoglienza, la piazzetta su cui affacciava la sede di “Città futura” e dove tutto è cominciato. Mimmo si ferma ogni pochi passi. C’è chi lo saluta, chi lo abbraccia.
LA RESISTENZA DI RIACE Un gruppo di donne migranti gli va incontro, preceduto da uno sciame di bambini. «E tu che ci fai qui, sei tornata?» dice ad una di loro. Era andata via quando i progetti Sprar sono stati chiusi per decreto dal Viminale di Matteo Salvini, poi ha capito che Riace era l’unico posto che potesse chiamare casa. Le altre hanno deciso di non lasciare il borgo che per primo le ha accolte, a costo di uscire dal circuito dell’accoglienza. Mimmo saluta, abbraccia, si guarda attorno. Il paese è cambiato, non è più quello che ricordava, ma alcuni punti di riferimento ci sono ancora.
«RIPARTIAMO DA QUI» C’è ancora il murale azzurro divenuto per tutti un’icona e lì si ferma un attimo per rifiatare, appoggiato alla parete come nella foto che ormai il mondo conosce. C’è la piazza dell’accoglienza, su cui un tempo di affacciavano i laboratori, oggi chiusi a prendere polvere. E c’è ancora il muretto dove ci si fermava a parlare, a guardare i bambini giocare, riacesi e migranti affaccendarsi per strada e nelle botteghe oggi chiuse. «Ripartiamo da qui, da questa piazza, da dove tutto è cominciato» dice Lucano, sedendosi su quel muretto.
DOPPIO RITORNO «Non importa che io non ricopra incarichi istituzionali, non importa che non abbia alcun ruolo. Anzi, è più semplice così. Poi c’è la Fondazione “E’ stato il vento” che ci aiuta» spiega. Progetti concreti per il futuro non ne ha o – al momento – sostiene di non averne. «Si vedrà. Intanto, partiamo da qui. E da due ritorni. Io sono tornato a casa e Salvini pure». Le cose iniziano a cambiare. (a.candito@corrierecal.it)
https://youtu.be/7tyagzdysNQ
 

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