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Sanità, da Catanzaro la “ribellione civile” parte dalla strada

È nato nel capoluogo il “Comitato Diritto alla Salute, Calabria”. Raggruppa associazioni e movimenti pronti a lottare per cambiare le sorti del settore. A partire dalla rivendicazione di maggiori …

Pubblicato il: 05/09/2019 – 21:44
Sanità, da Catanzaro la “ribellione civile” parte dalla strada

CATANZARO Una “ribellione”, civile, pacifica e quasi gandhiana, ma pur sempre una “ribellione” per una sanità calabrese che finalmente che sia giusta, equa e, soprattutto, abbia le stesse opportunità e le stesse risorse di quelle delle regioni del Nord. Su questa “frontiera” fanno rete e si schierano associazioni e movimenti di Catanzaro, che confluiscono nel “Comitato Diritto alla Salute, Calabria” battezzato in una conferenza stampa tenuta sul selciato di Corso Mazzini, in una piazzetta in pieno centro storico nel capoluogo: in particolare, ad aderire sono al momento l’associazione “Baco Resistente”, l’associazione “Mediass”, “Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato”, “Aned” e “Uisp”, ma si punta a coinvolgere il maggior numero possibile di sigle a Catanzaro, nella regione e anche oltre i confini regionali perché – spiega uno dei promotori, Eugenio Occhini, del “Baco Resistente”, già consigliere comunale e volto storico e guerrigliero della sinistra catanzarese- «quella di una sanità che sia giusta ed equa è una nuova questione meridionale». Al varo del “Comitato Diritto alla Salute, Calabria” i rappresentati delle associazioni aderenti, Giacinto Nanci per “Mediass”, Riccardo Elia per “Uisp”, Pasquale Scarmozzino per “Aned”, la portavoce Jasmine Cristalli, “astro nascente” del movimentismo catanzarese e lo stesso Occhini, che così declina la “mission” del nascente soggetto, «Un comitato di strada, che ha come obiettivo quello di rivendicare il cambiamento a partire dalla modifica dei criteri di riparto del fondo per la sanità regionale in sede di Conferenza Stato-Regioni, riparto oggi discriminante e penalizzante per la Calabria e alle altre regioni meridionali, guarda caso le uniche commissariate in questi anni. I criteri di riparto vanno assolutamente cambiati perché al momento si tiene conto dell’elemento demografico e non dei bisogni e delle patologie della popolazione residente nelle varie regioni, ma così la Calabria subisce la beffa di essere la regione che ha meno risorse pur avendo la necessità di averne di più rispetto al resto del Paese. Non è una questione di soldi, ma di giustizia, solidarietà e uguaglianza. La verità – aggiunge Occhini – è che per anni in Calabria il diritto alla salute è stato precluso: è ora di protestare, in modo civile ma fermo, facendo il più possibile massa critica per ricordare che la salute è un diritto non negoziabile. Da qui, da questo Comitato che parte dalla strada». Sotto il profilo numerico, è Nanci, conosciutissimo medico di famiglia di Catanzaro, a motivare la necessità di una rivoluzione copernicana della sanità calabrese, partendo dalla «forte contestazione del piano di rientro a cui è sottoposto il settore regionale e del commissariamento, basti pensare che fino a quando non c’erano i commissari il debito era di 80 milioni, adesso è di 160 milioni, e l’emigrazione sanitaria galoppa alla cifra record di 300 milioni. E per contro, la Calabria ha il 10% in più di malati cronici rispetto alle altre regioni, rispetto al resto del Paese ha il 15% in più di co-morbilità, cioè di persone che soffrono di tre malattie contemporaneamente, per non parlare del fatto che, per la prima volta nella sua storia, a livello regionale l’aspettativa di vita si è drasticamente ridotta: malgrado questo, la Calabria – ricorda Nanci – prende meno soldi di tutti. E’ il momento di invertire questo trend e stoppare questo sottofinanziamento della sanità calabrese, per questo bisogna cambiare i criteri di riparto del Fsn ancorandoli non alla popolazione ma ai suoi bisogni». Sulla stessa lunghezza d’onda anche gli altri intervenuti alla presentazione del “Comitato Diritto alla Salute, Calabria”, che si pone già un primo obiettivo: incontrare e avviare un’interlocuzione con il nuovo ministro della Salute Speranza e con il nuovo ministro del Sud Provenzano. (cant. a.)

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