CATANZARO La diffida di Saverio Cotticelli e Maria Crocco non ha esattamente colto nel segno. Con una lettera, commissario e sub commissario alla sanità hanno chiesto alla manager designata Isabella Mastrobuono (nella foto in altro, tratta dal sito www.alessioporcu.it) di insediarsi come commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro. Una proposta – o piuttosto un’intimazione – che a Mastrobuono «giunge incomprensibile», specie «a poche ore dall’insediamento del nuovo ministro Roberto Speranza» e «dopo mesi di inerzia». La risposta della manager che vanta una lunga esperienza nella sanità del Lazio è ispirata al garbo istituzionale (specie nel passaggio sul neoministro) ma riepiloga i passaggi che finora avevano rinviato la sua entrata in servizio. Innanzitutto, Mastrobuono segnala anomalie nei tempi. Il commissario le intima di insediarsi in Azienda «“entro e non oltre il 12 settembre” (…) nonostante i primi contatti con la struttura siano iniziati nel mese di marzo 2019 e la mia manifestazione di interesse sia datata 30 maggio». Un’accelerazione che, evidentemente, la manager considera eccessiva. Tra l’altro, spiega, «la ragione per la quale non ho ancora provveduto all’insediamento nell’ufficio commissariale dipende dalla circostanza che dalla data di notifica del decreto di nomina a commissario straordinario della suddetta Azienda ospedaliera, datato 8 agosto, ad oggi non mi è stato rivolto alcun invito a sottoscrivere obiettivi di gestione coerenti con il Piano di rientro, inviato recentemente in bozza e non ancora approvato dai Tavoli tecnici». È dall’individuazione di questi obiettivi che «dipende l’erogazione da parte del ministero della salute dei compensi aggiuntivi previsti dal decreto interministeriale di cui all’articolo 3, comma 5 della Legge 60/2019, anch’esso non ancora approvato». Troppa fretta (all’improvviso), dunque, da parte della struttura commissariale, anche alla luce di una riunione datata 5 agosto e convocata «per discutere delle modalità per rendere operativo il decreto ministeriale di nomina, anche attraverso la sottoscrizione di un contratto d’opera intellettuale a esso collegato contenente obiettivi e modalità di raggiungimento, da sottoporre a valutazione del competente ufficio legislativo, rimandando ai primi giorni di settembre gli aggiornamenti in merito». Ci sarebbero, dunque, motivi strettamente tecnici (oltre al “garbo” di cui sopra), alla base del no di Mastrobuono. Di certo resta un nodo da sciogliere per la sanità calabrese. E un’Azienda senza guida in una fase molto delicata, con il caso dei 200 precari a rischio licenziamento che si agita sullo sfondo della caldissima estate della sanità calabrese.
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