PANETTIERI La speranza di mantenere in funzione la Rsa per anziani di Panettieri con una nuova autorizzazione si infrange, per il momento, contro un decreto del commissario alla Sanità Saverio Cotticelli. L’atto è dello scorso 4 settembre, parla di «revoca dell’autorizzazione sanitaria all’esercizio e dell’accreditamento», e va a rettificare e revocare due decreti con i quali si lasciava aperta la Casa Albergo San Carlo Borromeo (nella foto sopra una delle manifestazioni dei dipendenti davanti alla Prefettura di Cosenza). Il prossimo passo, quello più gravoso, sarà «la graduale ricollocazione dei pazienti presso altre strutture a gestione pubblica o privata accreditata, da effettuare con la massima sollecitudine e comunque entro e non oltre il 30 settembre 2019». Un (probabile) trauma per gli anziani ricoverati, visto che in una precedente disposizione, la struttura commissariale si preoccupava di assicurare agli ospiti della struttura «tutta l’assistenza necessaria anche al fine di scongiurare l’interruzione di servizio sanitario essenziale e l’eradicazione dai luoghi e dagli affetti originari». Dal 12 febbraio 2019 (data di quel Dca che “apriva” al funzionamento della Rsa) sembra passata una vita. E dalla speranza di una nuova autorizzazione (confermata all’epoca dalla parole di Cotticelli) si passa alla chiusura. Sono intervenute, nel frattempo, fredde valutazioni burocratiche. Così, dall’assegnazione a un Soggetto attuatore (il direttore del distretto sanitario Cosenza-Savuto) del coordinamento delle attività «fino al rilascio della nuova autorizzazione all’esercizio nella gestione della medesima struttura», si passa alla chiusura.
Tra una decisione e l’altra si è inserita la riunione congiunta del tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza del 4 aprile scorso. E quell’incontro ha bocciato il Dca che salvava la Rsa. Questo perché «la soluzione ipotizzata e, soprattutto, le finalità perseguite, non trovano fondamento nel quadro normativo vigente. In primo luogo, non può essere dato per scontato il rilascio della nuova autorizzazione all’esercizio, dal momento che tale evento dipende in ogni caso dall’iniziativa economica privata e da altre variabili allo stato non prevedibili (adeguamento ai requisiti prescritti)».
Dunque, prosegue il verbale, «non si vede altra soluzione che quella di procedere a una graduale ricollocazione dei pazienti presso altre strutture a gestione pubblica o privata, da effettuare con la massima sollecitudine». Non c’è spazio neppure per il lato umano della faccenda, perché «l’esigenza di evitare l’eradicazione dai luoghi e dagli affetti originari non può rientrare tra le finalità del Sistema sanitario nazionale, fermo restando che la struttura commissariale potrà eventualmente tenere conto di detta esigenza in sede di programmazione della rete di assistenza territoriale, anche in considerazione della localizzazione dei presìdi già operanti e dei bacini di utenza caratterizzati da una carenza di offerta». Né alcun «dipendente dell’Asp di Cosenza potrà assumere funzioni gestorie del presidio in questione (né, tanto meno, quelle di direttore sanitario), trattandosi di circostanza che determinerebbe l’insorgere di una situazione di manifesta incompatibilità, non consentita dalla vigente normativa. Pertanto – chiude il verbale – si esprime parere negativo e si chiede di revocare con urgenza in autotutela il decreto adottato». A questo punto è probabile che la mobilitazione a difesa della Rsa – che aveva portato i suoi dipendenti e il sindaco di Panettieri, Salvatore Parrotta, a manifestare davanti alla Prefettura di Cosenza e alla Cittadella regionale – riprenda il suo corso.
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