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Il giallo di Parghelia. «Annamaria non si è suicidata. L’hanno sentita chiedere aiuto»

I familiari della 29enne precipitata dal balcone il 16 agosto invocano verità. La tragedia è avvenuta mentre la giovane era in vacanza nel Vibonese con il marito e alcuni amici. Poche ore prima i c…

Pubblicato il: 07/09/2019 – 9:50
Il giallo di Parghelia. «Annamaria non si è suicidata. L’hanno sentita chiedere aiuto»

PARGHELIA La tragedia è avvenuta il giorno dopo Ferragosto in una casa vacanza di Parghelia. Nella nota località costiera poco distante da Tropea, la 29enne napoletana Annamaria Sorrentino era in vacanza con il marito e altre due coppie amici, tutti sordi. Avevano affittato quella casa per trascorrere le ferie in Calabria, ma il 16 agosto la routine vacanziera del Tirreno vibonese è stata interrotta dal suono delle sirene di ambulanze e Polizia: Annamaria è precipitata dal balcone di quella casa vacanza, da un’altezza di 10 metri, e ha riportato gravissime ferite che, dopo due giorni di agonia, hanno causato la sua morte. Gli investigatori della Squadra mobile di Vibo hanno subito interrogato il marito della 29enne – poi sono stati sentiti anche i vicini – e sulla vicenda indaga la Procura di Vibo Valentia ma, almeno al momento, non ci sarebbe nessun indagato. I dubbi sull’accaduto però sono molti. Li ha avanzati nei giorni scorsi anche la madre di Annamaria, intervistata da La vita in diretta: «Mia figlia – ha detto – non si sarebbe mai suicidata. Era una ragazza piena di vita e di ambizioni. Voglio solo scoprire la verità e che giustizia sia fatta».
LA LITE IL GIORNO PRIMA DELLA TRAGEDIA Le testimonianze che gli inquirenti stanno provando a raccogliere partono dal giorno prima della tragedia, quando alle prime ore del mattino una pattuglia di carabinieri interviene nella casa dove soggiornano Annamaria e il marito perché i vicini segnalano una lite furibonda. Sono da poco passate le 3 e dopo qualche ora – alle 16 del giorno successivo – si materializza il dramma: Annamaria precipita da un’altezza di 10 metri, sbatte contro un parapetto e poi finisce in strada, esanime. Viene subito soccorsa e portata in ospedale, ma i tentativi di salvarle la vita sono vani. Lei è una donatrice e, prima che il suo cuore smetta di battere, le vengono espiantati gli organi. E il suo gesto salva tre vite.
IL FRATELLO: «IMPOSSIBILE CHE NESSUNO ABBIA VISTO NULLA» I suoi familiari non si danno pace. Il fratello Gennaro, intervistato dal settimanale Giallo, si dice molto sorpreso dal fatto che nessuno abbia visto nulla: «Dicono che si sia suicidata, ma non credo a una sola parola pronunciata da chi era presente in quella casa. Oltre al marito di mia sorella, c’erano altre due coppie di amici, anche loro sordi, con i rispettivi figli. Mi sorprende che nessuno abbia visto nulla. È impossibile. Mia sorella, non mi stancherò mai di dirlo, non si è uccisa».
«L’HANNO SENTITA CHIEDERE AIUTO» Solo poche ore prima della tragedia, spiega ancora il fratello, Annamaria avrebbe chiesto ad alcuni vicini di casa dei consigli sulle località calabresi da visitare. «Una che ha già pianificato di uccidersi non ha certo voglia di andare in giro e fare la turista! Prima di morire aveva perfino pubblicato sul suo profilo Facebook un messaggio con il quale augurava a tutti un “buon Ferragosto”». Secondo il fratello, insomma, non c’è «un solo elemento che possa far ritenere che Annamaria avesse intenzione di togliersi la vita». E le testimonianze che sarebbe state raccolte a Parghelia, sempre stando a quanto sostiene Gennaro Sorrentino, sarebbero inquietanti: «In quella casa, giù in Calabria, è successo qualcosa che ancora non sappiamo. Io auspico che la Polizia possa approfondire meglio tutto quello che è successo. Mia sorella aveva dei lividi: quando e come se li è procurati? Sono certo che non siano la conseguenza della caduta… E poi ci sono i vicini che hanno testimoniato di aver sentito mia sorella chiedere aiuto. Noi vogliamo conoscere la verità. In famiglia non cerchiamo vendette. Vogliamo solo sapere come è morta Annamaria. Il mio appello va a tutti coloro che possano aver visto o sentito qualcosa». (spel)

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