PAOLA Da una parte i 60 segretari di circolo che fanno partire la petizione delle primarie, dall’altra il vertice regionale e nazionale del partito che continua ad andare in direzione opposta. In poche ore la fotografia plastica della spaccatura nel Pd calabrese la rendono direttamente sia la “base”, o almeno parte di essa, che il commissario regionale Stefano Graziano. Una sorta di botta e risposta a stretto giro. «Per il Partito democratico della Calabria – dichiara Graziano alla festa democratica di Paola – deve essere il momento del coraggio, quello stesso coraggio che abbiamo avuto a livello nazionale nel mettere completamente in discussione il percorso di scontro col Movimento 5 Stelle, che ha caratterizzato gli ultimi anni e che ha portato alla nascita del governo Conte bis». Il riferimento alla nuova alleanza di governo richiama dunque anche l’ipotesi, caldeggiata da alcuni esponenti dem calabresi, di un dialogo con i 5 stelle anche per le Regionali. Ma a seguire arriva anche la bordata a chi invoca le primarie per scegliere il candidato governatore. «Oggi, chiedere le primarie – continua il commissario regionale del Pd – significa non mettere la Calabria e il Partito democratico avanti a tutto e tutti ma voler avviare ad ogni costo un percorso lacerante, che in pochi capirebbero all’esterno. Inoltre, nel documento manca completamente la parola rinnovamento, che è un processo non più rinviabile. La settimana prossima – conclude Graziano – convocherò il tavolo del centrosinistra per iniziare a discutere del nuovo scenario politico e di come prepararci alle prossime Regionali».
x
x