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di Alessia Candito
Torna a parlare nella sua Riace dopo 11 mesi di esilio, Mimmo Lucano. Vicino all’ingresso del Villaggio globale, con in braccio uno dei pochi bimbi migranti rimasti a Riace con le mammen nonostante la chiusura dei progetti,Lucano parla per oltre 70 minuti. L’inchiesta, il dolore per la macchina del fango subita, lo sdegno per il razzismo dilagante, sdoganato dai 14 mesi di governo dell’ex ministro Matteo Salvini. C’è tutto questo nel lunghissimo monologo di Lucano, che tornato a casa, sembra anche tornare a pensare al futuro. Che nella Riace di Mimì fa rima con accoglienza.
«RIACE È E RIMARRÀ UN MODELLO» Seduto ad un tavolo piazzato per strada, circondato da giornalisti, curiosi, paesani e dagli attivisti del Comitato 11 giugno, che da mesi gli stanno politicamente e personalmente vicino, Mimmo parla, nonostante le campane risuonino insistentemente coprendo la sua voce. «Il parroco lo sta facendo di proposito. Del resto lui alle ultime elezioni comunali ha votato per la lista della Lega» commenta sornione e continua. «Da quando posso stare a Riace – dice, – ho la sensazione della libertà ma ancora la partita è aperta. Capisco che la gente dubiti di me. Ma sull’accoglienza non ho dubbi». Del resto, sottolinea come tante volte ha già fatto in questi mesi «molti paesi italiani hanno scelto di praticare l’accoglienza agli immigrati ma perchè tutti vogliono venire a Riace?». È un segnale – concreto, tangibile – che il piccolo borgo della Locride è diventato un modello e un punto di riferimento. Anche per questo, respinge le accuse che gli vengono mosse, ripete di non aver mai commesso i reati che la procura di Locri gli contesta e ribadisce «Possono continuare a scavare ma non troveranno nulla, per questo non ho paura del processo». Le accuse .
TENTAZIONE REGIONALI? E anche da semplice cittadino – fa capire – non ha intenzione di rinunciare al suo impegno politico. «Se è reato – aveva detto a caldo, appena tornato in paese – dovranno contestarmene altri». E per il futuro, si lascia strappare, potrebbe addirittura essere tentato dalle imminenti regionali. «Così come non ho pensato alle elezioni europee, non alle elezioni regionali. Non mi interessano questi ruoli, non cerco il potere» mette le mani avanti. Tuttavia, dice anche, «se me lo dovessero chiedere gli amici del comitato 11 giugno come Sasà Albanese, Peppino Lavorato e Franco Saccomanno ci potrei pensare. Però non accostatemi al Pd – avverte – la vera sinistra in politica non ha mai avuto voci in capitolo».
RIPARTIAMO DALL’ACCOGLIENZA Di certo, nell’immediato futuro la principale preoccupazione sembra quella di ripartire con l’accoglienza. «Anche se non sono più amministratore comunale, di continuare a dare aiuto a chi ne avrà bisogno. Farò di tutto per lavorare e favorire i progetti di accoglienza perché ormai, nel mondo, Riace rappresenta questo». È possibile, spiega, anche senza ricoprire alcun ruolo. È così, con il solo appoggio del vescovo Bregantini sottolinea, che tutto è cominciato a Riace.
RIACE DISTRUTTA «CON PREMEDITAZIONE» «Poi, nel 2004 sono diventato sindaco e fino al 2016 abbiamo fatto accoglienza non solo come volontariato – dice l’ex sindaco – ma come superamento di un’ingiustizia sociale». Un progetto distrutto «con premeditazione» nel piccolo borgo della Locride, afferma Lucano, puntando il dito contro l’ex prefetto Michele di Bari, poi chiamato da Salvini a dirigere il Dipartimento Immigrazione del ministero dell’Interno.
DISUMANITÀ AL POTERE «Nel frattempo, dice, si lavorava su un altro fronte. «Con la vicenda di Riace è stato fatto passare un messaggio politico, governativo e istituzionale pericoloso e grave: aiutare un altro essere umano è reato. Io mi rifiuto di avere un governo così, con questa cattiveria in corpo. Tutto questo è disumano». E disumano, aggiunge, è stato il comportamento di Salvini. «Le persone nel mare, lasciate nel mare, mentre lui si faceva fotografare mentre mangiava, ma questo è un delirio, il fallimento umano» sbotta. «Abbiamo perso ogni valore e ogni riferimento di umanità. Salvini è l’epilogo di un processo iniziato tanti anni fa con Berlusconi, quando i valori umani sono crollati». (a.candito@corrierecal.it)
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