di Alessia Candito
REGGIO CALABRIA Per un corto circuito burocratico che aveva portato alla scadenza dei termini di custodia era riuscito a lasciare il carcere, ma non ce l’ha fatta a sfuggire al processo. Su richiesta del pm Roberto Di Palma è stato condannato a 6 anni e 10 mesi più 10mila euro di multa Antonino Marra.
Il gup Caterina Catalano ha accolto in pieno l’impianto accusatorio, ritenendo Marra responsabile di estorsione ai danni dei titolari della pizzeria “La Ruota”. Secondo quanto emerso dall’inchiesta, coordinata dal pm Stefano Musolino, era stato lui a presentarsi al locale a pochi giorni dall’inaugurazione, comunicando ai gestori le pretese dei gemelli Musarella, che ai titolari hanno imposto il pagamento di un pizzo iniziale di 1500 euro «per il sostentamento dei detenuti», più il versamento di una quota settimanale che nel tempo ha oscillato fra i 500 e i 300 euro. Per i gemelli Musarella e i loro sgherri, quella pizzeria era roba loro. Per questo non solo avevano messo le mani sulla contabilità, ma si sentivano in diritto di consumare lì o altrove senza pagare e persino di farsi consegnare – ovviamente gratis – cibi e bevande a domicilio.
Un “servizio” che il gruppo ha offerto – a spese dei legittimi proprietari – anche agli amici. Oltre al pagamento in contanti, il gruppo aveva anche imposto l’assunzione di Pamela Barillà, compagna di uno dei fratelli Musarella. E quando la titolare ha comunicato loro la decisione di licenziarla, Marra l’ha picchiata, minacciata e scagliata a terra, provocandole lesioni – hanno accertato i sanitari – guaribili in tre giorni. Accuse solide e comprovate secondo il giudice che ha condannato Marra per tutti i reati che gli venivano contestati. Una sentenza che l’imputato ha accolto con un mezzo sorriso, spentosi rapidamente quando ha compreso di essere stato condannato anche all’immediato pagamento di una provvisionale di 20mila euro in favore delle vittime.
(a.candido@corrierecal.it)
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