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Oliverio scrive a Speranza: «A rischio mille sanitari, situazione drammatica»

Il presidente della Regione chiede un incontro al neo ministro della Salute «per superare questa fase». Il caso più grave nell’ospedale di Catanzaro. «Serve un intervento urgente»

Pubblicato il: 12/09/2019 – 14:23

CATANZARO Mille tra medici, infermieri e Oss che lavorano a tempo determinato nelle aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria potrebbero essere licenziati entro la fine dell’anno per avere raggiunto i 48 mesi di anzianità. Una situazione che, per l’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro – dove i licenziamenti sono 200 e sono già iniziati – comporterebbe la chiusura di Sezioni o la riduzione del 50% dei posti letto e delle attività in vari reparti tra i quali quello di Emergenza-Urgenza. Lo scrive il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio in una lettera al ministro della Salute Roberto Speranza in cui chiede un incontro urgente, «al fine di pervenire a decisioni atte a superare l’attuale fase di grave difficoltà».
«Per oltre quattro anni – scrive Oliverio – ho rappresentato in tutte le sedi la drammaticità in cui versa da troppo tempo il servizio sanitario calabrese e la necessità di lavorare fattivamente per uscire dal commissariamento. Commissariamento che dura da troppo tempo, considerato che la Calabria è in Piano di rientro dal debito dal 2009 e in gestione commissariale dal luglio 2010. Il mio grido d’allarme non solo è rimasto inascoltato ma alla fine la risposta del governo è stata il cosiddetto “Decreto Calabria” che, come avevamo ampiamente previsto, a distanza di oltre sei mesi dalla sua entrata in vigore ha soltanto moltiplicato i problemi, causando addirittura la paralisi gestionale del sistema sanitario con una ulteriore grave caduta della qualità e della quantità dei servizi. Su questa questione rappresento la necessità di una positiva interlocuzione con lei, ritenendo che sia giunta l’ora di affrontare sul serio i nodi irrisolti e gli ulteriori problemi causati dalle gestioni commissariali, le quali hanno fallito gli obiettivi fissati dal Piano di rientro e da ben tre piani operativi, l’ultimo dei quali, quello 2016/2018, prevedeva il pareggio di bilancio e la fuoriuscita dal piano di rientro al 31 dicembre 2018. In realtà il commissariamento è stato reiterato e siamo in attesa del quarto piano operativo».
«Il quadro generale di precarietà che si è determinato, dovuto in larga parte al blocco del turnover del personale – prosegue Oliverio – è stato tamponato nel corso degli anni attraverso il ricorso, da parte delle Aziende, all’assunzione di personale (oss, infermieri, tecnici, medici ecc…) con contratti a tempo determinato. Oggi che i lavoratori titolari di tali contratti a tempo determinato hanno cominciato a raggiungere i 48 mesi di anzianità, le Aziende sanitarie ed ospedaliere della regione hanno già licenziato le prime unità di personale e da qui a dicembre si preannunciano circa mille ulteriori procedure di licenziamento».
«Per farle un esempio – scrive Oliverio a Speranza – su iniziativa del Collegio di Direzione dell’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro è stata compiuta una ricognizione che prevede, all’atto del licenziamento del personale a tempo determinato, la chiusura di Sezioni o riduzione del 50% dei posti letto e delle attività dell’Emergenza-Urgenza e di Unità Operative quali Medicina, Gastroenterologia, Geriatria, Nefrologia e Dialisi, Dermatologia, Diabetologia, Malattie Infettive. Una vera e propria situazione di pericolo di emergenza sanitaria. A tutti i disagi per la cittadinanza si aggiunge la drammaticità dell’emergenza sociale determinata dalla perdita del lavoro per centinaia di operatori, per altro già formati (molti di essi hanno accumulato più di cinque anni di servizio) e quindi da considerare una risorsa per il sistema. Anche grazie a tali figure la sanità pubblica calabrese ha garantito assistenza e prestazioni ai cittadini. Questo personale, la cui carriera professionale è stata impedita dal blocco pluriennale dei concorsi, ha superato o sta via via raggiungendo i 48 mesi di servizio senza aver potuto beneficiare, spesso per poche settimane, dei processi di stabilizzazione previsti dalla Legge Madia».
«Per tutte queste ragioni – conclude Oliverio – occorre intervenire sulla sanità calabrese con rapidità ed efficacia. Conoscendo la sua sensibilità, ho ritenuto necessario chiederle un incontro urgente, al fine di pervenire a decisioni atte a superare l’attuale fase di grave difficoltà».

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