di Michele Presta
COSENZA «I conti sono strumento e base di democrazia». Angelo Buscema, presidente della Corte dei Conti, non ha dubbi sul ruolo che l’organismo contabile ha nel: «Rendere chiaro e trasparente l’utilizzo di risorse pubbliche che non appartengono ad altri se non ai cittadini». I rapporti tra gli enti pubblici e quelli privati sono stati al centro della lectio magistralis tenuta dal vertice nazionale della Corte dei Conti ospite del “Parlamento delle imprese” della Camera di Commercio di Cosenza. «Oggi i cittadini pretendono di conoscere i risultati che gli enti pubblici raggiungono e come vengono utilizzati i soldi della collettività –ha dichiarato-. E in questo contesto si inserisce con maggiore vigore la Corte dei Conti con le sue sezioni territoriali che non hanno solo la funzione di controllare ma anche di stimolare le amministrazioni pubbliche». Per Angelo Buscema, la relazione tra attività preventiva e quella repressiva svolta dalla Corte dei Conti trova fondamento proprio nella composizione in sezioni territoriali dell’organismo contabile. «Noi garantiamo che regole uguali vengano applicate in aree geografiche totalmente differenti –ha aggiunto- ma tutto questo sempre tenuto conto di una cosa: che le nostre sezioni regionali conoscono il tessuto sociale nel quale sono chiamate ad operare». Sotto questa prospettiva, per esempio, nel corso del dibattito è stata analizzata la questione che riguarda molti comuni del sud Italia che si trovano in stato di dissesto o pre-dissesto economico. «La Corte dei Conti –ha proseguito Buscema- ha avuto la capacità di crescere ed evolversi insieme al paese. Una volta parlavamo a poche persone, adesso affianchiamo tutti gli organismi di diritto pubblico. Questo è un aspetto che non possiamo sottacere, soprattutto perché siamo coloro che devono garantire il diritto di indisponibilità e cioè che le amministrazioni pubbliche non usino in modo inadeguato i fondi di cui dispongono, perché essenzialmente non ne sono proprietari». Il presidente della Corte dei Conti ha poi discusso anche di aspetti contabili relativi agli enti camerali e di come ci sia lo sforzo da parte sia della magistratura che dei giudici contabili di inserirsi anche in quelli che sono i rapporti tra gli organismi di diritto pubblico e quelli di diritto privato per avviare delle procedure di trasparenza e tracciabilità per permettere di utilizzare correttamente i fondi pubblici destinati allo sviluppo delle imprese.
IL MODELLO CAMERA DI COSENZA «Quello di oggi è il primo di una serie di incontri che come Camera di Commercio abbiamo deciso di proporre per fare in modo che si possa creare una scuola di pensiero istituzionale che coinvolga tutti gli organismi presenti sul territorio». Con queste parole il presidente della Camera di Commercio di Cosenza, Klaus Algieri, tiene a battesimo la sua prima uscita da presidente rieletto dopo il primo quinquennio. «Volete sapere perché mi sono messo in gioco nonostante il mio compenso sia pari a zero? Perché voglio dare l’immagine di una Calabria che decide di crescere facendo rete». Non è un caso, infatti, che l’ente camerale cosentino abbia negli ultimi anni siglato 28 accordi con gli altri enti del territorio. «Non sono stati fatti per essere incorniciati e attaccati al muro, ma perché la mia generazione ha degli obblighi verso questa terra e adesso è arrivato il momento di restituire quello che abbiamo avuto».
L’APPELLO DELLE ISTITUZIONI Forze civili e militari. Alla corte di Angelo Buscemi non è mancato nessuno. Un’occasione troppo ghiotta per non ricordare al presidente della Corte dei Conti, cittadino onorario di Chiaravalle, le difficoltà degli enti nel far quadrare i conti. Sui comuni pesano le scure di trasferimenti statali ridotti all’osso ed i fantasmi di dissesti finanziari difficilmente ripianabili nell’arco di 10 anni. «Anche nel corso delle riunioni delle assemblee dei sindaci abbiamo convenuto che dovrebbe essere riformato il sistema che riguarda le tempistiche del dissesto e pre-dissesto degli enti –ha detto Mario Occhiuto-. Spesso i piani di rientro decennali non sono sufficienti e occorrerebbe più tempo». Un rapporto conti-amministrazioni e servizi su cui si è soffermato anche il presidente della regione Mario Oliverio: «Governare in questa fase storica significa fare i conti con diversi tipi di vincoli –ha detto il governatore-. È sempre difficile coniugare queste esigenze con degli standard di servizio alti e soddisfacenti per i cittadini. Amministrare oggi in Calabria significa stare in trincea, soprattutto perché rispetto ai nostri colleghi del nord Italia possiamo contare su un gettito fiscale decisamente più basso e questo significa contenere la pressione fiscale nei confronti dei cittadini e contemporaneamente mantenere un livello di servizi che sia comunque alto». A dare il benvenuto in città al presidente Angelo Buscema anche il Prefetto, Paola Galeone. «Oggi la Corte dei Conti non è più l’ente che punisce, ma quello che ascolta. E questo è importante affinché in questa terra si creino le condizioni affinché gli imprenditori non siano più costretti ad andarsene ma a rimanere». (m.presta@corrierecal.it)
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