di Pablo Petrasso
COSENZA Quando ha saputo che sarebbe (inaspettatamente, almeno per lei) diventata sottosegretario alla Cultura, Anna Laura Orrico (ne abbiamo dato notizia qui) stava per partecipare a un incontro con un comitato di cittadini a Montalto Uffugo. Una delle iniziative portate avanti negli ultimi due anni; da quando, cioè, da imprenditrice nel campo dell’innovazione ha accettato la sfida che il Movimento Cinquestelle le ha proposto. Da fondatrice del Talent Garden di Cosenza a deputato (con un consenso straripante, come è stato per altri parlamentari grillini). Da deputato a sottosegretario del governo Conte 2, unica calabrese e – forse – unico nome mai tirato fuori nei giorni di febbrili trattative tra Pd e M5S. Eppure il suo profilo era tra i più adatti al passaggio dal gialloverde al giallorosso (rosa). E per raccontarlo si può partire da una battuta scambiata con il pubblico al Cleto festival dello scorso anno. «Governare con Salvini non è una passeggiata, io ovviamente sono d’accordo con l’apertura dei porti. Ma sono in una maggioranza e ci sono varie correnti», disse Orrico. E sono parole che danno il senso della discontinuità su quello che resterà un nodo politico tutto da sbrogliare anche per il nuovo esecutivo.
Parole accompagnate dal comportamento in aula: Anna Laura Orrico è stata una dei 17 parlamentari M5S a non votare il Decreto Sicurezza bis.
Al di là delle valutazioni sui porti aperti, gli sherpa della nuova alleanza hanno premiato curriculum e impegno sul territorio (le iniziative a tutela della Biblioteca civica e i progetti per i borghi).
E, soprattutto, una comunicazione – sia social che “ufficiale” – mai sopra le righe. È stato uno degli step determinanti prima della nomina. Fonti dem confermano che, nelle ultime ore, una “task force” del Pd ha passato al setaccio i profili di tutti i papabili sottosegretari e viceministri. Quello di Orrico – dalla quale non sono mai arrivate tirate ideologiche alla “parliamo di Bibbiano”, tanto per intenderci – è apparso in linea con l’idea di fondo, quella di smorzare i contrasti tra i nuovi alleati, già sufficientemente alimentati dalle recenti uscite dei vertici del Movimento (Di Maio per tutti). Una volta passato il vaglio di Facebook – quanto è cambiata la politica – la strada per la nomina si è spalancata. (p.petrasso@corrierecal.it)
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